di Gianni Marchesini
Perché questa faccenda della Tema merita due righe? Perché la Tema è quello che per Orvieto è il Buco della Sora Maria. Tu guardi giù, in fondo alla Cava, se il cielo ha il colore del piombo allora a Orvieto piove. Tu segui la Tema e capisci che clima incombe su questa cittadina.
Intanto una cortesia personale all’assessore che metteva in fila i puntini: togliesse il puntino del CDA Tema del governo balneare Concina. Lì abbiamo fatto quello che andava fatto senza fare un debito di più. Cercare di dare a intendere che “L’epoca rossa e l’epoca azzurra sono insieme complici riguardo ai debiti” è un metodo da scuola delle Frattochie e non è cosa da democristiano seppur oleoso come lui. Eh, le amicizie a volte! Poi io stimo la signora Calcagni che ha un’aggressività portentosa per le torte con le mele e per altri dolci di notevole attrattiva ma mi ha elencato una serie di operazioni amministrative con il piglio accusatorio di una che ti ferma per strada e ti appella: “Tu, Marchesini, ricordati che hai una sorella che si chiama Anna, la mamma che faceva la maestra una volta ha firmato una fideiussione, inoltre, (e qui tanto torto non l’avrebbe), hai un amico che si chiama Pier Luigi Leoni.
Le responsabilità della Tema, signori, sono della sinistra al potere perenne perché i debiti sono stati fatti esclusivamente dalla sinistra con operazioni alquanto creative. Con le quali, per la verità, ci ha coperti di debiti in tutta l’Italia. Tanto che li hanno passati tutti o quasi tutti a quelli del 5 Stelle. Non si capisce allora davvero questa improvvisa levata di scudi. La Farmacia Comunale non aveva debiti? Vantavamo un fior di consiglio d’amministrazione anche lì. Il buon Salticchioli ripezzò 100 milioni di lire di debito. La vogliamo prendere anche con lui? La scuola di musica Casasole non aveva debiti? Ceeerto che ci li aveva. I maestri dovevano prendere 70.000 euro di stipendi. Vogliamo accusare Concina se almeno 40.000 euro del suo stipendio da sindaco andarono a pagare quelli? E il Comune non aveva 13 milioni di debiti? Il povero Toni usciva dal Palazzo a prendere un caffè, quando risaliva c’era un milione di più. Eppure hanno voluto avvelenare i pozzi anche lì.
Quando fui nominato amministratore della Tema volli parlare con tutti i dipendenti. Apriti cielo. Sembrava che mi fossi inoltrato in una moschea senza togliere le scarpe. Dissi a tutti: “Guardate, questo sistema del carrozzino attaccato al Comune, al Partito, pagato con i soldi di tutti è finito. Il tentativo della sinistra di dimostrare di andare oltre il capitalismo è fallito. Mettetevi in privato, avete esperienze, capacità, apritevi al mercato. Le possibilità erano molte. Nel frattempo suggerii un progetto (c’è ancora: andassero a vedere), di un Caffè Teatro che comprendesse un centro informazioni gestito dalla Tema soprattutto pagato da privati: “DRINCK&INFORMATION” dove il turista veniva coccolato, bevuto e informato.
Ma c’era un modo per uscire dall’impasse ed anche quello fu detto in tutte le salse. Ci sono anche degli articoli. Questo mio progetto, per la verità, dai e poi dai non fu accolto, ahi ahi, nemmeno da Concina e invece può essere, credo anzi che sia, una soluzione. Ecco cosa fare in estrema sintesi.
Accorpare le strutture: Pozzo, Palazzo dei Congressi, Teatro, Carmine, Chiesa di San Francesco, Centro Studi, Palazzo dei Sette, Palazzo del Gusto… creare un ufficio, metterci un BRAND MANAGER che muova tutta la macchina, che ci butti le idee, che rivitalizzi la città e che colleghi le funzioni delle strutture. E che il braccio operativo di questo ufficio sia la Tema. Naturalmente tutto ciò, che è progettato nei particolari, è una macchina concepita anche per fare profitto che anche Germani dovrà per forza capire che l’unica risorsa per la sopravvivenza della città è la riprogettazione turistica e non solo della città stessa dalla quale deve scaturire un nuovo modello economico che provochi economia, occupazione oltre a un graduale abbassamento delle tasse.
Ma serve che il Sindaco blateri meno di aree interne, porti dentro a questo progetto l’impresa, gli imprenditori quelli di ciccia e di buona volontà come stanno facendo i sindaci vicini a lui, lasci perdere Perugia che il Partito è finito, non c’è più, non rispondono nemmeno al telefono e allora potrà dire: “Grazie signor Pagnotta per quello che ha fatto per questa città. Ora però siamo diventati forti, da qui in poi facciamo da noi”.
Ma non ora. Soltanto allora.