dall’Associazione Tilt!
Da molti mesi ormai il dibattito politico cittadino sembra catalizzarsi sempre più attorno alle vicende inerenti la politica dei rifiuti della regione Umbria e le conseguenti decisioni e progettazioni legate agli impianti della discarica “Le Crete”.
Sulla scia delle attività dell’Osservatorio “Le Crete” ma soprattutto grazie alla presa di coscienza collettiva circa il tempo residuo del sito attualmente attivo ha, infatti, preso vita un susseguirsi delle più varie mozioni nelle assise comunali e regionali, diverse prese di posizione (dalle quelle più strumentali a quelle più approfondite) e, da ultimo, al sorgere di un comitato spontaneo di cittadini che ambisce a riportare la discussione circa il futuro di questo impianto ad un livello popolare e di diretta partecipazione della comunità.
Come Tilt! Orvieto abbiamo preso parte in varie sedi ed occasioni alle riunioni organizzate dal comitato #saveorvieto, nato qualche mese fa sull’onda di un’efficace campagna organizzata sui social networks circa il futuro della discarica di Orvieto; abbiamo partecipato, ascoltato e siamo intervenuti come cittadini membri della comunità, senza innalzare le bandiere della nostra appartenenza politica.
Tuttavia, dopo le iniziative delle scorse settimane e soprattutto in vista della mobilitazione promossa dal comitato per il prossimo Sabato, crediamo sia opportuno fare alcune valutazioni sulla necessità di comitati e di mobilitazioni come questa, da una parte, e sulle possibilità di articolazione di una proposta territoriale valida sul tema della gestione dei rifiuti dall’altra.
Mobilitazioni come quella di Sabato e gli incontri promossi nelle ultime settimane da #saveorvieto possono rappresentare, a nostro avviso, un’occasione per tornare a ragionare in termini di interessi territoriali di una comunità, ma solo a patto che trovino una propria dimensione utile alla battaglia politica che oggi ci si trova di fronte, prendendo coscienza del proprio potenziale di mobilitazione civica e trasversale volto alla ricostituzione di sani rapporti di forza tra livelli territoriali.
Per far questo, è necessario definire obiettivi chiari volti a mettere in campo rapporti di forza nuovi e diversi tra territorio ed istituzioni locali da una parte e governo regionale dall’altra.
La sfida che le vicende inerenti la discarica “Le crete” portano finalmente all’attenzione di tutti trascende, infatti, il dibattito specifico sul tema dei rifiuti e del loro smaltimento per rivelarsi piuttosto quale ottima cartina di tornasole per la verifica dell’ormai pressoché inesistente capacità del territorio orvietano di prendere parte attiva alla discussione sulle politiche che su di esso dovrebbero essere implementate.
Da qui crediamo che #saveorvieto dovrebbe ripartire, dalla presa di coscienza della necessità di una mobilitazione ampia e trasversale per accellerare la ricostituzione di rapporti efficaci nei confronti delle istituzioni regionali, armando le istituzioni della città e del territorio dell’autorevolezza necessaria a portare avanti un’azione intelligente ed incisiva e in quest’ottica riteniamo fondamentale la partecipazione di tutta la cittadinanza alla marcia organizzata da #saveorvieto per sabato 14 maggio alle 14.30 con partenza da Piazza Cahen.
Noi ci saremo, marciando a fianco di chiunque intenda tornare a far sentire la voce di un territorio, accantonando, in funzione dell’obiettivo comune, tutte le differenze che, dal tema dei rifiuti in giù, ci distingue da molti degli animatori e dei partecipanti al comitato.
Quest’ultima osservazione ci permette di passare al secondo aspetto che riteniamo andrebbe valutato, ovvero la questione di merito: come si possa cioè arrivare all’articolazione di una posizione lungimirante, efficace e razionale circa il futuro del sito de “Le Crete”, al fine di poter poi essere sostenuta attivamente da chi si trova oggi a rivestire il ruolo di rappresentante di questa comunità, a partire dall’amministrazione del Comune di Orvieto. In questo caso, lo strumento non potrà essere di sicuro quello di un comitato al cui interno si mescolano le visioni più contrastanti sia circa la gestione del ciclo dei rifiuti in sè sia riguardo l’opportunità o meno della presenza di qualunque attività di smaltimento e lavorazione dei rifiuti sul nostro territorio.
In questo caso è la politica, ovvero tutti i gruppi che a vario titolo cercano di organizzare risposte alle problematiche del territorio, a dover riprendere la palla in mano, portando alla luce della discussione pubblica la propria visione sulle politiche di gestione e trattamento dei rifiuti che la regione umbria dovrà perseguire nei prossimi anni con particolare riguardo a ciò che interessa il sito della discarica di Orvieto.
Dal nostro canto riteniamo che qualsiasi soluzione auspicabile non possa che provare a bilanciare due esigenze solo all’apparenza contrastanti: da un lato la tutela paesaggistica e della reputazione delle produzioni agro-vitinicole del nostro territorio, con l’esigenza di ridurre al minimo ogni attività potenzialmente impattante a livello ambientale, dall’altro il mantenimento sul nostro territorio delle competenze e delle capacità produttive relative al trattamento ed allo smaltimento dei rifiuti acquisite negli anni grazie alla presenza degli impianti de “Le crete”.
Ciò che rende ad un primo sguardo incompatibili queste due esigenze, risiede in ultima istanza nella mancanza di volontà o di capacità della regione umbria di portare in tempi ragionevoli la raccolta differenziata complessiva ad alti livelli, così da limitare notevolmente il conferimento di rifiuti solidi urbani, e di instaurare una vera trattativa con la società incaricata della gestione della discarica di Orvieto per la formulazione di un nuovo piano industriale per la realizzazione, in quel sito, di ulteriori impiantistiche di recupero e reciclo dei rifiuti che possano compensare la fine dell’attività di interramento dei rifiuti all’esaurimento delle aree individuate dal piano d’ambito.
Anche in vista del completamento del secondo ponte sul paglia, si aprirebbero da questo punto di vista nuove prospettive di crescita e di sviluppo sostenibile sia per quanto riguarda I potenziali profitti aziendali di un polo del reciclo e del recupero a ridosso delle principali arterie comunicative dell’italia centrale, sia per la ricaduta occupazionale che permetterebbe sicuramente la salvaguardia dei posti di lavoro attualmente presenti in discarica.
Siamo consapevoli che molti sono gli ostacoli che si pongono di fronte ad una simile visione e che molti sono gli elementi che andranno approfonditi ed ampliati in vista di un effettivo raggiungimento del risultato, ma crediamo che se il dibattito che si svilupperà ai vari livelli riuscirà a mantenersi all’interno della razionalità e della ricerca del benessere comune senza scivolare in facili e strumentali prese di posizione, sarà poi possibile trovare una sintesi nelle istituzioni cittadine che permetta a quest’ultime di far valere la forza che, si spera, riuscirà a mobilitarsi a partire da sabato prossimo.