da Coordinamento Associazioni Orvietano, Tuscia e Lago di Bolsena aderente a Rete Nazionale No Geotermia Elettrica, Speculativa e Inquinante
“Con lo schiacciante esito del referendum i cittadini hanno indicato con chiarezza e forza la loro decisione: la Costituzione non si cambia, ma soprattutto non si cambia in questo modo. Tra le altre riforme respinte, c’era la modifica del Titolo Quinto della Costituzione, con la quale il Governo Renzi intendeva sottrarre alle Regioni importanti competenze tra le quali, importantissima, quella sull’Energia.
Con il voto NO i cittadini hanno ribadito che non vogliono che la materia energetica si allontani dal potere decisionale dei territori, rappresentato direttamente dalle Regioni. Per finire nelle mani di burocrazie ministeriali e di politici sempre più lontani dalla gente e chiaramente più sensibili alle lobbies di speculatori e ai grandi poteri finanziari piuttosto che alle esigenze ed ai diritti della gente.
Lobbies di speculatori estremamente aggressive nel caso della geotermia. Capaci di tutto: di blandizie, di pressioni politiche, di truccare le carte tecniche, di attaccare la Regione ed il Ministero con minacciosi ricorsi al TAR. Solamente perché la Giunta si è fermata nel concedere la propria Intesa al dissennato progetto geotermico di Castel Giorgio, visto l’insorgere di un vasto territorio contrario e la presa di posizione della Commissione Ambiente della Regione e della stessa Assemblea Regionale.
Ultimamente, di fronte alle giuste ed unanimi spinte della popolazione, dei comitati, dei sindaci e dei Consiglieri Regionali, la Giunta aveva risposto in modo ulteriormente ed irritualmente dilatorio. Invece di negare l’Intesa al progetto, come richiesto da tutti i territori, preoccupati per la propria sicurezza, salute e sviluppo del territorio, l’Assessore Cecchini aveva rinviato tutto ad una ulteriore e del tutto inutile richiesta di incontro al Ministero dello Sviluppo Economico.
Per fare cosa? Per sfuggire ancora alle proprie responsabilità? Tanti hanno giustamente pensato che la Giunta rinviasse da tempo ogni decisione sperando che la riforma costituzionale fosse approvata con il referendum. Il che, togliendo la materia Energia dalle competenze regionali, avrebbe “tolto il peso” di rappresentare i propri cittadini alla Marini ed alla sua Giunta. Ed avrebbe lasciato libero il Governo di approvare il progetto e di cedere alle pressioni speculative. Alla faccia di 25 sindaci, della popolazione di un vasto territorio e della Assemblea Regionale umbra.
Ma ora il risultato chiarissimo del referendum spazza via ogni dubbio ed ogni alibi: tocca ancora ed ancora di più alla Regione rispondere ai propri territori, giustamente preoccupati per la grave pericolosità sismica, di inquinamento delle acque e di alterazione industrialista di un magnifico territorio con un progetto insensato e respinto da tutti. I cui fini sono solamente speculativi: pochissima produzione di energia elettrica a fronte di enormi incentivi governativi.
E’ ora che la Giunta Marini si decida a sfuggire alle pressioni ed alle minacce dei lobbisti, pervenute attraverso il governo centrale ed i tribunali, e si assuma la responsabilità tutta politica di negare l’Intesa a questo insano progetto. L’Intesa non è un atto tecnico, ma politico. Un intero territorio compatto e l’Assemblea Regionale sono contrari al progetto con fondatissimi motivi. La decisione, se si rappresentano i territori e non le lobbies, va chiaramente nella direzione del NO all’Intesa.
Presidente Marini, è il momento di trovare il coraggio, l’umiltà ed il senso del dovere di rappresentare i propri cittadini e non altri interessi. E di negare l’Intesa subito, come suo dovere. Il suo partito ha mostrato con questo referendum di essersi pericolosamente allontanato dai sentimenti, dalle opinioni e dai diritti dei cittadini. E per questo ha preso una sonora batosta con il referendum. La stessa impressione di lontananza e disinteresse hanno avuto i cittadini dell’Orvietano e dell’Alfina in relazione al comportamento della sua Giunta sul delicato problema della geotermia. Presidente Marini, è ora di riavvicinarsi alle giuste istanze dei cittadini e di riprendere la sintonia con gli elettori. Conviene ai cittadini e conviene ai politici. Il NO al referendum non può non tradursi ora in un NO all’Intesa. Senza ulteriori dilazioni. E i cittadini se ne ricorderanno”.