Seconda iniziativa organizzata da #SAVEORVIETO tra la gente per parlare e informare sulla discarica, sul no all’ampliamento e per sollecitare una partecipazione dei cittadini ad una battaglia che è di territorio. Iniziativa trasversale, che ha portato ad un confronto che ha visto tra i principali protagonisti molti consiglieri comunali che, di fronte ai cittadini, hanno portato le loro idee, le loro posizioni e il loro contributi.
Tra gli interventi quello di Alessandra Taddei che ha spiegato la filosofia trasversale e partecipativa dell’esperienza di #SAVEORVIETO, nata in modo spontaneo e che chiede la partecipazione diretta dei cittadini affinché vengano fatte delle scelte condivise.
Tra gli interventi politici quello di Ciro Zeno che ha raccontato la storia della dicarica di Orvieto, le scelte che le diverse amministrazioni hanno fatto e le necessità di definire la chiusura della discarica sulla base delle scelte europee che dicono chiusura entro il 2020. Il pericolo che resta, e per questo la discarica si deve chiudere, è quello che il proseguimento della sua vita sia dedicato ad ospitare rifiuti speciali.
Per Andrea Sacripanti non è assolutamente chiara la posizione della Regione dell’Umbria. Solo le scelte dirette dei cittadini e il loro impegno possono aiutare a procedere alla chiusura della discarica. Servono atti concreti da parte delle istituzioni locali perché è con quegli atti che si può definire un percorso chiaro e certo a tutela del territorio.
Sul tema è intervenuta anche la consigliera Roberta Tardani. La vera possibilità in più è che si passi, per modificare le decisioni della Regione, da un impegno di partito ad un impegno collettivo per il bene della città. Anche perché a parlare sono gli atti della Regione, quelli che parlano attraverso le risposte ai question time a cui risponde l’assessore Cecchini che afferma come per rispondere alla chiusura del ciclo dei rifiuti di Orvieto l’impegno è quello di far cambiare l’idea al Comune di Orvieto e alla sovrintentenza per continuare a proseguire a utilizzare le discariche visto che si è detto no all’incenerimento e l’impiantistica prevista non è stata realizzata.
Paolo Maiolini ha portato il parere di chi, in agricoltura, vive la presenza della discarica ad Orvieto. E’ assurdo, dopo venti anni, proseguire in questa scelta. In una fase in cui Orvieto riceve premi nazionali e internazionali per le proprie produzioni agricole (vino ed olio), pensare che la discarica possa stare ancora ad Orvieto fino al 2037 è un pericolo reale per il territorio.
Toccante l’intervento della moglie di Marco Brachini, scomparso qualche settimana fa a 37 anni. “Non so se la discarica abbia avuto qualche responsabilità nella sua morte, ma vorrei avere la certezza che questi rischi non ci siano”.
Taira Bocchino, degli Amici della Terra e di #SAVEORVIETO ha spiegato come alcune possibilità ci siano per dire no alla discarica anche dal punto di vista delle scelte istituzionali. Possibile cambiare la destinazione d’uso del terzo calanco, non esiste infatti una clausola contrattuale. Per quanto riguarda alcuni rilievi specifici dal punto di vista tecnico scientifico saranno pubblicati sul sito degli Amici della Terra e in quello di #SAVEORVIETO.
Altri consiglieri. Per Lucia Vergaglia è assurdo come siano stati trattati i cittadini di Orvieto che sono andati a Perugia. Ma va stabilito che al di là del ruolo importante che i comitati civici hanno, è la politica che poi prende le decisioni. Da napoletana d’origine ha detto che bisogna stare allerta nei territori. Se nella zona della Campania si fosse prestata più attenzione la situazione della Terra dei Fuochi si sarebbe potuta evitare. Venire qui, ha detto, e scoprire che a Fabro come a Piegaro sono state sversate ceneri radioattive significa dover tenere aperti gli occhi in tutta Italia. E forse vi è la necessità di portare la questione del territorio sui tavoli nazionali.
Per Tiziano Rosati il territorio deve essere il più possibile virtuoso. Questo permetterebbe di alzare la voce nelle sedi regionali. E’ indubbio che negli ultimi venti anni questo territorio ha fatto delle scelte che oggi contestiamo, ma dobbiamo comprendere come intervenire oggi, con quale nuova progettazione.
Intervento anche della consigliera del Martina Mescolini. Vi è la necessità di sostenere il sindaco nel lavoro all’interno dell’Auri e contemporaneamente si deve chiedere un progetto per il territorio. Diciamo no all’ampliamento della discarica, i nostri atti vanno in quella direzione. E dimostrano anche la volontà di comprendere cosa ci sia all’interno della discarica. Ha informato che da parte del gestore della discarica ci sia oggi la volontà di sondare anche il primo calanco e di comprendere cosa ci sia all’interno. Per questo, senza pregiudizio, pensiamo che con il gestore si debba realizzare un rapporto di collaborazione.
Alessio Tempesta chiede invece un progetto. Dire no alla discarica e basta non serve. E’ importante definire un progetto alternativo e per questo penso che ci debba essere un contributo di #SAVEORVIETO .