Quello del codice etico da far firmare agli appaltatori è una delle buone pratiche che seguono con successo molti comuni in Italia. Un meccanismo legalmente utile che viene in soccorso in quei casi dove si scoprono postille nei contratti di dubbia interpretazione e che rappresenta anche un punto di riferimento da parte di chi quei contratti li redige. Ed è su questa base che Lucia Vergaglia, la capogruppo del Movimento di Luigi di Maio, ha depositato una mozione per portare in discussione un codice etico per appaltatori e fornitori, cioè per chi intende lavorare con il Comune di Orvieto, che sposti l’asticella dei principi di trasparenza, correttezza ed integrità ancora più in alto. Qui di seguito l’intervento della capogruppo M5S
« Abbiamo inserito i principi di qualità e dignità del lavoro all’interno dello Statuto cittadino di Orvieto città per la costituzione.
Dobbiamo essere quindi conseguenti del ricercare anche nei contratti con i nostri appaltatori il raggiungimento della miglior qualità dell’occupazione possibile ed anche in questo senso i consueti atteggiamenti pilateschi delle amministrazioni non vanno più bene. Invece bisogna essere presenti e portare i capisaldi statutari a costo di redigere un codice etico per i prossimi appalti e, ove possibile, nei contratti di servizio. Un codice che comprenda alcuni aspetti deontologici su cui il comune di Orvieto non intende transigere e che diventi parte fondante degli accordi tra il nostro ente ed i privati che intendono lavorare con noi a prezzi di mercato ma, per dirne una, nel pieno rispetto della dignità del lavoro.
Abbiamo quindi depositato la nuova proposta per discutere un nuovo ed alto “codice etico” di riferimento come atto politico, uno degli ultimi che potremmo fare in questa consiliatura dato che demanderebbe all’amministrazione la concreta realizzazione e considerato i tempi lunghissimi a cui ci ha abituato la Giunta di Giuseppe Germani potremmo dover aspettare troppo prima di vedere la effettiva attivazione di tale strumento. Però il dibattito è opportuno che cominci sin da subito con il contributo di tutte le forze politiche e, come si diceva una volta, sociali e culturali. Ed è bene chiarire che lo sappiamo che quello del codice etico da far firmare agli appaltatori, nonostante sia una delle buone pratiche che seguono con successo anche altri comuni in Italia non sarà naturalmente una bacchetta magica e non risolverà tutti i problemi che una attenta amministrazione dovrebbe comunque sapere affrontare: tuttavia voglio ricordare che sarebbe stato molto utile nel caso del “braccialetto elettronico” Cosp, ad avviso di molti osservatori intervenuti sulla vicenda in odore di telecontrollo potenzialmente lesivo nel tempo della dignità dei lavoratori, ed a mio avviso la presenza di un codice etico di riferimento non avrebbe reso necessarie interrogazioni e ci avrebbe risparmiato successive polemiche anche nell’interesse delle aziende coinvolte.
Aggiungo che a mio personale modo di sentire questa è una via da percorrere non solo con impegno, ma anche con orgoglio e nella consapevolezza che le valutazioni sulle amministrazioni delle città travalicano i bilanci, ma passano per le linee di governo e per l’etica rappresentata e coerentemente praticata nell’interesse del territorio, dei cittadini e delle stesse imprese. Questo deve essere ben chiaro.» Lucia Vergaglia, capogruppo Movimento 5 Stelle, Consiglio comunale della città di Orvieto.