di Valentino Saccà
ORVIETO – Nasce in Germania l’iniziativa di Decade Kantiana, un corpus di incontri sulla filosofia di Immanuel Kant in attesa del suo 300esimo anniversario della sua nascita, che sarà nel 2024. Anche la città di Orvieto si occupa di questa iniziativa e nascono così una serie di incontri sulla (ri)scoperta del pensiero kantiano, del filosofare oggi e della scienza metafisica applicata al contemporaneo.
Ieri mattina, presso la sala dei 400 di Palazzo del Popolo, si è tenuto un incontro di Decade Kantiana, aperto al confronto con gli studenti dei licei.
Ha presieduto la mattinata il professor Franco Raimondo Barbabella. “Vorrei prima di tutto ringraziare l’Unitre di Orvieto e il suo presidente il maestro Riccardo Cambri – ha esordito Barbabella – per aver aderito all’iniziativa, grazie all’Amministrazione Comunale nelle persone del sindaco Giuseppe Germani e della vice sindaco Cristina Croce per il sostegno e anche alle dirigenti scolastiche. L’incontro di oggi riguarda il tentativo di diffondere che il fare filosofia è alla portata di tutti, basta saper utilizzare l’intelletto e ovviamente in attesa dei 300 anni dell’anniversario di uno dei più grandi filosofi di sempre, cioè Immanuel Kant potremo ricostruire il suo pensiero partendo dal concetto di metafisica, grazie agli interventi dei nostri relatori il professor Massimo Donà e il professor Luciano Dottarelli“.
“Già nel Convivio – ha ripreso Barbabella entrando nel vivo della tematica – Dante si interrogava sulla metafisica e il filosofare e quando parlava di lo filosofo intendeva riferirsi a Aristotele, tra i primi grandi pensatori che si è occupato di metafisica. Con Kant la metafisica diventa scienza dei principi fondamentali e si parla di ontologia“. A seguito dell’intervento del professor Barbabella ha fatto i suoi saluti il maestro Riccardo Cambri, presidente Unitre e di seguito hanno fatto i loro interventi i relatori.
Ha principiato il professor Luciano Dottarelli citando in apertura il testo Dieci ragioni della tristezza del pensiero di Steiner e da quel punto ha sviluppato una riflessione su come oggi sia possibile parlare ancora di metafisica dopo Kant. “In Kant – ha spiegato Dottarelli – si coagula l’intera metafisica e se ne rintracciano le virtualità future“.
Altrettanto profondo e stimolante è stato l’intervento del professor Massimo Donà che ha voluto concentrarsi principalmente su un passo noto della Critica della ragion pura, in cui Kant descrive l’intelletto umano come un’isola, una terra della verità circondata da un mare tempestoso dell’apparenza.
In chiusura è stato possibile un dibattito costruttivo con una serie di domande e interventi posti dai ragazzi dei licei.