ORVIETO – Il Consiglio Comunale ha approvato (8 favorevoli; 3 contrari: Vergaglia, Sacripanti, Meffi; 2 astenuti: Olimpieri, Luciani) il partenariato fra il Comune di Orvieto (capofila) e i Comuni di: Allerona, Baschi, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Parrano, Porano per la realizzazione del Progetto “DIGIPASS” a valere sull’intervento 2.1.1.del POR FESR 2014-2020 per l’importo di € 240.000,00 (le attività e i servizi realizzati sul territorio dei Comuni aderenti, saranno regolamentate da apposite convenzioni con i Comuni interessati).
L’atto è stato illustrato dall’assessore ai Beni e Attività Culturali, Alessandra Cannistrà la quale ha ricordato che, con le suddette misure, la Regione Umbria ha approvato il programma di interventi necessari per istituire degli spazi pubblici aperti, denominati “DIGIPASS”, distribuiti uniformemente in tutta la Regione e finalizzati ad accompagnare cittadini, imprese e associazioni nell’utilizzo dei servizi digitali e nel cogliere le opportunità che le tecnologie mettono a disposizione per favorire l’innovazione.
L’intervento, per il quale è previsto un finanziamento complessivo di euro 2.400.000,00 a valere sull’azione 2.2.1. del POR FESR 2014- 2020, prevede infatti un modello di distribuzione omogeneo del DigiPass sul territorio regionale, individuando nei Comuni capofila delle 12 Aree Sociali, i possibili luoghi di realizzazione dello spazio digitale.
Le principali funzioni dei DigiPass sono:
1. favorire l’inclusione digitale e lo scambio di competenze tramite il servizio di co-working, le 15 postazioni previste dal bando permetteranno l’utilizzo di spazi condivisi e quindi una possibilità di confronto tra professionisti, imprenditori, startup, associazioni di categoria;
2. consentire la navigazione in rete mettendo a disposizione attrezzature utili allo scopo (wi-fi, device, postazioni internet…) nonché ospitando iniziative sul digitale (eventi, seminari, workshop…) svolte da PA, scuole, associazioni di volontariato, ecc…;
3. assistere, accompagnare e supportare gli utenti nella fruizione di servizi pubblici digitali (prenotazione CUP, pagamenti alla PA, iscrizione online dei figli a scuola…) ma anche di servizi digitali privati (acquisti online, uso di social media, home banking).
4. Mettere a disposizione un luogo di confronto, scambio di competenze e di conoscenze, sperimentazione e condivisione tra enti di ricerca, PA, imprese utile a favorire processi di innovazione aperta;
5. Offrire formazione sui temi legati al digitale (il gestore del DigiPass potrà offrire corsi di formazione ovvero svolgere attività di supporto didattico per eventuali altri corsi attivati da altri soggetti che richiedono l’utilizzo di tecnologie informatiche e multimediali proprie del DigiPass);
6. Altre funzioni evolute da individuare a cura dei beneficiario di comune accordo con gli altri Comuni che hanno siglato l’accordo di partenariato;
“La misura FESR 2014-20 che sostiene il progetto LIVING LAB e DIGIPASS è di grande valenza sociale – ha sottolineato l’assessore Cannistrà – ciascun DigiPass può essere realizzato soltanto attraverso la sottoscrizione di un partenariato tra almeno il 60% dei Comuni dell’Area Sociale di riferimento. Lo strumento del partenariato è dunque propedeutico ad allestire ed integrare nel luogo digitalizzato individuato presso alcuni locali della Biblioteca Comunale di Orvieto, dove possa essere facilitato l’accesso e lo scambio di interazione fra più soggetti interessati: scuola, associazioni, volontariato, imprese. Per individuare il soggetto gestore del DigiPass si andrà alla procedura aperta sul MEPA. Il nuovo sistema sarà operativo entro il prossimo mese di febbraio”.
Dibattito:
Stefano Olimpieri (Identità e Territorio): “Il costo è di 240 mila euro per i primi tre anni finanziato dalla Regione Umbria, mentre per il 4 e 5° anno dal Comune di Orvieto. In Commissione il Dirigente ha spiegato che il progetto è all’interno del quadro normativo e finanziario delle ‘Aree Interne’, quindi sono opinabili i costi sostenuti. Alla base di ‘Aree Interne’ ci sono risorse pubbliche spese a pioggia (dalla catalogazione di alberghi e bead&breakfast all’affidamento della comunicazione di ‘Aree Interne’ affidata a giornalisti esterni rispetto alle competenze professionali esistenti all’interno del’Ente). Sulle esternalizzazioni ho dei dubbi: la struttura della Biblioteca è pubblica ma le chiavi si daranno a soggetti esterni. Peraltro tutte le scuole hanno al proprio interno corsi e strumentazioni informatiche almeno sufficienti affinché i giovani possano essere educati all’informatizzazione piuttosto che mediante il DigiPass. In definitiva, ritengo che anche questo progetto non produca benefici per la comunità ma impegni denari pubblici e basta, se poi aggiungiamo che fa parte di ‘Aree Interne’ che ad oggi non hanno prodotto nulla, sono evidenti che le perplessità”.
Andrea Sacripanti (Gruppo Misto): “Un progetto di cui non si intravede la necessità e l’utilità. Non so quanta sarà l’effettiva utenza di questo progetto da parte dei residenti in altri Comuni della zona. Ormai i nostri ragazzi vivono nell’era della digitalizzazione a 360 gradi, quindi a chi può essere rivolto un progetto simile? Agli anziani? Ma qualche dubbio ce l’ho! Forse una minima parte di essi! In questo caso anche le associazioni si muovono nel privato! Quindi l’impressione è quella di un progetto che non è calibrato sul reale. Accediamo a fondi pubblici che utilizziamo per un progetto che non raggiunge i buoni propositi che si prefigge. Un progetto nebuloso che getta fumo negli occhi anche in vista delle prossime scadenze elettorali”.
Andrea Taddei (PD): “Da precisare che il progetto non risultava inserito nelle ‘Aree Interne’. Quanto alla formazione le aziende la fanno già in maniera spinta, quindi le opportunità del progetto sono più legate a quanti non hanno una grande dimestichezza con le competenze digitali, e pertanto è in linea con le raccomandazioni sulle competenze digitali emanate a livello europeo e nazionale. Il fatto che la scelta del sito DigiPass deputato sia presso la Biblioteca Comunale ci fa propendere per una valutazione favorevole”.
Claudio Di Bartolomeo (PSI): “Se non avessimo preso i fondi europei per questo tipo di iniziativa, saremmo stati ugualmente criticati. Bene quindi aver praticato questa opportunità. Dobbiamo pensare alla possibilità di allestire presso la biblioteca una struttura ideale che favorisce l’accesso anche a servizi di prenotazioni on line legati alla sanità e al sociale. Mi sembra un progetto buono che dovrà essere gestito da soggetti terzi che hanno interesse a tali servizi”.
Roberto Meffi (Forza Italia): “Sono sempre risorse pubbliche e non è detto che questo servizio però serva davvero, visto che scuole, aziende e associazioni sono già attrezzati. Faremo un consuntivo di quante persone andranno a fruire di questo servizio che probabilmente nasce già superato dal tempo. Un esempio di come si gettando risorse pubbliche”.
Martina Mescolini (PD): “al contrario si stanno intercettando risorse europee per coprire dei gap di cittadinanza che oggi è anche ‘cittadinanza digitale’. Tale principio vale tanto per le giovani generazioni quanto per le fasce di anziani che si devono far affiancare dai tutorial, e che hanno il diritto ad utilizzare le nuove tecnologie. La Biblioteca comunale di Orvieto è una struttura ideale che spero potrà essere più attrattiva e restare aperta per tempi maggiori rispetto agli attuali e quindi capace di incrementare i servizi della biblioteca alla cittadinanza. Penso che si debba essere più lungimiranti”.
Maria Flavia Timperi (PD): “C’è contraddittorietà tra chi in questi anni ci ha bacchettato perché non utilizzavamo fondi europei, poi oggi ci critica perché lo facciamo. I fondi europei sono sempre finalizzati e destinati a progetti specifici non possono essere utilizzati per altri scopi”.
Lucia Vergaglia (M5s): “Mi sembra di stare negli anni ’80 con una saletta che servirà per creare momenti di socialità. Bene aver intercettato i bandi europei ma dopo 4 anni e mezzo che abbiamo votato il co-working, questa proposta non è minimamente vicina a quella che poteva essere realizzata. Molti sono i progetti falliti (vedi il Pedibus). Francamente questo progetto non rende Orvieto più vivibile. Non abbiamo creato neanche il codice alfanumerico per l’accesso ai servizi on line. Non appoggerò questo atto convinta che è nemmeno questa la strada per creare scambio intergenerazionale”.
Gianluca Luciani (Identità e Territorio): “In Commissione abbiamo chiesto spiegazioni e ci è stato detto delle Aree Sociali. Quanto agli spazi individuati, la sala ISAO ha un percorso separato dalla Biblioteca, ma soprattutto i servizi saranno a pagamento. Chiedo conferma all’Assessore”.
Sindaco, Giuseppe Germani: “Rispedisco al mittente la denigrazione delle ‘Aree Interne’ e ricordo che l’attuale governo è molto motivato su tale strumento. Il DigiPass, invece, sta all’interno delle ‘Aree Sociali’. E’ un servizio già attivato in altre aree dell’Umbria, sarà anche di supporto al nostro Centro Studi Città di Orvieto e consentirà agli studenti stranieri residenti nel nostro territorio di servirsene. Dal punto di vista strutturale DigiPass e Biblioteca hanno degli ingressi separati seppure lavoreranno insieme durante gli orari di apertura della biblioteca”.
Replica Assessore Cannistrà: “La piattaforma ‘Aree Interne’ è una cosa diversa dalla Misura POR FESR 2014-2020. La confusione nasce con l’Area Sociale che è altra cosa. Sono onorata di aver avuto degli uffici che, con grande concentrazione, in questi anni si sono prodotti un una progettazione europea esplorando territori prima mai praticati senza ricorrere a supporti esterni. I fondi vengono messi a disposizione da Europa e Regione con ricadute produttive. Nessun bluff perché Orvieto è già al centro delle attività delle università straniere nella nostra città. Servizi come quelli forniti da una azienda leader come Vetrya offre al suo interno potranno essere forniti anche all’interno della nostra biblioteca. Quindi ci apriamo ad un contesto di integrazione, grande apertura ed innovazione, altro che contesti parrocchiali! Questo servizio può interagire con la biblioteca in un’ottica di osmosi di servizio. Quindi anche per la Biblioteca ci saranno nuove tecnologie normalmente non alla portata della biblioteca stessa”.
Dichiarazioni di voto, Sacripanti: “Trovo assurdo il paragone con Vetrya per giustificare un qualcosa che anche dai consiglieri di maggioranza non è stata ben compresa. Vetrya ha competenze dedicate e il paragone non può reggere! Le dichiarazioni dell’Assessore stridono molto rispetto alla delibera che si va ad approvare, i cui contenuti sono molto ‘terreni’. La progettazione europea deve essere utilizzata per la grande progettazione che risollevi la vita, la capacità di ripresa socio-economica e culturale dei centri storici. I servizi più complessi invece saranno a pagamento. Il mondo del privato si muove intanto su altri campi e ad altre velocità. La delibera non è corredata da nessuna considerazione a supporto in termini di: necessità, valutazioni di associazioni di categoria. Già in passato abbiamo visto solo titoloni come il progetto ‘OrvietoVie’ che speriamo non si ripeta”.
Olimpieri: “’OrvietoLab’ è stato ancora peggio di ‘OrvietoVie’. In Commissione il dirigente ha parlato di ‘Aree Interne’, quindi nel mio intervero ho dato per scontato questa asserzione. Il DigiPass è un progetto regionale. A livello economico ribadisco che alcuni servizi saranno a pagamento e che il 4° e 5° anno i finanziamenti saranno a carico totale del Comune di Orvieto, che sceglie di esternalizzare servizi senza guardare alla possibilità che possano essere gestiti ‘in house’. Ci asterremo perché non possiamo accettare questo”.
Meffi: “Se potevamo avere qualche dubbio la replica dell’Assessore li ha confermati tutti. Non un progetto megagalattico ma sconnesso e slegato dalla città. Ribadisco che questo progetto non serve a Orvieto in questo modo e secondo questa modalità. Voto contrario”.
Taddei: “Ribadisco la nostra posizione. Mi sorprende l’atteggiamento critico e un po’ pretestuoso verso quello che è una azine che da seguito al programma di intervento regionale per istituire spazi finalizzati ad accompagnare cittadini, imprese e associazioni nell’utilizzo dei servizi digitali e nel cogliere le opportunità che le tecnologie mettono a disposizione per favorire l’innovazione. Ogni intervento prevede dei finanziamenti per installazioni che restano al Comune di Orvieto come investimento a favore del territorio e della comunità locale in termini di servizi e spazi utilizzabili per l’Area Sociale n. 12. Favorevoli”.