Di Valentino Saccà
ORVIETO – Ad una settimana dal Santo Natale si chiude il Festival Arte e Fede 2016 con una serata dedicata all’ultimo testo di don Luigi Maria Epicoco nell’accogliente spazio della libreria dei Sette.
La Stella, il Cammino, il Bambino è il titolo del nuovo scritto di don Epicoco attraverso il quale il filosofo, teologo e sacerdote cerca di portare a galla il vero e più profondamente autentico significato della Santa Natività.
La serata dopo l’introduzione del direttore artistico di Arte e Fede Alessandro Lardani e il saluto della neo-assessore alla cultura Alessandra Cannistrà, si è aperta l’intervista di Davide Pompei a don Luigi Maria Epicoco. Da questo dialogo sono emersi diversi significati filosofici, umani e spirituali che hanno dato un altro volto alla festività del Natale, un volto più autentico e scevro da qualsiasi pleonastico risvolto mercantile.
Il punto di vista dei Magi, che è un punto di vista da non credente, è lo sguardo narrante utilizzato da don Epicoco per far emergere il significato più autentico del Natale. I Magi, tre scienziati pagani che non credono, durante il loro cammino arriveranno fino a Cristo.
Questa interessante chiave di lettura utilizzata da don Epicoco si avvicina molto a quella laicamente sacra utilizzata dal regista Sergio Citti nel suo bellissimo film I Magi randagi, e questo sguardo così umano.. troppo umano riesce a portare all’avvento di Cristo.
Tre sono i Magi come tre i punti di congiunzione del testo di Epicoco, la Stella, ovvero la coordinata di partenza, il Cammino, che rappresenta il mezzo e il Bambino il fine da raggiungere.
Nel proseguo dell’incontro don Epicoco ha parlato di bellezza, di tempo, di arte tutte categorie trattate con perizia filosofica arrivando alla famosa frase di Dostoevkij contenuta ne I Fratelli Karamazov che dice: Quale bellezza salverà il mondo?
In conclusione don Epicoco ha evidenziato l’importanza della realtà sul virtuale e per raggiungere questa centralità del reale bisogna imparare a far venire meno l’immaginario prodotto dalle nostre aspettative e lasciare il posto al palesarsi dell’evento reale.