ACQUAPENDENTE – Con Delibera di Giunta, il Comune di Acquapendente aderisce all’avviso pubblico “Istituzione e gestione di nuovo Centri Antiviolenza e di nuove Case Rifugio per il sostegno e supporto a donne, sole o con figli minori, vittime di violenza” di cui alla determina regionale G01360 del 10 febbraio 2017.
Nel dare atto che il Comune di Viterbo assume il ruolo di capofila d’ambito e che in questa fase non è previsto onere a carico del bilancio comunale, il Comune altoviterbese dà mandato al Sindaco di Viterbo di avanzare richiesta di partecipazione e si impegna a garantire la funzionalità della struttura, sia in termini di destinazione che in termini di servizi offerti, per almeno dodici mesi dalla data di conclusione dell’intervento dando atto che il progetto non beneficia di altri fondi specifici nazionali e non è finanziato da altre fonti del bilancio comunitario. “Sottolineiamo”, si comunica da Piazza Girolamo in una nota di approfondimento in merito, “come qualsiasi forma o grado di violenza contro le donne costituisce una violenza di genere oltre che una violazione dei diritti umani e dell’integrità della persona e che la Regione con Legge N° 19 Marzo 2014 N° 4 ha inteso rafforzare le disposizioni per contrastare la violenza e le forme di discriminazione. Il contrasto al fenomeno è da realizzarsi anche attraverso l’istituzione di nuove strutture desinate ad accogliere, supportare e accompagnare le donne vittime di violenza e i loro figli/figlie in spazi adeguati e con personale specializzato.
La Regione, al fine di ricondurre tali strutture ad un disegno omogeneo nel territorio regionale ha approvato con Deliberazione Giunta Regionale N° 614 del 18 Ottobre 2016, le linee guida con le quali sono stati definiti i requisiti minimi dei Centri antiviolenza, delle Case rifugio e delle Case della semi-autonomia.
Con la già citata Legge del 2014 si prevedono interventi in tale materia tra cui quelli finalizzati a sostenere e potenziare strutture e servizi di pesa in carico, di accoglienza e di reinserimento sociale e lavorativo delle donne vittime di violenza e dei loro figli ed a promuovere e rafforzare le reti locali, idonee a prevenire e contrastare gli episodi di violenza nei confronti delle donne stesse. I centri antiviolenza, infine, sono strutture in cui saranno accolte, a titolo gratuito, le donne di tutte le età, i lori figli e le loro figlie minorenni, che hanno subito violenza indipendentemente dal luogo di residenza. Mentre le case rifugio saranno strutture dedicate a fornire alloggio sicuro, a titolo gratuito ed indipendentemente dal luogo di residenza, con l’obiettivo di proteggere le donne che hanno subito violenza, e figlie e le figlie, e di salvaguardare l’incolumità fisica e psichica”.