ORVIETO – Le prospettive del mercato del lavoro non sono rosee e la stessa minimale ripresa economica, che ci vede tra gli ultimi in Europa, non sta contribuendo a creare rapporti stabili di lavoro e neppure una formazione di qualità o conforme con le attese dei comparti ancora sani e dotati di prospettiva. E’ il punto di partenza che ha condotto il Movimento 5 Stelle di Orvieto a farsi megafono all’interno dell’Amministrazione Comunale riguardo a questo disagio generazionale.
Il corposo studio De Masi sull’occupazione nel prossimo decennio, presentato ad Orvieto nel convegno Lavoro 2025 ed internazionalmente riconosciuto, indica chiaramente i percorsi vincenti e le migliori pratiche per traghettare i territori fuori da una crisi che ha incrinato quel patto tra generazioni costringendo gli anziani a continuare a lavorare mentre i più giovani drenano a loro volta spazi alla fascia in età lavorativa con i milioni di ore di impegno nelle formule di alternanza scuola lavoro e col servizio civile. In tutto questo con l’avvento dell’industria 4.0 e delle nuove automazioni scompaiono letteralmente tanti posti impiegatizi, da operai ed in qualche caso da artigiani o professionisti. In questo quadro angosciante l’inefficacia degli uffici provinciali per l’impiego sul territorio è nota ed è spesso nelle pagine di cronaca, come i recenti casi dell’impossibilità di accesso per le informazioni sulle chiamate dirette per le categorie protette, denunciate in provincia da CGIL, e la vicenda di una nota avvocatessa orvietana che ha ricevuto una sola offerta in 25 anni.
Il Movimento 5 Stelle ha quindi depositato una proposta, ai sensi del decreto legislativo 150 del 2015, che permetta al Comune di Orvieto di essere interlocutore diretto di lavoratori ed imprese, e di poter erogare i servizi previsti dalla Rete nazionale per le politiche attive del lavoro.
“Lo chiameremo sportello del lavoro – ha sottolineato Lucia Vergaglia – ma è molto di più quello che potremo fare. La proposta in discussone il 28 novembre in Consiglio Comunale intende fornire un indirizzo politico prima della presentazione del bilancio comunale in modo da poter dare il via ad una serie di moderne iniziative, quelle che vengono chiamate “migliori pratiche”, per favorire l’occupazione nel territorio. La strategia che proponiamo è di veicolare nel Comune capofila delle Aree Interne le politiche per la formazione e l’occupazione, recuperando le tante buone proposte delle varie parti politiche, come l’eurosportello che arriva dall’opposizione, ed il CoWorking proposto dalla maggioranza, avendo come faro quello di avviare subito le iniziative e valutarle nel piano triennale previsto come nuovo strumento nella programmazione comunale armonizzata, il cosiddetto DUP.
Questo modo di impostare sul lungo periodo la verifica dell’efficacia dei provvedimenti e l’assegnazione progressiva delle risorse impegnate, che è doveroso da quest’anno ed è naturale per coloro che il prof. Delfino dell’Arconet chiama “amministratori nativi della programmazione armonizzata” mentre invece cozza con la logica puramente contabile che hanno i politici più datati, potrebbe incontrare delle resistenze, anzi probabilmente avremmo avuto contro chi non ha saputo fare programmazione ma ha guardato solo a fare provvista di fondi ed aumentare le basi impositive e tariffarie in modo da poter vantare la restituzione del fondo di rotazione, il cosiddetto predissesto, in anticipo sui tempi, ma a spese dello sviluppo cittadino. Speriamo che non aleggi ancora il suo fantasma e si possa guardare al futuro facendo lavorare gli uffici e tornando ad offrire servizi ai cittadini, tra cui in questo settantesimo anniversario della Costituzione ci deve essere certamente il lavoro su cui è fondata la nostra Repubblica. Pertini, il padre costituente a cui abbiamo dedicato il nuovo ponte sul Paglia solo pochi giorni fa, diceva :”Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero. Sarà libero di bestemmiare, di imprecare, ma questa non è la libertà che intendo io”. Ecco noi tutti vogliamo che gli orvietani siano liberi cittadini, ed il lavoro ed il reddito siano i fondamenti della libertà. Contiamo sul fatto che sia maggioranza che ex maggioranza per una volta siano concordi e sostengano questa iniziativa”.