Recensione di Valentino Saccà
Dopo il successo ottenuto con Uno strano caso per il commissario Calligaris, ottenendo anche il premio Il Mio Esordio, la blogger e scrittrice orvietana Alessandra Carnevali, a distanza di un anno esce con la seconda avventura del suo commissario in gonnella, le cui avventure si concluderanno (?) con un terzo prossimo capitolo.
Con Il giallo di Villa Ravelli (sempre edito da Newton Compton) è possibile constatare che la Carnevali prosegue nella strutturazione della sua Rivorosso Umbro, doppio fantastico della nativa Orvieto, affollandola sempre più di personaggi bislacchi con nomi fortemente identificativi, elemento che avvicina il linguaggio della scrittrice a quello di Andrea Vitali. Ritagli e Corvo (personaggi fissi) e anche Sciortino e Corbellini sono alcuni esempi del divertimento che sta alla base della scrittura della Carnevali, una scrittura in cui sotto all’intelaiatura del giallo-poliziesco sta sempre in agguato il divertimento comico con rivoli dialettali, per scatenarsi definitivamente in pezzi di pura comicità come quelli dedicata alla ormai famigerata Banda della Maglina.
Nel complesso il nuovo giallo-rosa di Alessandra Carnevali presenta meno originalità rispetto all’esordio, mettendo in scena una struttura già collaudata con figure di contorno marcatamente delineate, clichè compresi, ma si legge bene e con gusto specie per la sagacia descrittiva di ambienti e situazioni e non fatevi ingannare dal divertimento comico, dalla leggerezza apparente è comunque un giallo con tanto di riferimenti alti (un accenno a Delitto sotto il sole di Agatha Christie!) e oltre a tutto questo c’è anche spazio per il dramma con aperture verso la tenerezza malinconica.