di Davide Orsini
Devo cominciare facendo i complimenti agli organizzatori di SAVE ORVIETO per aver orchestrato la conferenza stampa di Venerdí scorso alla Camera dei Deputati. La strategia comunicativa che punta a coinvolgere tutti i livelli istituzionali mi pare fruttuosa, ed avere una cosí ampia risposta a breve termine non era scontato.
Detto ció, avendo potuto vedere il video della conferenza, vorrei sottoporre all’attenzione dei cittadini orvietani alcune considerazioni, che spero tornino utili per il prosieguo del dibattito sull’ampliamento della discarica e sulla questione della presenza di mercurio nel fiume Paglia. Dopo la riuscitissima marcia della bellezza del 14 Maggio, molti opinionisti locali trasudavano ottimismo da tutti i pori. Secondo alcuni, la trasversalità politica avrebbe reso invincibile il movimento, destinato a riattivare risorse dormienti da mettere a disposizione del futuro della cittá. Analisi di circostanza a parte, la situazione è un po’ piú complessa. Meglio essere chiari sin da subito. Le reazioni dei parlamentari intervenuti alla conferenza lo hanno dimostrato.
Marina Sereni, parlamentare umbra in quota PD, ormai stabilmente presente nelle stanze romane, ha messo tutti in riga (si fa per dire). Ha esordito dicendo che i parlamentari hanno un ruolo preciso e non possono intervenire presso la Regione Umbria per appoggiare od ostacolare questo o quel provvedimento. Chi sperava di avere una sponda “romana” per mettere sull’attenti la Regione Umbria si era illuso. Sembra mettere le mani avanti, la Sereni, che ammonisce: “il problema dell’ampliamento della discarica è una cosa, il mercurio nel Paglia un’altra”. Sereni razionalizza, distingue, e spacchetta ció che il movimento SAVE ORVIETO vorrebbe ricondurre ad unità: non si può parlare del problema mercurio nel Paglia ed avanzare soluzioni al riguardo senza tener conto del fatto che proprio vicino al fiume esiste una discarica, il cui ampliamento potrebbe ulteriormente compromettere un territorio che ha bisogno di bonifiche.
SAVE ORVIETO ha da tempo invocato il principio di precauzione. Strategicamente il principio di precauzione viene usato come strumento per giustificare l’alt all’ampliamento della discarica. Si domanda: “Come si può ampliare Le Crete se su questo territorio abbiamo già un inquinamento da mercurio che richiederà ingenti bonifiche”? Oltre all’aspetto della salute pubblica, le conseguenze economiche per le produzioni di eccellenza sarebbero deleterie.
In linea di massima, il ragionamento di SAVE ORVIETO mi pare coerente, anche se continuo a nutrire dei dubbi sull’uso del “principio di precauzione” Non sono affato convinto che tale principio possa essere applicato nella fattispecie della discarica prendendo a pretesto il mercurio nel Paglia. Non sarebbe meglio condurre due sacrosante battaglie in modo frontale senza ricorrere a strategie complesse e di dubbia efficacia?
Da questo punto di vista mi è sembrato molto intelligente l’intervento di Zampetti (Legambiente), il quale faceva notare che la soluzione del problema rifiuti in Umbria deve partire da una politica complessiva della catena produzione-riuso-riciclo, che dovrebbe vedere la Regione in capo ad un processo di investimenti in nuove tecnologie e strategie comunicative rivolte ai cittadini. In sostanza Zampetti ha detto ciò che vanno dicendo molti rappresentanti locali da diverso tempo: invece di continuare ad ampliare discariche la Regione Umbria dovrebbe favorirne in modo concreto ed in tempi rapidi la riduzione ed auspicabilmente il superamento.
A questo proposito l’intervento dell’ingegner Baldaccini, esperto di gestione e tecnologie di smaltimento dei rifiuti, è stato chiarissimo: le discariche hanno una lunga e complessa vita anche dopo la loro chiusura. Vanno gestite con criterio ed il loro svuotamento richiede ingenti somme di denaro. Insomma, quando si dice “chiudiamo la discariche” dobbiamo tener conto che si tratta di un processo lungo e costoso, che dovrebbe indurre governo ed enti locali a non aprire nuovi siti e a non ampliare quelli esistenti, ma ad investire in soluzioni alternative.
Stefano Lucidi, portavove del M5S in Senato, spoletino, ha perso una buona occasione per dare il suo contributo. Ha ricondotto tutto al conflitto politico, proponendo che per uscire dal problema delle discariche dovremmo lottare contro la grande distribuzione ed abbattere il capitalismo che genera ciò che in natura non esiste: i rifiuti. Ok, siamo convinti, ma nel frattempo che si fa? Meglio far presente a Lucidi, che evidentemente non si era preparato a dovere, che se si vuole stare al fianco dei cittadini orvietani è necessario essere un po’ piú concreti ed evitare di assestare gancialla rinfusa. In attesa della palingenesi politica lui auspicata, gli orvietani non possono scegliersi gli interlocutori istituzionali e non possono decidere da soli. Lucia Vergaglia questo lo sa bene, ed infatti si comporta in modo molto più intelligente del senatore.
Aspettando la conferenza sul problema del mercurio indetta per il 14 giugno a Roma dagli Amici della Terra, e volendo tirare le somme su quanto fin qui ottenuto, direi che SAVE ORVIETO sta facendo uno sforzo importante di comunicazione verso l’esterno, con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica nazionale senza precludersi la possibilità di discutere con le istituzioni regionali e locali. Germani teme che tale campagna di sensibilizzazione possa pregiudicare gli sforzi che la cittá sta attuando per construire un’immagine attraente (che possa portare risorse e riconoscimenti, come la candidatura a cittá dello sport, per esempio). Capisco i timori del sindaco, ma credo che proprio alla luce delle importanti sfide che Orvieto ha difronte in termini di marketing territoriale, sarebbe meglio prendere il toro per le corna, dimostrando di voler fare di un ambiente sano e pulito uno dei punti di forza del futuro economico della Rupe e del suo comprensorio.
La Regione Umbria a Roma non c’era: assente ingiustificata. Se la Regione continuerà ad arroccarsi e a fare la matrigna che detta solo i compiti perderà l’occasione di apprendere dai cittadini possibili soluzioni al problema rifiuti. È certo piú facile addossare tutte le responsabilitá di mala gestione ai comuni, senza prendersi sulle spalle l’onere di investire in nuove tecnologie di smaltimento. La verde Umbria è solo un mito? Alla Marini questo bisognerebbe cominciare a chiederlo, magari tra una comparsata e l’altra a Umbria Jazz, nel palchetto d’onore riservatole al Mancinelli.
Per ultimo, rimane da fare i conti con gli interessi economici di chi gestisce le discariche cosí come sono oggi. Le aziende che si occupano di rifiuti saranno riluttanti a rinunciare ai soldi facili che otterrebbero attraverso gli ampliamenti. Ma credo che dovranno entrare nell’ottica che il conferimento nelle discariche non puó piú essere un business. Perché non cominciare a pensare di investire nel loro svuotamento e nel riuso dei rifiuti? Non è un sogno. In altri paesi lo si fa giá da tempo. (Davide Orsini)
In bocca al lupo, SAVE ORVIETO!