da Cobas Orvieto
ORVIETO – I Comitati di Base della Scuola – Confederazione COBAS dell’Orvietano, segnalano all’attenzione dei dirigenti degli Istituti Scolastici orvietani, dei loro Docenti, all’Amministrazione Comunale di Orvieto (nelle persone del Sindaco e all’Assessore all’Istruzione) e alla cittadinanza tutta, la reiterata seppur sparuta presenza presso i cancelli delle scuole di attivisti del cosiddetto “blocco studentesco”, formazione giovanile del movimento neofascista casapound.
Nei volantini distribuiti negli ultimi giorni, dai contenuti antistorici e a tratti deliranti, si erge tra gli altri a “padre della patria” niente meno che Benito Mussolini. Ad alcuni di questi ragazzi sono state chieste informazioni a riguardo; la loro risposta è stata testualmente: “Noi stiamo soltanto eseguendo degli ordini”. In questi casi, come non pensare alle tristemente note e inquietanti affermazioni dei soldati nazisti, che messi davanti alle loro responsabilità dichiaravano cinicamente: “Abbiamo soltanto obbedito agli ordini”.
Ciò che preoccupa di più, è vedere questi giovanissimi ragazzi alla totale mercé di presunti “capi” dell’organizzazione provenienti da fuori città, in particolare dalle vicine Viterbo, Perugia e Roma.
Non di meno, è preoccupante l’indifferenza con la quale le istituzioni scolastiche trattano l’argomento, consentendo la diffusione presso i loro istituti di concetti e pratiche politiche già condannate dalla storia, intrise di intolleranza verso il “diverso” e lo “straniero”, che ci riportano indietro nel tempo alle pagine più tragiche della storia d’Italia e d’Europa.
In tal senso, proprio in queste settimane è quantomeno paradossale vedere docenti e dirigenti tanto attivi nel promuovere lodevoli iniziative in occasione della “Giornata della Memoria” (27 Gennaio) o del Giorno del Ricordo (10 Febbraio), quanto apatici di fronti al manifestarsi di embrioni di neofascismo studentesco, evidentemente secondo un’interpretazione decisamente distorta del concetto di “libertà di espressione”.
Ci preme infatti ricordare che nell’ordinamento italiano l’apologia di fascismo è ancora oggi un reato grave, in base alla Legge 645/1952, contenente le “Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione”. Non solo, la Legge 205/1993 “sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, e aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. La legge punisce anche l’utilizzo di simbologie legate a suddetti movimenti politici”.
Prossimamente – e come sempre – continueremo pertanto a farci promotori di iniziative pubbliche di sensibilizzazione sul tema, anche presso le istituzioni locali, scolastiche e culturali della città di Orvieto e del comprensorio. Nel territorio orvietano, che tanto ha dato in termini di sangue nella lotta al nazifascismo – da Giovanni Ciuco ai sette Martiri di Camorena, passando per Corrado Carini ed Angelo Costanzi e tanti altri ancora – non c’è posto né per i (neo)fascisti, né per i loro lacché.