di Valentino Sacca’
ORVIETO – Il vino da sempre scorre nelle arterie dell’Umbria e in species della città di Orvieto quale elemento di identità territoriale e locale riconosciuto mondialmente. Nella mattina di ieri presso il palazzo del Capitano del Popolo si e’ tenuto il convegno di apertura del progetto Orvieto diVino, progetto di riqualificazione e rilancio internazionale del brand vinicolo della città di Orvieto.
Ha aperto la mattinata la dottoressa Patrizia Marin, docente allo IULM di Milano, la quale ha poi moderato i vari interventi.
“Orvieto di Vino, nome che rappresenta l’importanza del prodotto e del territorio. Orvieto diVino vuole essere un propulsore che partendo proprio dal vino si estenda fino ad abbracciare un intero discorso artistico, culturale, economico e turistico, con una serie di eventi in città a scadenza periodica di quello di oggi e solo il punto di partenza.
Abbiamo anche un Comitato Scientifico capace di amplificare professionalmente in messaggio composto da illustri nomi come: Bruno Vespa, Giorgio Calabrese, Oscar Farinetti(che sarà’ presente ad un nostro incontro a Roma), Fiammetta Fadda, Patrizio Roversi, Enzo Vizzari e Riccardo Cotarella in qualità di coordinatore del comitato“.
Subito dopo come di prammatica il saluto istituzionale del sindaco Giuseppe Germani e a seguire quelli di Vincenzo Cecci, presidente del Consorzio e quello di Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria.
“Il vino fa la storia di Orvieto – ha principiato il sindaco Germani – una foglia di vite fu trovata agli scavi di Campo della Fiera. Il vino e’ la matrice del territorio orvietano e ringrazio il Consorzio del vino e il suo presidente Vincenzo Cecci, perche’ la citta’ e il Consorzio sono un unicum. Un grazie particolare anche a Riccardo Cotarella“.
“Orvieto e’ la mitica citta’ della rupe – ha esordito il presidente Cecci – e credo che Orvieto diVino possa essere il vero rinascimento della citta’. Un grazie al supporto di Catiuscia Marini al sindaco Germani e a Riccardo Cotarella per la fondamentale partecipazione al progetto e ovviamente grazie agli onorevoli relatori qui presenti. Ricordo che la valorizzazione del consorzio del vino di Orvieto ha un’importanza nazionale e una ripercussione internazionale. La storia del vino di Orvieto e’ ricca di eventi e si e’ evoluta fino ad oggi sulla base anche di una ristrutturazione dei vigneti e su queste basi si e’ costituito il Consorzio. Orvieto diVino e’ progetto che parte dal prodotto vino per sviluppare un discorso economico e turistico“.
“Quando Luca Signorelli affresco’ il Duomo – ha iniziato la presidente della Regione Catiuscia Marini – oltre a ricevere il suo congruo compenso si fece pagare in vino, cio’ dimostra il legame profondo tra il vino e l’arte nella citta’ di Orvieto. Teniamo a questo progetto e al Comitato Scientifico che lo sostiene e lo alimenta. La Doc. di Orvieto e’ sicuramente la piu’ importante dell’intera regione tenendo conto che il 51,52 % della produzione di vino in tutta l’Umbria avviene proprio qui a Orvieto. Orvieto diVino e’ una scommessa per la citta’ e per tutta la regione che possiamo vincere insieme “.
L’argomento vino si e’ poi spostato sull’asse delle normative politiche con l’intervento dell’onorevole Luca Sani della Camera dei Deputati.
“Complimenti per questo bel progetto che si inserisce nel grande progetto agro-alimentare italiano. Secondo i dati Istat si e’ registrato un aumento dell’ 1,8% di crescita nel settore agricolo, questo dettato dalla dinamicita’ del settore nonostante il periodo di crisi. Io credo che il settore agricolo potra’ diventare il volano per la produzione nazionale futura. Concludo dicendo che attualmente stiamo lavorando ad un quadro normativo piu’ snello sulla produzione vinicola italiana con il Testo Unico del Vino“.
A circa meta’ della ricca mattinata hanno poi preso la parola gli esperti del settore tra cui enologi, titolari di aziende e cantine.
“La nostra azienda si sta sempre piu’ legando al brand di Orvieto – ha esclamato Fabio Carone dell’azienda Rufino – la Ruffino ha trovato nel Bianco orvietano le qualita’ e le caratteristiche per promuoverlo ed esportarlo su scala internazionale. Ora e’ un momento critico e bisogna dare alle nuove generazioni gli stimoli per continuare a tenere alta la denominazione del bianco di Orvieto. Bisogna per fare cio’ lavorare sulla qualita’, sui numeri produttivi e sull’innovazione. Noi come innovazione proponiamo di fare un Orvieto Doc. spumante“.
“Grazie a tutti per l’invito a questo importante convegno – ha sottolineato il marchese Antinori – e soprattutto in questa bellissima citta’ di cui conservo tanti ricordi. Per tanti anni il Chianti e il bianco di Orvieto erano il simbolo del vino italiano poi sono subentrati diversi vini nuovi e credo che ora sia giunto il momento della riscossa, perche’ l’Orvieto possa riguadagnare il proprio prestigio “.
“Il progetto ha basi convincenti – ha espresso l’enologo e giornalista Antonio Paolini Curatore Guida “I Vini de L’Espresso” – l’impostazione di tutto il progetto poggia su un quadro convincete di comunicazione. Oggi sta un po’ cambiando il modo di guardare al vino e ci vuole un’apertura piu’ giovane tramite i social a livello di comunicazione. Questa citta’ deve riprendersi il proprio posto pilota con il proprio brand “.
” Vorrei dare due spunti – ha suggerito la critica gastronomica Fiammetta Fadda – il primo riguarda gli elementi interessanti che riguardano la gastronomia di Orvieto che sono: la genuinita’ dei prodotti, la forte tradizione verso il mondo vegetale, la resistenza alla tradizione per la carne e i salumi, il non spreco in cucina. Secondo che le donne oggi si sono dimostrate piu’ attente degli uomini nel degustare i vini, di puntare alla piacevolezza del degustare un vino abbinato al giusto piatto. Concludo auspicandomi che ci possa essere in futuro una festa dedicata alla fioritura della vite “.
“Grazie per l’invito all’incontro di oggi e direi un bravi era ora – ha sottolineato ironicamente Enzo Vizzari, Direttore Guide “I Vini e Ristoranti de L’Espresso” – vi siete lasciati scappare di mano un patrimonio fondamentale. Nel mercato italiano dal punto di vista del marketing questo progetto risulta esemplare e va ben oltre al vino come prodotto, ma diventa vino come progetto proprio di marketing territoriale”.
Conclude l’incontro Riccardo Cotarella presidente di Assoenologi. ” Grazie a tutti i nostri ospiti, a tutti gli amici del Comitato Scientifico, propulsori di rara efficacia. Questo progetto credo possa essere un motivo di superamento ottimista delle diatribe tra grandi e piccole aziende“.
Al convegno e’ seguita una degustazione dei vini del Consorzio.