ORVIETO – Affrontata nuovamente la tematica dei rifiuti alla luce dell’interrogazione del cons. Andrea Sacripanti (Capogruppo “Gruppo Misto) che ha chiesto al sindaco, anche nella duplice veste di componente del Consiglio Direttivo dell’Auri: “Se effettivamente la discarica orvietana rischia di essere ampliata in senso verticale; le ragioni per cui, dopo circa due anni, ancora non si è conclusa la procedura di VIA relativa al progetto di sopraelevazione del secondo calanco e quali azioni intenda intraprendere affinché la Regione si convinca a concluderla una volta per tutte e ad archiviare definitivamente il progetto; infine, quale attività è stata fin qui prodotta dall’Auri per far sì che trovi finalmente attuazione in Umbria la tanto sbandierata economia circolare dei rifiuti che consentirebbe di ridurre drasticamente il ricorso alle discariche per il loro smaltimento”.
L’interrogante ha evidenziato che “Lo scorso mese di settembre si è appreso che il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Orvieto stabilendo che le procedure che portarono alla variante del Piano Regolatore erano legittime perché all’interno dell’area interessata dall’ampliamento della discarica è stata effettivamente certificata la presenza di un’area boscata. Tale decisione rappresenta senza dubbio una grande vittoria per tutta la Città di Orvieto in quanto chiude definitivamente alla possibilità di ampliare al terzo calanco la discarica ‘Le Crete’.
La soddisfazione espressa da tutta la Comunità cittadina, Istituzioni in testa, appare però sempre più affievolirsi di fronte alle persistenti voci che, ormai da giorni, sono iniziate a circolare sulla presunta reviviscenza del progetto riguardante l’ampliamento del secondo calanco della discarica orvietana che rappresenterebbe, di fatto, una manovra di aggiramento della sentenza in questione.
Le circostanze, alla base di quelle che non possono ritenersi soltanto deduzioni astratte per la loro indiscussa attinenza a fatti oggettivi che testimoniano come l’Umbria a breve si troverà ad affrontare una vera e propria emergenza rifiuti, sono essenzialmente tre:
• La prima, riguarda le capacità residue delle discariche umbre che, alla fine del 2017, saranno le seguenti – fonte Amici della Terra: Belladanza a Città di Castello, 350.000 tonnellate; Colognola a Gubbio, 4.000 tonnellate; Sant’Orsola a Spoleto, 10.000 tonnellate; Le Crete, a Orvieto, 214.000 tonnellate, mentre la discarica di Pietramelina a Perugia e quella di Borgogiglione a Magione, non hanno più capacità residue.
• La seconda, consiste nel silenzio in cui è caduta la richiesta rivolta dalla Regione Umbria a varie Regioni, tra cui le confinanti Toscana e Marche, di poter conferire i rifiuti umbri nei loro siti.
• La terza, è rappresentata dal fatto che la procedura di VIA (la valutazione di impatto ambientale) della Regione sul progetto presentato da Sao-Acea nel 2014 di sopraelevazione del secondo calanco per il conferimento di ulteriori 800 mila metri cubi di indifferenziato non è ancora stata definita, nonostante su quel progetto, che rimane sospeso in una sorta di limbo permanente, il Comune di Orvieto abbia dato il proprio parere contrario ed anche la sovrintendenza si sia espressa con un parere negativo e vincolante”.
“Alla luce di ciò – ha concluso – appare legittimo supporre che per far fronte all’imminente emergenza, si pensi che soltanto nel 2016 sono state versate nelle discariche umbre 258 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati, la nostra Regione ricorra ad ogni mezzo, tra cui l’impugnativa innanzi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per superare il parere vincolante della Sovrintendenza e dare così attuazione all’ampliamento del secondo calanco della discarica ‘Le Crete’. Del resto, già nel dicembre 2015 l’Assessore regionale al ramo si era pronunciata in tal senso manifestando la volontà della Regione di ricorrere nelle sedi opportune per superare sia il parere contrario espresso dalla cittadinanza orvietana attraverso il Consiglio comunale, sia quello vincolante della Sovrintendenza.
A fronte di notizie di stampa che ipotizzano la disponibilità del Comune di concedere il possibile ampliamento del secondo calanco a fronte di alcune concessioni da parte della Regione, come l’attivazione dell’industria del riciclo, è urgente conoscere l’esatta realtà dei fatti.
Mi preme stigmatizzare che il Sindaco ha definito il progetto accoglibile e compatibile con l’ipotetico piano d’ambito che il Sindaco stesso ha concorso a definire. Atteggiamento omertoso e anche collusivo quello del Sindaco che ha avuto un atteggiamento attivo, ci ha tenuto all’oscuro quando continuava a ragionare con Regione ed Acea per un nuovo progetto meno impattante”.
Il sindaco, Giuseppe Germani ha risposto: “Rispedisco al mittente i termini di ‘collusivo’ e ‘omertoso’. Io sto facendo incontri esclusivamente nelle sedi istituzionali ed ho partecipato ad una riunione trasparente dentro gli uffici della Regione, alla presenza dell’assessore all’Ambiente, dei tecnici regionali, dei rappresentanti e tecnici dell’AURI alla presenza anche dell’azienda ACEA. E’ chiaro che l’eventuale sistemazione in discarica è compatibile, ma io ho sempre detto, ed è scritto nei verbali, che il Sindaco si attesta alle decisioni del Consiglio Comunale. Respingo quindi ogni tipo di strumentalizzazione da parte dell’opposizione, sia ad Orvieto che in regione. Non ho visto tutta questa veemenza quando nel 2011 venne concesso un ampliamento. L’AURI ha dato due consulenze importantissime per il superamento della termovalorizzazione in Umbria e per l’economia circolare”.
Il cons. Andrea Sacripanti si è dichiarato: “Deluso e insoddisfatto perché il sindaco non ci ha informato che partecipava a questi incontri istituzionali; mentre nel 2014 il Consiglio respinse qualsiasi ulteriore ampliamento della discarica, il sindaco invece ha già dato il suo parere positivo”.