ORVIETO – In occasione dell’uscita dell’ultimo libro della dottoressa Roberta Bruzzone, ” Il lato oscuro dei social media “, la criminologa è stata invitata a condurre una mattinata all’insegna della tutela della persona nei confronti dei pericoli della rete.
Nella mattinata di ieri presso il palazzo del capitano del Popolo, la criminologa ha tenuto un seminario con i ragazzi del liceo, in cui ha esposto i rischi più frequenti ai quali siamo esposti utilizzando la rete informatica.
“Se inseriamo nella rete dei nostri dati personali oppure peggio ancora foto compromettenti – dice la Bruzzone – questo materiale che ci riguarda resta nella memoria e può essere utilizzato per ledere la nostra privacy. L’unico modo per salvaguardare le nostre vite è quello di utilizzare con cautela i social media come facebook, imparando a interfacciarci in rete come lo facciamo nella vita reale cioè con molta cautela. Un ragazzo o una ragazza per aver postato, magari anche per scherzo, sul proprio profilo virtuale una loro foto poco edificante è possibile che un domani quando presenzieranno ad un colloquio di lavoro vengano scartati perchè in base a ricerche online si evidenzierà quella data foto o commento gettando discredito sulla persona. Importante ricordare anche che i profili dei social non potranno mai essere eliminati ma solamente congelati, quindi tutti i dati che ci riguardano sul piano personale restano è sono un pericolo per noi “.
Al termine del seminario alcuni ragazzi del liceo hanno preso la parola esponendo il proprio punto di vista sulla problematica trattata.
Ne è emerso in generale che i social e le varie chat, da un lato hanno portato delle modificazioni positive, dall’altro sono una minaccia per la vita privata dell’individuo. Anche il bullismo che, oggi è un fenomeno legato alla rete, spesso invece di essere combattuto dai media viene amplificato specie dalla televisione con una proliferazione di immagini e contenuti violenti.
Dopo il seminario la mattinata prosegue presso il comune con la presentazione del libro con una tavola rotonda in cui la dottoressa Bruzzone insieme all’avvocato Emanuele Florindi, coautore del libro, ha tracciato il filo rosso dei contenuti esposti nel volume e delle modalità di analisi del problema esposto.
La tavola rotonda è stata condotta dal giornalista Antonello Romano che ha rivolto alcune domande alla dottoressa Bruzzone e all’avvocato Florondi. Presente all’incontro anche il comandante della polizia stradale Stefano Spagnoli.
Apre l’incontro la vice sindaco Cristina Croce con un saluto e i ringraziamenti e poi prende la parola la dottoressa Bruzzone.
“Il libro parla di un tema che ormai è impossibile non affrontare, quel ribollente mondo oscuro che purtroppo popola i social media e diventa una forma di rischio un pò per tutti. Noi abbiamo cercato di esaminarlo dando anche dei consigli pratici su come evitare i
guai peggiori, è un manuale di sopravvivenza nell’epoca 2.0″. “L’idea nasce da alcune conferenze tenute nelle scuole – prosegue la dottoressa Bruzzone – e devo dire che le persone sono totalmente sprovviste di difese riguardo a questa minaccia e l’unica difesa possibile è la consapevolezza dell’utente nell’utilizzare questi mezzi. Facebook ha una funzione bidirezionale che opera scambio tra più fonti e li bisogna essere in grado di capire quali sono le fonti positive e quali quelle negative. Nel libro tra i vari consigli utili diamo le direttive di come riconoscere un profilo falso. Facebook più che uno strumento è una protesi della nostra mente e una volta fatto un danno è difficile rimediare per cancellare i propri dati dalla rete, bisogna prevenire certi pericoli nell’utilizzo dei social “.
Aggiunge qualche osservazione sull’argomento l’avvocato Florindi. “Ho vissuto il mondo dei social sia da utente che da genitore e non è normale che un bambino stia connesso alla rete 24 ore su 24. Un ragazzo può avere un profilo social ma va educato all’utilizzo del mezzo sui rischi possibili ai quali è esposto. I genitori sono i primi che dovrebbero salvaguardare i propri figli e educarli alla cautela nell’utilizzo dei social“.