ACQUAPENDENTE – Nella seconda delle tre riunioni previste per il mese di settembre, l’Associazione “Nuova Acquapendente” discute ed approva un documento avente come oggetto “Azioni per fare uscire Acquapendente dal grave isolamento in cui è venuta a trovarsi”. “E’ notizia di martedì 8 agosto – si sottolinea nello stesso – che la Conferenza unificata ha sancito l’intesa sullo schema di decreto del presidente del Consiglio dei Ministri per la revisione delle reti stradali di interesse nazionale e regionale ricadenti in varie Regioni, fra cui il Lazio. Detto decreto riguarda il trasferimento ad Anas di 3.523 Km di strade, con l’obiettivo di garantire la continuità territoriale degli itinerari. Per quanto riguarda la Tuscia le strade interessate sono Cassia e Flaminia.
Come cittadini adesso riunitisi in Associazione, il 5 ed il 7 Marzo di questo anno avevamo interessato i mass-media sulla nostra posizione in merito. Prendendo a pretesto un accordo intervenuto fra i Comuni di Bagnoregio, Bolsena ed Orvieto, rivolgemmo invito alla Giunta Comunale di Acquapendente di elaborare una propria proposta da offrire all’analisi e valutazione della cittadinanza, per uscire dal buio pesto dell’isolamento in cui il nostro paese è venuto a trovarsi.
In un secondo tempo, prendendo a pretesto la sottoscrizione di un patto per il Lazio da parte del Presidente Zingaretti, con fondi destinati prevalentemente alla trasversale Orte-Civitavecchia ed alla ferrovia Roma-Viterbo, oltre al ripristino di una ferrovia turistica, mettevamo in evidenza la necessità di intraprendere forti azioni (citammo anche una proposta del Consiglio Comunale) d’intesa con altri Comuni interessati, per dare una caratteristica turistica alla importante arteria (Cassia) ora statale, che attraversa tutta la Provincia in modo da uscire dall’isolamento e reinserirsi in un circolo arrivo sia turistico che commerciale. Alla luce della notizia all’inizio riportata oggi, ci domandiamo cosa è stato fatto durante tutto questo tempo ? Tutte le forze politiche, sindacali ed imprenditoriali debbono mobilitarsi, se non vogliono che Acquapendente soccomba sempre più: i nostri figli non ce lo permetterebbero mai”.