di Lucia Vergaglia, Capogruppo M5S Orvieto
«Nel Consiglio Comunale straordinario a Roma del 10 agosto risuonano le parole “crisi sistemica”, “ciclo dei rifiuti incompleto” e “rischio sanitario riferite a 50 anni di pessima gestione del passato. La neosindaca Virginia Raggi ora deve tutelare gli interessi della capitale e pertanto prevede l’ampliamento della platea dei siti di conferimento e trattamento disponibili.
Considerando che Roma controlla Acea S.P.A. e che, scelleratamente e disastrosamente, il Comune di Orvieto ha venduto, anzi svenduto, la propria discarica alla multiutility della capitale ormai, in qualità di cittadini orvietani, non abbiamo assolutamente il controllo della vicenda e del territorio, anzi, considerando i contratti in essere ed il fatto che da Roma si chieda la priorità di conferimento rispetto a quei terzi che paradossalmente saremmo noi che già conferiamo verso impianti Acea, rischiamo di entrare in crisi a nostra volta; non dimentichiamo infatti che moltissimi impianti in regione sono già sotto sequestro od interdittiva e rischiamo la dichiarazione emergenziale anche da Perugia.
A questo punto è fondamentale agire d’urgenza. Depositeremo una mozione-risoluzione da discutere prioritariamente per cambiare la destinazione d’uso delle aree nel terzo calanco come agricole prima che siano trasformate in una nuova discarica ed incontreremo ad Italia 5 Stelle, il congresso nazionale del MoVimento 5 Stelle, il 24 settembre prossimo, la Sindaca Raggi per discutere l’accellerazione verso il ciclo Rifiuti Zero per superare definitivamente la questione discariche che a Roma, secondo numerose inchieste della magistratura, hanno contribuito a quelle storture gravissime che sono all’origine di questa crisi.
Quindi, nel comprendere le esigenze della città di Roma che vuole utilizzare le proprie strutture di Le Crete, che la città di Orvieto nel passato ha ceduto per un prezzo davvero risibile, è nostra intenzione intanto quella di scongiurare l’apertura del terzo calanco e di trovare con la stessa Virginia Raggi alternative consone durante un pubblico confronto.
Chiederemo infine attraverso il Consiglio Comunale di Orvieto la disponibilità dei locali orvietani dell’ex Mabro, recentemente assunti al patrimonio indisponibile, cioè da usarsi con finalità pubbliche, della Regione Umbria per ipotizzare un complesso destinato al recupero ed al riuso, un vero e proprio distretto di economia circolare atto ad assorbire e trasformare in risorsa i rifiuti non indifferenziati. Tre punti per iniziare ad agire e non subire passivamente. Poi parleremo delle responsabilità di chi ha voluto espropriare i cittadini orvietani dalla possibilità di gestire la propria discarica vendendola ad Acea, incurante di quanto sarebbe potuto accadere e, purtroppo, sta accadendo.»