di Lucia Vergaglia (M5S)
ORVIETO – L’M5S risponde al Pd sul voto referendario. Lucia Vergaglia(M5S): «Leggiamo le esortazioni al voto da parte dei locali circoli del Pd e ci chiediamo: ma lo sanno di chiedere agli iscritti di rinunciare, e per sempre, al proprio sacro diritto di votare anche il Senato?». Al di la delle decine di tecnicismi per i quali questa “revisione” di 40 articoli su 139 della Costituzione repubblicana non dovrebbe essere liquidata con una semplice si o no ma piuttosto analizzata per singoli punti quello che sembra davvero folle è l’appello che fanno i circoli Pd sul territorio per andare a votare.
«Roba da matti – esclama Lucia Vergaglia – E’ lecito ipotizzare una forma di stato diverso, è lecito anche se non etico legiferare per modificare l’assetto dello Stato quando si è privi dello specifico mandato elettorale ma per quanto legalmente possibile mi pare una follia che i circoli Pd chiedano ai propri elettori ed iscritti di tagliarsi via il diritto di voto. Perchè questa è l’ipocrisia di fondo, questo è il paradosso assurdo: si chiede ai propri iscritti di fare campagna e di sfruttare il proprio diritto di voto per eliminarlo via per sempre dalla disponibilità di tutti. Un diritto ottenuto non senza difficoltà e lotte, e del quale soprattutto i circoli giovanili non potranno mai godere, a loro si chiede di non potere mai avere influenza sul Senato elettivo per il quale non si vota alla maggiore età ma solo a 25 anni e così coloro che non raggiungevano quell’età nel 2013, ovvero i trentenni delle prossime elezioni non avranno mai nella loro vita potuto votare il Senato e non potranno mai più farlo, per sempre.
Anche questo senso è tutto sbagliato nell’impostazione che una risicata maggioranza vuole dare al paese tutto, al di là dei tanti tecnicismi per i quali si dicono sciocchezze su sciocchezze come se il problema italiano fossero i 70 impiegati del Cnel che saranno assorbiti comunque da altri uffici a svolgere le medesime mansioni perchè previste ormai nei tanti trattati internazionali ed europei in cui il Cnel con il suo nome e le sue specifiche funzioni è ben presente, come se le leggi su cui i partiti mostrano interesse non fossero letteralmente volate tra una camera e l’altra invece di impantanarsi, come se trasformare quell’articolo 70 che diceva “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere” in un romanzo a puntate di molte pagine scritto in burocratese servisse davvero al progresso per l’Italia. Noi diciamo no a questa controriforma, ma soprattutto noi chiediamo di lasciare liberi gli iscritti dei partiti e le sezioni giovanili di votare secondo coscienza, come se fosse l’ultimo voto che potranno dare perchè, se non si è intellettualmente disonesti, almeno sul Senato è di questo che si tratta.»