di Valentino Sacca’
ORVIETO – La visita di ieri mattina, presso la Casa di Reclusione di Orvieto dell’On. Walter Verini, membro della Commissione Giustizia della Camera, è stata l’ultima tappa a completare il calendario di incontri negli istituti di pena umbri, da Spoleto a Terni, passando per Perugia. “Troviamo in generale il sistema giustizia umbro migliorato – ha detto Verini – superando anche il problema del sovraffollamento delle carceri. La pena deve avere una dimensione umana e cio’ significa anche investire in sicurezza dato che un detenuto che viene trattato umanamente difficilmente torna ad delinquere.
Poi l’85% dei detenuti lavora, impara un mestiere e questo fa nello specifico del carcere di Orvieto un carcere modello. Anche in caso di terremoto gli agenti sono intervenuti in maniera tempestiva e professionale con il piano di evacuazione. Ora il nostro compito politico e’ di garantire un turn over”.
Presenti alla visita anche il sindaco Giuseppe Germani e il segretario del Partito democratico di Orvieto Andrea Scopetti.
“Il tema giustizia e’ uno dei temi sui quali stiamo puntando molto i riflettori oltre a quello della sanita’ e quello bancario – ha esordito Scopetti – . La visita alle carceri umbre da parte del gruppo parlamentare PD e’ terminato oggi (ieri, ndr) con il carcere di Orvieto che riteniamo una struttura importante a livello educativo“.
Scopetti ha poi annunciato per venerdì 9 settembre alle 21 alla Sala Agorà di Ciconia l’incontro con il ministro della giustizia Andrea Orlando nell’ambito di “Dialogando”, un calendario di iniziative propedeutiche al referendum costituzionale.
Il sindaco Germani, nel suo intervento, ha invece ricordato il progetto sperimentale finalizzato all’impiego di detenuti in lavori di pubblica utilità quali: manutenzione, restauro, pulizia e decoro urbano dei siti di interesse pubblico, attraverso una convenzione tra il Comune, la casa di reclusione di Orvieto e l’ufficio esecuzione penale esterna di Spoleto. “L’obiettivo del Comune di Orvieto – ha detto – è quello di contribuire a trasformare la locale struttura carceraria da luogo in cui scontare la pena a luogo dove si fa inserimento dei detenuti nel tessuto sociale”.