di Valentino Saccà
ORVIETO – Riccardo Nencini, politico, storico e scrittore fiorentino ha dato alle stampe il suo secondo libro dedicato a Oriana Fallaci, con la quale ha avuto un rapporto di grande amicizia e stima professionale.
Nel tardo pomeriggio di ieri, Nencini ha presentato pubblicamente la sua ultima opera presso la sala consiliare del comune. Testo dal quale traspare il rapporto viscerale di amore-odio tra Oriana e la sua città, Firenze.
All’incontro hanno partecipato il sindaco Giuseppe Germani che si è riservato l’intervento finale per ringraziare e concludere l’evento, e il professor Franco Raimondo Barbabella che ha introdotto invece la serata.
“Riccardo Nencini ha un bel modo di esprimersi che è anche un bel modo di scrivere, scrive di storia, di narrativa e Il Fuoco dentro è il suo secondo testo dedicato alla Fallaci. E’ un bel libro sul rapporto tra Oriana e Firenze, rapporto di amore che si traduce in profonda amarezza. Il testo di Nencini può essere letto in linea ad episodi storico-politici ed è inframmezzato da citazioni di grandi autori (da Dante a Shakespeare), ma al centro di tutto, torno a ripetere, c’è Oriana e Firenze, rapporto di una donna con la sua città, una donna che è nata e ha vissuto nell’atmosfera della guerra in una famiglia socialista, e che ha maturato in quel periodo una coraggiosa idea di vita. La crisi profonda nei confronti della sua città è sorta in base a 5 fondamentali avvenimenti, tra cui uno dei più recenti resta l’11 settembre 2001. Dopo l’attacco alle Twin Towers, Oriana scrive un pamphlet sul Corriere della Sera come inno alla civiltà occidentale. Molti intellettuali sposarono la sua causa mentre Tiziano Terzani fu tra i pochi ad anteporsi“.
Dopo l’introduzione del professor Barbabella è intervenuto l’autore Riccardo Nencini.
“Questo è un libro che sto presentando in giro per l’Italia e spesso nel pubblico ho una maggioranza di donne, madri con figlie, oggi invece vedo con piacere che ho davanti a me un pubblico più variegato. Oriana non era toscana ma toscanaccia, della stessa razza di Montanelli e Curzio Malaparte, e aveva appunto un carattere insopportabile e per via di questo carattere non ha mai potuto andare d’accordo con la propria città. Il mio libro è un tentativo di riconciliazione post mortem tra Oriana e Firenze.
La rottura definitiva con la sua città arrivò quando fu insignita della medaglia d’oro, la città si schierò mettendo in campo diversi intellettuali chi a favore e chi contro. La cosa che più infastidiva Oriana era il fatto di non essere accettata come donna dalla sua città “.