ORVIETO – In base alla riforma costituzionale si è costituito il comitato territoriale Basta un si, in sostegno di questo referendum costituzionale. Lunedì sera, presso la sala del Governatore a palazzo dei Sette, il comitato territoriale ha indetto una conferenza per mettere in campo i motivi principali per cui sostenere tale causa costituzionale. Presenti all’incontro in qualità di rappresentanti del comune di Orvieto, il primo cittadino Giuseppe Germani e la vice sindaco Cristina Croce. La consigliera Martina Mescolini, il costituzionalista dottor Massimo Rubechi, la vice presidente camera dei deputati Maria Sereni, Enrico Brugnoli, CNR firmatario appello per il si.
Ha aperto l’incontro la consigliera Martina Mescolini. “Questa sera cercheremo di mettere in campo le motivazioni principali per sostenere questa riforma. Noi del comitato territoriale Basta un si abbiamo principalmente l’esigenza di offrire all’opinione pubblica gli strumenti per un diritto di voto sicuro. Il comitato vuole promuovere il si al voto attraverso un’iniziativa pubblica, a cui si dedicherà fino al consulto referendario per dare a tutti l’opportunità di esprimere un voto consapevole”.
E’ seguito l’intervento articolato e dovizioso del dottor Rubechi, che comprende anche una digressione storico-filologica sulla nascita e gli sviluppi, all’interno del proprio contesto storico-sociale, delle due parti della costituzione italiana. “Mi auguro che l’incontro di questa sera (ieri sera, ndr) non sia un incontro isolato ma il primo di una serie. Questa riforma riguarda un voto di approfondimento e nel mio intervento cercherò di sviscerare i punti fondamentali che compongono tale riforma costituzionale.
Bisogna partire con una domanda basilare, Cosa modifica questa riforma costituzionale? E’ una riforma approvata dal parlamento e tocca solo la seconda parte della costituzione, quella riguardante la struttura organizzativa. Segue allora una seconda domanda, Cosa tocca di questa seconda parte? Non tocca tutti gli articoli ma solo alcune parti sintetizzabili in tre punti detti anche pagine aperte, uno scoglio che ci portiamo dietro fin dal 1948, anno della proclamazione della repubblica italiana.
Le pagine aperte sono: 1) Il ruolo delle regioni, 2) Il ruolo del senato, 3) I procedimenti decisionali.
Questi punti sono stati problematici sin dalla loro nascita (ai tempi della guerra fredda) e poi congelati fino agli anni 70 e mai più revisionati. Restano tre pagine aperte da chiudere, creando problemi connaturati al nostro testo costituzionale e si arriva ad uno dei punti di forza di questa riforma, affrontare il famoso titolo quinto, già modificato nel 2001 ma con una modifica che ha creato più danni che soluzioni. Perchè all’epoca questa revisione del titolo quinto fu affrontata solo in modo parziale. Con il titolo quinto cambia il ruolo delle regioni, con l’articolo 117, articolo fra stato e regioni”.