da SEL Orvieto
Le notizie degli ultimi giorni circa le vicende dell’associazione TeMa e la direzione artistica del Teatro Mancinelli, impongono a tutta la città di riaprire una discussione seria ed ampia su quale sia la sua vocazione culturale ed il suo ruolo nel panorama regionale ed italiano.
L’annuncio della rimozione di Enrico Paolini quale direttore artistico di uno dei più importanti presidi culturali di Orvieto, il dibattito che a seguire si è acceso sulla stampa locale e regionale, anche alla presenza di voci autorevoli quali quelle di Nicola Zingaretti e Vincenzo Salemme (cifr. Corriere dell’Umbria del 24/06/2016), e da ultimo la bocciatura da parte dell’assemblea dei soci dell’associazione del bilancio appena presentato dal cda, dimostrano quanto possa rivelarsi dannoso affrontare questioni come questa alla luce di battaglie interne più che del prestigio cui Orvieto dovrebbe poter ambire.
In questo senso, crediamo sia profondamente sbagliato e controproducente affrontare le difficili situazioni amministrative e di gestione dell’ass. TeMa, le cui difficoltà sono da tempo note tanto agli addetti ai lavori quanto all’opinione pubblica, cercando un capro espiatorio da poter immolare, mischiando di fatto le questioni e riversando sulla direzione artistica e sulla capacità di programmazione teatrale problemi che pure esistono e a cui il cda dell’associazione ha il dovere di fornire risposte serie ed effettive.
Crediamo pertanto sia necessario che l’amministrazione comunale si assuma la responsabilità di quanto si andrà delineando per il futuro della programmazione artistica del nostro teatro e della vita stessa dell’associazione Te.Ma., ripensando profondamente il metodo di nomina all’interno del cda e procedendo ad un vaglio delle effettive professionalita e capacita culturali, prima ancora che di gestione, dei suoi membri. Rifuggire da nomine dal sapore “politico” in circostanze come queste e in riferimento ad istituzioni centrali nel panorama culturale della città quali il Teatro Mancinelli, è il passo fondamentale che va intrapreso, soprattutto alla luce dei disatri in termini di immagine e offerta culturale che metodi diversi hanno contribuito a produrre e come i fatti di questi giorni dimostrano.
In questo senso, è più che mai opportuna una rapida verifica degli indirizzi politici che in ambito culturale questa maggioranza vuole offrire alla città, per poi muoversi alla luce di questa e procedere ad una ricomposizione della situazione per evitare che i processi travolgano chi è incaricato di gestirli. Dal canto nostro, crediamo che si debba procedere ad un nuovo vaglio delle possibilità di affidamento della direzione artistica del nostro teatro, evitando di liquidare esperienze importanti e che tanto hanno dato all’offerta culturale di Orvieto quale quella di Enrico Paolini e non disdegnando le autorevoli disponibilità avanzate negli scorsi giorni (come quella di Pino Strabioli): Orvieto non può permettersi di innescare una marcia indietro per quanto riguarda la visibilità ed il prestigio acquisiti fino ad oggi in questo campo.
Tutto questo però non può bastare. Le vicende della Te.Ma. ed il futuro del nostro teatro aprono oggi una finestra sulla necessità di reimpostare complessivamente la politica culturale di questa amministrazione e della maggioranza consiliare, cosa che, non possiamo non notare, finora è stata lasciata in balia degli eventi con i risultati che oggi possiamo osservare.
Molto c’è da fare in tal senso a partire da una ridefinizione degli indirizzi in materia e dalla valutazione delle azioni da intraprendere, per giungere ad una seria valutazione dell’attuale assessorato alla cultura, la cui totale assenza dalle vicende cittadine è ben provata dal silenzio di questi giorni e dalla deflagrazione di problematiche a cui si sarebbe dovuto dare una risposta politica già da molto tempo.
Gli accadimenti di questi giorni potrebbero rappresentare il punto di partenza per una nuova stagione culturale della città a patto che tutti, in primis l’amministrazione ed il consiglio comunale, decidano di fare la loro parte e non lascino cadere per l’ennesima volta nel vuoto l’esigenza di una gestione autorevole e lungimirante di ogni aspetto della vita culturale orvietana.