di Valentino Saccà
ORVIETO – Luigi Malerba, come tanti altri grandi intellettuali ha profondamente amato la città di Orvieto e il suo sapore medievale che finì per prenderci persino casa. Non è appunto casuale se il Meridiano Mondadori che raccoglie romanzi e racconti del grande scrittore sia stato presentato proprio a Orvieto alla presenza di intellettuali e dei parenti di Malerba. La presentazione del volume si è tenuta sabato 27 maggio alle ore 17 presso il Museo E. Greco in piazza Duomo.
Ha aperto l’incontro il professor Giuseppe Della Fina introducendo a grandi linee la figura di Luigi Malerba legato alla città di Orvieto e alle date principali che lo hanno reso attivo protagonista all’interno della città.
Guido Barlozzetti ha poi introdotto la vera e propria presentazione del volume. “Luigi Malerba sarebbe stato ben contento di stare in un meridiano, perché il meridiano in qualche modo misura al tempo e allo spazio e questo si collega a quello che lui stesso diceva della propria scrittura definendola: Struttura dl caos. Malerba appartiene a quel tipo di scrittore che dialoga con il lettore mantenendo sempre viva una certa provocazione e cito a proposito il suo testo Fuoco greco, dove i sottili fili di seta legati a due possenti colonne diventa la metafora della sua scrittura. Con questa sua capacità nello scrivere in modo così sottile e arguto faceva sembrare vero ciò che è finto e finto ciò che è vero. Chiudo citando Le Pietre volanti che risulta una sorta di epilogo della scrittura di Malerba, in cui viene invocato il silenzio, quindi quasi uno spezzarsi del filo di seta della sua scrittura”.
Ha preso poi la parola il professor Giuseppe Leonelli Università degli studi Roma Tre. “Difficile stabilire quale sia il testo più bello di Luigi Malerba anche perché risultano uno diverso dall’altro, ma sotterraneamente mantengono sempre un filo che gli accomuna e li rende riconoscibili a livello di stile. Uno degli elementi distintivi del suo stile era la voglia di giocare con le parole, peculiarità che lo avvicina a Pascoli“.
Paolo Mauri ha invece rivelato il lato più medievale di Malerba, la sua affezione a quel periodo storico che lo ha portato e legato anche alla città di Orvieto, citando anche il romanzo per ragazzi scritto a quattro mani insieme a Tonino Guerra Storie dell’anno Mille, in cui la fame, uno degli elementi tipici del medioevo, ne fa da padrona. Nella seconda parte dell’incontro ci sono state delle testimonianze legate a Luigi Malerba grazie agli interventi di Toni Concina, Anna Malerba e Alessandro Lattuada. Sono stati poi letti dei passi di alcuni testi dell’autore grazie alle interpretazioni di Daniele Benati e Costanza, nipote dello scrittore.