di Valentino Saccà
ORVIETO – Era stato preventivamente comunicato un Consiglio Comunale urgente nel pomeriggio di martedì 27 giugno, in merito alla questione della fusione CRo-Bpb. Durante la riunione dei Capi Gruppo si è dipanata una querelle in merito alla convocazione di un Consiglio Comunale aperto solamente ai tre principali soggetti in questione, ovvero CRO, BPB e Fondazione, oppure di convocare un Consiglio aperto su invito anche ad altri soggetti collaterali come le Associazioni di Categoria.
Da qui si è profilata una sequela di pareri contrastanti da parte dei diversi Consiglieri Comunali. Olimpieri si è espresso contrario ad un Consiglio aperto anche ad altri soggetti, oltre ai tre coinvolti, perché trattandosi di un argomento assai delicato si rischierebbe di creare attorno al problema inutili “caciare”. Per converso Sacripanti auspicherebbe un Consiglio Comunale aperto per poter diffondere ampiamente il problema in questione.
Su votazione dei Consiglieri presenti, il presidente Angelo Pettinacci ha concluso che verrà convocato un Consiglio Comunale aperto ai tre soggetti principali con invito anche alle Associazioni di Categoria. Verso le 14, il presidente del Consiglio Comunale Angelo Pettinacci ha letto in seconda convocazione, presso la sala consiliare del Comune, l’Ordine del Giorno presentato da tutti i Consiglieri Comunali in merito alla paventata Fusione della BPB. “La Banca Popolare di Bari – ha letto Pettinacci come da documento – è la prima azienda sul territorio per capacità occupazionale, presente su tre diverse regioni: Umbria, Lazio e Toscana. Tale proposta di fusione della BPB prevede uno scioglimento della banca stessa, ma una ancora incerta trasformazione dell’istituzione bancaria da Coop a Spa. Tale vicenda ha subito una velocizzazione tempistica senza la possibilità di troppi approfondimenti, perché è prevista una chiusura della questione al prossimo 30 giugno. A tale proposito la Commissione dovrà valutare la correttezza delle pratiche adottate e il conflitto di interessi”. Al termine del suo intervento Pettinacci ha dichiarato che “Il Consiglio Comunale si pone in netta contrarietà rispetto alla proposta di fusione della BPB”. “Oggi è stato svolto un grande lavoro su questo documento – ha sottolineato il sindaco Giuseppe Germani – grazie a tutti i Capi Gruppo. L’incontro di domani (oggi,ndr) al Ministero avrà un peso specifico diverso presentando un documento come questo firmato da tutto il Consiglio Comunale“.
Nel proseguo della seduta i diversi consiglieri hanno espresso un loro punto di vista in merito alla spinosa e delicata questione. Olimpieri durante il suo intervento ha marcato il problema che riguarda la trasformazione delle Casse di Risparmio da soggetti pubblici a soggetti privati, cambiamento iniziato con la nota legge Amato del 1990. “Da circa 20 anni a questa parte – ha concluso Olimpieri – le Casse di Risparmio non sono più di diritto pubblico e la fusione della BPB sarebbe una grandissima perdita per Orvieto. Quindi il nostro compito è quello di lanciare questo messaggio agli organi che in questa città hanno potere decisionale”.
“Pur avendo opinioni divergenti da Olimpieri in merito alla convocazione di un Consiglio aperto – ha esordito Sacripanti – la possibile fusione della BPB mi spaventa. La BPB è stato da sempre una cerniera tra il tessuto sociale, comunale ed economico della città. Non credo che un Consiglio Comunale aperto possa causare maggiori danni alla situazione attuale, ma serve da volano al problema“.
Di seguito, una sintesi del dibattito del Consiglio Comunale a cura dell’Ufficio stampa del Comune di Orvieto:
Nella seduta del Consiglio Comunale di ieri interamente dedicato ai risvolti economico/finanziari e sociali sottesi alla paventata fusione per incorporazione della Cassa di Risparmio di Orvieto in Banca Popolare di Bari che si è concluso con l’approvazione all’unanimità dell’ordine del giorno (vedi comunicato n. 537) in cui si ribadisce la netta contrarietà al progetto di fusione per incorporazione della Cassa di Risparmio di Orvieto Spa in Banca Popolare di Bari, il Sindaco, Giuseppe Germani ha annunciato che sulla vicenda, oggi pomeriggio sarà ricevuto a Roma, dal Vice Ministro dell’Economia, Enrico Morando, unitamente ad una delegazione della Fondazione CRO. Il Sindaco, inoltre, incontrerà la Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini.
Con questo spirito ci accingiamo ad incontrare sia il Vice Ministro che la Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. Ad essi rappresenterò il forte disagio di tutta la nostra comunità. Dobbiamo mettere in campo tutte le azioni affinché quanto paventato non accada. Serve una mobilitazione delle forze vive della città, delle forze imprenditoriali e non solo, in una azione concentrica che raggiunga i due soci principali della CR Orvieto, nel convincerli che la strada intrapresa è quella sbagliata. Un errore che non terrebbe conto delle vere istanze del territorio e oltretutto incomprensibilmente affrettato. Il documento sarà inviato ai Sindaci dell‘Area Interna Sud-Ovest Orvietano per creare la massima attenzione di tutti i Comuni della zona, sia di quelli che hanno una filiale di territorio sia di quelli che non hanno sportelli della CRO ma gravitano su questa area in termini di economia e di interessi diffusi. Reputo positiva la presa di posizione anche del Presidente della Fondazione, segno che si sta camminando in una direzione forte e condivisa”.
In questo momento storico serve dialogo e diplomazia. Dobbiamo essere Istituzioni lungimiranti: il Consiglio Comunale ha il suo ruolo, ma a livello normativo e politico il ruolo vero lo ha il Sindaco che nomina un membro nel Consiglio di Indirizzo e che un anno fa aveva già incontrato i vertici di BpB. La questione non si è manifestata il 19 giugno 2017, ma almeno due/tre anni fa. Se Orvieto deve costruire qualcosa deve superare dunque le divisioni, le conventicole di palazzo e muoversi unita per sostenere una causa. Il Sindaco ha la responsabilità politica e istituzionale di trarre la sintesi. In questi nove giorni (dal 19 giugno scorso) il Sindaco doveva mettere a sistema gli organi istituzionali quindi avrebbe dovuto tenere dei rapporti istituzionali con il presidente dell’ANCI Nazionale nonché Sindaco di Bari, Antonio De Caro e il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
Spero che l’incontro con il Vice Ministro Morando sortisca gli effetti sperati”. “Il Consiglio Comunale – ha concluso dichiarandosi contrario Consiglio Comunale ‘aperto’ – non può diventare capro espiatorio della vicenda. Io non ci sto a questo gioco. Va costruito un argine per impedire che questa paventata e nefasta possibilità di fusione si concretizzi. Ci sono ancora dei meccanismi per mettere a sistema tutte le realtà e le istituzioni. Anche sul presunto ‘conflitto di interesse’ che alcuni consiglieri dipendenti della banca avrebbero, è un tema che non sta in piedi poiché in una realtà delle dimensioni della nostra la questione dei rapporti di parentela e/o amicizia con soggetti che hanno ruoli nella banca locale fa parte della quotidianità e per questo non si può diventare ‘capri espiatori’. Sono contrario al Consiglio Comunale aperto e lo dico perché chi a parole dice ‘salviamo la banca’ poi cerca di fare un danno alla banca stessa con iniziative che non aiutano. Oggi ci confrontiamo per costruire insieme rapporti istituzionali e un percorso che ci deve fare arrivare ad una compattezza di città, ciascuno all’interno del proprio ruolo. Sono favorevole al documento, ma apertamente contrario al Consiglio Comunale aperto come strumento di qualcuno che gioca allo sfascio”.
Come Istituzioni quindi non dobbiamo essere silenti su questi risvolti negativi, ecco allora le ragioni di un Consiglio Comunale ‘aperto’ con i soggetti qualificati per tutelare Orvieto, i cittadini e i dipendenti dell’istituto di credito. Parimenti non dobbiamo mettere a repentaglio i livelli occupazionali di una banca che oggi ha la responsabilità sociale di un territorio. Ecco il senso di quanto emerso dal documento e dai lavori della Commissione consiliare. Non credo che sia utile subire passivamente l’ennesima spoliazione di uno degli ultimi presidi che ha fatto grande la nostra città. Mi auguro che il Consiglio Comunale ‘aperto’ riesca e che la città tutta risponda per difendere il territorio. E’ la prima volta che mi trovo di fronte ad una operazione di una portata simile e non nascondo che, da consigliere, vorrei poter lasciare un segno del nostro impegno e quindi di essere più uniti possibile in questa fase. La partita è ancora aperta. Sono convinto che il Sindaco unito con il suo Consiglio Comunale riuscirà a portare a casa un risultato”.
Roberta Cotigni (Per andare avanti): “il problema è complesso e pesante per tutti i cittadini e per la realtà orvietana. Sono stata soddisfatta nell’apprendere la posizione del Presidente della Fondazione CRO, anche se da un anno si sentiva parlare dell’avvio di un processo di fusione. Sono favorevole al Consiglio Comunale ‘aperto’ affinché i soggetti determinanti in questa scelta siano presenti, compresi i vertici di BpB che auspico spieghino il proprio piano di ristrutturazione che prevede molti esuberi. Sarebbe una perdita economica impressionante i cui effetti negativi saranno visibili già nel prossimo periodo. Condivido il documento volto a contrastare questa scelta che definisco scellerata. Non possiamo permettere che anche la Cassa di Risparmio faccia la fine di altri presidi istituzionali che la nostra città ha perso nel corso del tempo”.
Claudio Di Bartolomeo (PSI): “voto a favore del documento. Reputo importante rafforzare la posizione del presidente della Fondazione CRO, ente che può essere determinante nella scelta finale. E’ questo il momento per far riacquistare ai cittadini la fiducia nella propria banca. Siamo ancora in tempo se ci prendiamo le nostre responsabilità e se anche gli altri membri del CdA lo faranno nei confronti del territorio. Auspico una cittadinanza unita nel prossimo Consiglio Comunale ‘aperto’ che io ho approvato. Ma è importante che sia presente chi ha responsabilità decisionali”.
Tiziano Rosati (Sinistra Italiana): “anche ad Orvieto si sta verificando quanto accade in altre aree del Paese. Non per questo però la nostra comunità si deve rassegnare o arrendersi, ma usare tutti gli strumenti della comunità, della politica e delle Istituzioni per contrastare questo disegno. Peraltro, questa fusione con un istituto di credito su cui la Cassazione non si è ancora espressa, fa pensare. Voto favorevole”.
Alessandro Vignoli (“Per andare avanti”): “siamo tutti dello stesso avviso: stiamo discutendo di uno dei temi più importanti dell’attualità orvietana. Stiamo parlando del presente e del futuro di una banca che nel corso del tempo ha visto crescere la propria importanza con 50 filiali distribuite sul territorio di ben tre regioni e molto sentita come banca degli orvietani. C’è quindi la necessità della più ampia diffusione possibile a livello comunicativo. Le conseguenze di certe operazioni le abbiamo viste con il Tribunale che all’indomani della chiusura ha imposto una riorganizzazione della città stessa. Gli effetti collaterali di quella perdita si vedono oggi, quindi l’eventuale venir meno di un istituto di credito come la CRO sul territorio sarebbe una ulteriore occasione di impoverimento decisivo. Oltre alla posizione di una quarantina di dipendenti dell’Istituto di credito, viene messo in discussione anche il ruolo direzionale e gestionale della Banca orvietana. Da ultimo definirei inquietante la ‘fretta’ che si vorrebbe mettere all’operazione – legata addirittura a date fissate a fine giugno – con effetti scellerati sul territorio. Al di là della diffusione di sterili comunicati stampa, i vertici del BpB devono farsi conoscere e far sentire direttamente alla cittadinanza orvietana quali sarebbero gli effetti positivi di questa operazione. Il panorama che oggi abbiamo di fronte propende piuttosto per una grande e diffusa preoccupazione di tutta la città nelle sue varie articolazioni. Con la fusione della CRO in BpB ci troveremo sicuramente più poveri”.
Lucia Vergaglia (M5S): “in tema di responsabilità delle parti la scarsa presenza di cittadini a questo odierno incontro suona forse come una scarsa fiducia nelle Istituzioni. Il Consiglio Comunale ‘aperto’ serve quindi per sollecitare di più la partecipazione della cittadinanza. Gli elementi di conoscenza acquisiti in questi giorni, ci hanno permesso di conoscere più approfonditamente la questione e l’incontro di domani al Ministero sarà senz’altro utile. Il Consiglio Comunale ‘aperto’ ci consentirà un maggiore scambio e coinvolgimento di vari soggetti. Le decisioni prese da alcune persone non possono essere accettate con leggerezza e queste persone devono avere il coraggio di parlarne pubblicamente. Il percorso e la fase attuale sono formidabili per invertire una tendenza. Dobbiamo accompagnare i concittadini nel percorso della ricerca della chiarezza”.
Maria Flavia Timperi (PD): “alla base dell’ordine del giorno c’è una assoluta trasversalità del nostro sentire. Siamo tutti concordi nel dire che la politica ha il dovere di esercitare un ruolo entro gli ambiti consentiti, ma è dovere della politica preoccuparsi delle ricadute allarmanti sul tessuto economico e sociale del nostro territorio che tale progetto potrebbe avere. Questa unanime preoccupazione ci fa criticare apertamente i metodi e la tempistica seguite in questa vicenda. Né ci rassicurano i comunicati stampa di BpB. Sono favorevole allo svolgersi di un Consiglio Comunale ‘aperto’ che sappia condividere informazioni, scenari, prospettive e che sappia coinvolgere gli attori e tutti coloro che hanno presidiato in questi anni la questione”.
Ad oggi con le nuove normative, i punti di debolezza sono invece la tendenza a far sì che le piccole realtà come quella orvietana vengano integrate per mezzo della incorporazione all’interno di gruppi più grandi in termini di efficientamento ma a scapito della erogazione di servizi sul territorio. Con il concambio, inoltre, il valore delle quote della Fondazione CRO andrebbe sostituito con quote della BpB passando a valori molto più ridotti. Quindi la fretta di chiudere questa operazione prima che BpB si sia trasformata in SpA vedrebbe ridimensionato il ruolo della Fondazione con la riduzione del suo patrimonio azionario. Non solo, nel piano si parla di una riorganizzazione basata su 500 esuberi di personale, ovvero, la banca orvietana dovrebbe farsi carico per oltre 40 unità di una parte di esuberi che non sono di sua competenza. Se la negoziazione doveva essere condotta in un anno, adesso è giunto il momento di riaprirla con forza, infatti, se adesso è sufficiente che la Fondazione CRO blocchi l’operazione, non lo sarà più una volta che BpB sarà diventata SpA. Quindi in questo momento la cosa più importante è realizzare la massima coesione che va recuperata con i membri all’interno del CdA della Fondazione (non allineati agli indirizzi della Fondazione stessa). Anche nel prossimo Consiglio Comunale ‘aperto’ dovremo portare avanti una posizione che punti a fare chiarezza e trasparenza con la città”.
Questa fretta ci preoccupa e vogliamo spingere per la ripresa delle trattative. Probabilmente ci sono altre soluzioni da attenzionare e da meditare come le fusioni con gruppi bancari più simili alla nostra Orvieto rispetto a quello che è BpB. Il Sindaco ha il mandato di compiere tutti gli atti necessari. Il capitolo esuberi è ugualmente importante con 500 unità su tutto il gruppo che per Orvieto significa oltre 40 persone (pensiamo anche alle loro famiglie) – ovvero la perdita di uffici di direzione e la presenza sul territorio – per non parlare di un nuovo pendolarismo. Il documento che approviamo verrà portato già da questa sera all’attenzione dei Sindaci dell’Area Territoriale dell’Orvietano e oltre, in quei comuni di Lazio e Toscana che rischiano di perdere i servizi bancari sui propri territori. Anche io mi rammarico che questa sera la presenza della città non sia numerosa, speriamo che lo sia di più nel Consiglio Comunale ‘aperto’ che faremo nei prossimi giorni. Dobbiamo tenere alta l’attenzione politica e istituzionale ma con intelligenza, fermezza e attenzione. E’ l’appello che rivolgo a tutti coloro che saranno invitati a partecipare al Consiglio Comunale ‘aperto’”.