ORVIETO – Approvato (9 favorevoli, 2 astenuti: Olimpieri, Luciani)in seduta consiliare il documento del “Secondo Report Intermedio, Quadro Conoscitivo Sintetico, Lineamenti del documento strategico, prime misure anticipatorie del Piano di Azione” nell’ambito del Contratto per il Fiume Paglia disponendo la trasmissione dell’atto unitamente alla copia del progetto definitivo approvato, all’Ufficio Ambiente del Settore Tecnico demandando allo stesso gli adempimenti conseguenti.
Come è noto, i Contratti di Fiume mettono insieme partner privati e pubblici per siglare accordi ed impegni per attuare la prevenzione del dissesto idrogeologico, la manutenzione straordinaria e ordinaria del territorio, l’implementazione del ruolo ambientale dell’agricoltura, la gestione di aree naturali e protette compresi boschi e foreste, la realizzazione di aree produttive ecologiche, il corretto uso del suolo, la tutela integrata dell’ambiente e della qualità delle risorse idriche con la mitigazione del rischio idrogeologico al fine di perseguire nuovi modelli di sviluppo locale, favorendo anche la fruizione degli spazi fluviali per riguadagnare un rapporto più autentico tra le popolazioni rivierasche e il fiume che attraversa i loro territori.
Con la Legge 221/2015, cosiddetto “Collegato Ambientale”, dal 2 febbraio 2016 i Contratti di Fiume (CdF), sono inseriti tra gli strumenti attuativi delle politiche di difesa del suolo e delle acque, ovvero “I Contratti di Fiume concorrono alla definizione e all’attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a scala di bacino e sotto-bacino idrografico, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree”.
Nel 2014 si sono susseguiti vari incontri e vari convegni che hanno portato all’adesione anche della Regione Umbria alla carta nazionale dei Contratti di Fiume e alla firma del Manifesto di Intenti “Verso un Contratto di Fiume per i territori compresi tra il sub bacino del Paglia-Chiani e il Basso Tevere Umbro” sottoscritta il 14 novembre 2014 dalla Regione Umbria e dai Comuni di: Orvieto, Allerona, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Parrano, Associazione Comitato Salvaguardia Alfina, Associazione Val di Paglia Bene Comune e successivamente dal Comune di Porano nella quale si affida al Comune di Orvieto il ruolo di Capofila per il processo di CdF.
A livello organizzativo è stata costituita la “Cabina di Regia” con Capofila il Comune di Orvieto, sulla base delle indicazioni degli enti sottoscrittori del Manifesto, mediante l’istituzione di tavoli di lavoro su diverse problematiche di cui Alta Scuola ha svolto il Coordinamento tecnico scientifico e organizzativo del processo.
I tavoli tematici su: Sicurezza Idraulica – idrogeologica Qualità ambientale; Sviluppo socio economico sostenibile e Fruizione hanno lavorato producendo un report intermedio nel maggio 2016 e successivamente, a seguito dell’approvazione della Strategia Nazionale Aree Interne del Sud Ovest Orvietano e dei Focus attuati sull’inquinamento da mercurio del Fiume Paglia, hanno ripreso il lavoro attraverso ulteriori incontri partecipati, per produrre il Secondo Report Intermedio.
Il “Secondo Report Intermedio, Quadro conoscitivo sintetico, Lineamenti del documento strategico, prime misure anticipatorie del piano di azione” nell’ambito del Contratto per il Fiume Paglia nasce quindi da due esigenze fondamentali manifestate in sede di Cabina di Regia dal Comune Capofila e dagli altri soggetti presenti, firmatari il manifesto d’intenti:
• compiere una sintesi del quadro conoscitivo mettendo a sistema le strategie e le progettualità già mature, emerse nei tavoli di lavoro del percorso di Contratto di Fiume per il Paglia, al fine di disporre di una prima base conoscitiva e orientativa idonea a consentire sia l’ampliamento del campo di azione all’intero bacino idrografico del Paglia compresi i territori dei Comuni Laziali e Toscani (parte alta del bacino idrografico), sia il completamento del percorso del Contratto di Fiume a livello interregionale sino alla definizione completa del documento strategico e del piano/programma d’Azione Finale;
• individuare, raggruppare e proporre una serie di misure ritenute urgenti e non rinviabili, sia per la situazione generale di contesto che per problematiche specifiche che ci si propone di risolvere nel breve periodo, attraverso azioni a cui corrispondono alcuni interventi strutturali, semistrutturali e non strutturali, già cantierabili o quasi cantierabili, sia perché dispongono di un buon livello di progettazione e di un buon grado di condivisione e di accoglienza territoriale, a seguito dei percorsi partecipativi attivati dal Contratto di Fiume, senza inficiare future progettualità, anche in corso.
Sulla base degli ulteriori incontri partecipati, di quanto già emerso nel rapporto intermedio 2016 e di quanto previsto in termini di interventi sia nel Piano di #italiasicura, nella Strategia Nazionale Aree Interne e nelle ipotesi di sviluppo sia del Distretto Turistico in fieri, che negli altri piani e programmi inerenti l’area interessata, sono stati individuati e definiti alcuni lineamenti cardine del documento strategico, da completare entro il primo semestre 2018.
Sono stati quindi enucleati alcuni “Temi per l’Azione” ritenuti di carattere prioritario, strategici, da attivare con urgenza e nel breve periodo, in attesa degli interventi strutturali di più ampio respiro, come misure anticipatorie del Piano d’Azione del Contratto di Fiume, che sarà successivamente completato e implementato.
Si tratta di 5 misure che descrivono una serie di interventi/azione anticipatori del Piano d’Azione finale e di una misura di contesto per il Completamento del Percorso di Contratto di Fiume che ricomprenda anche i territori Laziali e Toscani. Il tutto in coerenza e nel rispetto del documento “Definizioni e requisiti qualitativi di base dei Contratti di Fiume” redatto nel 2015 dal Ministero dell’ Ambiente, ISPRA e Tavolo Nazionale dei Contarti di Fiume e con riferimento all’atlante degli Obiettivi dei Contratti di Paesaggio e di Fiume redatto dalla Regione Umbria.
Illustrando l’atto, il sindaco Giuseppe Germani ha evidenziato che a seguito dell’alluvione del novembre 2012 e in ragione anche della storia di frane e alluvioni già vissuta nel passato da molti territori del bacino del Paglia, la popolazione locale è andata sviluppando una sensibilità più attenta a conciliare peculiarità ambientali ed esigenze antropiche e che oggi, dopo un lavoro di circa due anni di lavoro svolto dall’Alta Scuola in forza del mandato a suo tempo conferitogli dal Comune di Orvieto, si è provveduto a coordinare l’attivazione dei tavoli di lavoro e i coordinatori degli stessi, che si sono riuniti sia singolarmente con i partecipanti ai tavoli che in gruppo di lavoro con il Coordinamento di Alta Scuola per comporre il documento allegato.
Ora è stato redatto il secondo report, dove sono stati individuati i soggetti con i quali si potrà interagire cioè i soggetti privati che operano sul territorio, che non è solo limitato all’Umbria ma è esteso anche ai territori del Lazio e della Toscana. Il Sindaco ha riferito che la scorsa settimana il tema del fiume Paglia è diventato una caso di livello nazionale non solo per la sicurezza idraulica ma per la programmazione delle attività territoriali.
Nel piano sono state inserite le criticità evidenziate negli ultimi anni ma anche le attività agronomiche e la gestione del patrimonio forestale lungo l’asta del Paglia dove l’accumulo di materiali residuali ha provocato problemi. Ora tutto ciò va inserito all’interno di un progetto di fattibilità con una programmazione alta: sono stati costituiti a tale scopo quattro gruppi di lavoro che lavoreranno sui temi specifici, uno dei quali relativo al Mercurio a cui lavorano le ARPA delle regioni interessate con le quali si farà un convegno nazionale unitamente al Ministero Ambiente.
Il Sindaco ha aggiunto che le misure ed azioni anticipatorie del piano di azione atterranno i progetti definitivi. Vi sono le risorse necessarie anche nella misura delle “Aree Interne” di prossima uscita da parte della Regione Umbria. Report ha in sé due obiettivi fondamentali: essere approvato da tutti i Consigli Comunali della Regione e essere sottoposto al Ministero dell’Ambiente per rientrare nel piano delle risorse della programmazione economica del ministero stesso. In questo senso è necessaria una nuova organizzazione finalizzata alla programmazione allargata. Con questo strumento si inizia quindi ad operare nei tavoli nazionali costituiti. Nelle prossime settimane insieme agli altri Sindaci del “Contratto di Fiume” si svolgerà a Roma al Ministero Ambiente un primo confronto con i tecnici in attesa della nomina del nuovo Ministro.
In sede di dibattito, il capogruppo “Gruppo Misto” Andrea Sacripanti ha parlato di piano accoglibile che affronta in modo complessivo il problema legato alla messa in sicurezza e riconversione del fiume Paglia, anche se la fase è ancora quella delle linee guida generali. Ha aggiunto che già dai tempi dell’alluvione del 2012 doveva nascere una programmazione che, partendo da un fatto tragico, doveva rilanciare quelle zone. Si parla da anni di Parco Urbano del Paglia che dovrebbe significare una opportunità per un territorio pianificato male sin dagli anni 50/60, quindi quello che manca è una totale riqualificazione del nostro assetto territoriale come dimostra la zona di Santa Letizia a fronte della quale si ci chiede perché non trasferire a Bardano le imprese lì esistenti? Il che significherebbe far riprendere quota anche al secondo casello autostradale. Nessuna riqualificazione del Paglia potrà essere compiuta se non ci saranno diverse attuazioni ed espansioni, ma anche bonifiche delle sponde del fiume da insediamenti di servizio ad orti agricoli, ricoveri di animali. Sul mercurio va ricordato che la chiusura delle miniere risale a 40 anni fa, intanto va bene mettere insieme tre regioni, tre ARPA e tre ASL però occorre velocizzare i tempi; infatti, dopo cinque anni e mezzo e i primi interventi di messa in sicurezza del fiume, ancora non si vedono progetti di sviluppo dell’area.
La vice presidente del Consiglio Comunale Roberta Cotigni ha precisato che all’epoca dell’alluvione la questione della delocalizzazione era stata posta ma il problema era stato subito scartato perché lo Stato avrebbe solamente concesso un terreno e le imprese colpite non potevano risorse da investire.
La capogruppo “M5S” Lucia Vergaglia ha osservato che in questa fase intermedia le procedure vanno accelerate. Questo dovrebbe essere il momento opportuno per integrare le linee guida presentate introducendo altre tematiche quali l’impatto paesaggistico su Ponte Giulio, Bardano e Allerona dove si è perduta la qualità del paesaggio, ovvero la riqualificazione in termini di ricettività turistica di beni paesaggistici delle sponde del fiume che già esistono.
Il capogruppo “PD” Andrea Taddei ha parlato di un contratto di fiume ed una operazione ad alto contenuto strategico e strutturale. Le quattro aree tematiche recano un tema più pregnante che è quello della prevenzione. Tutte le forze e gli enti coinvolti hanno colto questa opportunità. In questi ultimi anni è stato fatto moltissimo sia per la messa in sicurezza sia per la ripartenza delle aziende, ma anche per la progettazione integrata strategica e strutturale di ampia portata su cui occorre andare alle realizzazione a medio e lungo periodo. Un lavoro che verrà portato a termini in tempi non lunghissimi. L’atto è la conclusione di un percorso che ha dato e sta dando risultati.
Secondo il presidente del Consiglio Comunale Angelo Pettinacci, il Contratto di Fiume ed Aree Interne sono due progettazioni che hanno camminato in parallelo. I tempi sono lunghi ed i progetti devono avere una visione che ha bisogno di tempo. La burocratizzazione, tutta italiana, non aiuta lo snellimento dei processi. Ora, il fatto di poter essere uno dei primi Contratti di Fiume e di Aree Interne finanziate in Italia è un buon risultato di cui si dovrebbe esprimere un plauso a tutto il territorio che ci ha lavorato. Rispetto all’insediamento artigianale di Santa Letizia sicuramente negli anni passati non c’era una grande visione, ma quello che è più preoccupante è il fatto di perseverare negli errori. Le nuove arginature aiuteranno sicuramente ma occorre cambiare cultura. Ben vengano gli investimenti per migliorare la qualità della vita con l’auspicio che anche le amministrazioni che si succederanno colgano questa opportunità.
Nella replica il sindaco Giuseppe Germani ha affermato che la delocalizzazione degli insediamenti non è esclusa dal Contratto di Fiume, anche se il problema va visto nella complessità economica cioè con finanziamenti che sostengano le aziende. E’ giusto chiedere di accelerare i tempi ma a livello nazionale ancora non c’è la definizione totale dei Contratti di Fiume. Quanto alle annunciate risorse economiche, il territorio vasto dell’Orvietano è già stato affidatario di 600 mila euro di interventi rupe/valle rispetto ai quali si sta costituendo il gruppo di lavoro per la progettazione (con il coinvolgimento dei privati). In chiusura ha espresso ringraziamenti a quanti hanno partecipato ed ai responsabili dei tavoli di lavoro.