di Valentino Saccà
ORVIETO – La Bellezza salverà il mondo, con questa parafrasi dostoevskijana che campeggia nel titolo si è aperta ufficialmente Orvieto Fotografia 2018. Ecco che la nuova edizione orvietana FIOF trasforma il cupo interrogativo contenuto ne “L’Idiota in serena promessa”, in cui ovviamente la fotografia è il mezzo taumaturgico per raggiungere idealisticamente il fine.
Questa tre giorni(9,10,11 marzo) di internazionalità fotografica ha aperto gli scatti sulla bellezza del mondo, e di Orvieto che la ospita, con la conferenza stampa tenutasi presso Palazzo Coelli nella tarda mattinata di venerdi’ 9 marzo.
Ha aperto la conferenza a fianco del presidente FIOF Ruggero Di Benedetto, la vice presidente Consiglio Comunale di Orvieto e membro del direttivo dell’associazione Fotoamaorvieto Roberta Cotigni, la quale ha anche ringraziato l’associazione orvietana di foto amatori per il contributo dato, con una mostra di ritratti esposta presso l’atrio di Palazzo dei Sette.
Nelle parole introduttive si è cercato di illustrare a grandi linee il ricco e variopinto percorso fotografico, diramato in nove punti della città con altrettante mostre e il filo rosso della bellezza salvifica che innerva un pò tutto il lavoro anche presente nei workshop e negli incontri con i singoli autori.
Ha preso la parola Massimo Peralli (comitato OrvietoCentro), il quale ha sottolineato la positiva esperienza dei commercianti orvietani in merito all’evento FIOF, considerandolo uno degli eventi che apre la città al resto del mondo.
Il presidente Di Benedetto ha ringraziato i partnership che anche gli scorsi anni hanno sostenuto FIOF e Orvieto Fotografia, Album Epoca e Foto Cine, per cui in qualità di rappresentante di quest’ultima ha preso parola Nicola Parisi.
Tra alcune anticipazioni sugli artisti presenti, l’autore di street photografy Alex Coghe ha espresso la propria emozione di essere stato invitato ad una convention italiana di fotografia, dato che fino a poco tempo fa il suo lavoro era molto più seguito e apprezzato in Messico.
Coghe ha precisato che in Italia sta portando già in giro dei workshop di street photografy, ma il fatto di essere chiamato ad un grande
evento in Italia e in una città come Orvieto lo hanno reso molto soddisfatto.
Questa prima giornata ha mantenuto pienamente il senso della bellezza, non tanto come valore puramente estetico, ma con un significato più ampio, legato alla vita, alla nascita e all’unione. Questo valore si è pienamente manifestato in due incontri tenutisi alla Sala dei 400 di Palazzo del Capitano del Popolo nel pomeriggio.
Angelica Braccini è una fotografa di Wedding photo, che seguendo la sua passione per le persone, i volti e nello specifico per gli sposalizi, momento di magica umanità, ha deciso di fotografare solo matrimoni.
Dal 2011 ha iniziato questo suo percorso proponendosi a vari blog e vedendosi quasi puntualmente rifiutata. La sua arte è stata illuminata da una foto critic americana nel 2016 la quale le ha fatto comprendere che nei suoi lavori mancava una delle figure centrali: lo sposo.
“Da quel momento ho cambiato tutto – ha detto Angelica Braccini – ho iniziato a coniugare il dettaglio al soggetto, lo still life alla persona e ora mi sento professionalmente realizzata riconoscendomi in quello che faccio.
Devo dire poi che ho chiuso il 2017 felicemente perchè ho persino ricevuto un riconoscimento, il premio Europe’s Best a Stoccolma e questo non può che riempirmi di gioia.
Lo dedico a servizio circa 14/15 ore a volte anche in condizioni difficili tipo la scorsa estate sotto un caldo torrido, ma la passione per la fotografia e l’amore per i matrimoni e le persone è più forte”.
Dalla coppia alla bellezza tenera e pura, quella dei bambini appena nati, delicata forma di arte che si trova negli scatti di Prisca Caroli, fotografa specializzata in new born photo.
“Questo tipo di approccio fotografico – ha spiegato Prisca Caroli – si sta molto diffondendo specie al sud Italia e molte donne diventate madri decidono di percorrere questa strada.
Io sono però dell’avviso che bisogna comunque partire da una tecnica di base e poi ovviamente bisogna accompagnarla ad una forte predisposizione e amore verso i bambini.
Mi piace ricordare una frase di Italo Calvino che identifica un pò tutto il mio lavoro: Uno dei primi istinti di un genitore dopo aver messo al mondo un figlio è quello di fotografarlo.
L’operato di un autore di new born photografy è quello di seguire passo passo il soggetto fotografato durante i primi mesi di sviluppo, e coglierne il lato più tenero, innocente e puro”.
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