ORVIETO – In mezzo alle lacrime e alla tragedia di Amatrice e Norcia è possibile rinvenire una bellezza collaterale significa imparare a trovare bellezza e senso compiuto anche nel dolore e nella tragedia.
Trovare la bellezza tra le macerie di Norcia e Amatrice è difficile, ma non possiamo non pensare alla solidarietà che il sisma ha portato con sé e alle tante iniziative a favore dei terremotati. In mezzo a questo pervaso senso di solidarietà c’è la cena organizzata il 21 Gennaio a Orvieto nella suggestiva struttura Al San Giovenale.
I ragazzi dell’Oratorio San Filippo Neri, coadiuvati dai giovani studenti dell’alberghiero di Orvieto, hanno organizzato l’evento “RipartiAmo dal Cuore”, una riuscitissima serata di beneficenza a favore delle popolazioni colpite dal sisma.
230 persone hanno partecipato con entusiasmo alla cena, gestita da ragazzi che hanno dedicato il loro sabato sera alla solidarietà.
Scuola e territorio hanno unito forze, competenze e professionalità per dare un aiuto concreto a chi ha perso tutto o quasi.
Gli studenti dell’IPSIA, coordinati dai professori Fabio Pissaglia, Lorenzo Moretti, Luigi Anniboletti, Nicola Giangiordano e Vincenzo Di Costanzo, si sono occupati con grande abnegazione e professionalità della cucina, del ricevimento, del servizio e della pulizia della location che ha ospitato l’evento. Hanno partecipato alla serata una trentina di alunni del biennio e del triennio dell’istituto che si sono fatti apprezzare per la loro professionalità e voglia di fare.
Nel menù non poteva mancare il richiamo alla ricchezza gastronomica che contraddistingue le terre colpite dal sisma: prodotti legati all’arte della norcineria e pasta all’amatriciana, declinata nella ricetta originale che ha reso famoso il paese omonimo in tutto il mondo.
Che cosa è rimasto di questa importante serata? Innanzitutto una ragguardevole somma da devolvere interamente alle popolazioni colpite dal terremoto, tanta stanchezza, ma soprattutto la soddisfazione per gli studenti di aver contribuito attivamente alla ricostruzione del Centro Italia e la consapevolezza che la “bellezza collaterale”, nel nostro maledetto seppur stupendo Paese, sia più forte e presente che mai.