di Coordinamento associazioni Orvietano, Tuscia e Lago di Bolsena
“Si sa, le promesse in campagna elettorale sono tante, ma troppo spesso è in uso non mantenerle. Cioè-come Fedro docet- “passata la festa, gabbato lo santo!”. Ed è così che i dirigenti della società che vuole costruire gli impianti geotermici nella piana dell’Alfina-con un attivismo degno di miglior causa-stanno promettendo, speculando sul bisogno di reddito dei nostri cittadini, centinaia di posti di lavoro sia a Castel Giorgio che ad Acquapendente, in cambio del voto per loro liste…
MA TUTTI QUESTI POSTI DI LAVORO NON CI SONO…
Infatti gli impianti geotermici del tipo che si vorrebbero installare nella piana dell’Alfina sono –a regime- impianti ad alta automazione, con pochissimi occupati stabili (tanto che non c’è traccia di ciò nelle carte del progetto, la ditta dice tra 1 e 5 occupati, ma sottacendo che queste figure devono avere competenze tecniche elevate, difficilmente reperibili tra i giovani disoccupati dell’Alfina).
Circa poi le attività di cantiere per la costruzione degli impianti essi saranno affidati a ditte altamente specializzate, spesso estere, sia per le perforazioni ad elevata profondità sia per i montaggi delle centrale elettrica che consegneranno l’impianto “chiavi in mano”: le carte parlano di 30 -60 occupati nel cantiere senza specificare che saranno di manodopera specializzata e quindi non adatta a soddisfare il bisogno di lavoro dei giovani del posto…
Insomma una centrale geotermica è un investimento ad alta intensità di capitale e a bassa intensità di manodopera…: non facciamoci illusioni!
E NON FACCIAMOCI PRENDERE IN GIRO…
La campagna della ditta è volta ad avere solo sostegno sociale a progetti che per l’interesse di pochi (investimento di 25-30 milioni di euro per incassare –grazie ai favolosi incentivi pagati nelle bollette elettriche dei cittadini italiani- in 20 anni 250 milioni di euro, circa 10 milioni di euro l’anno!) rischiano di devastare il nostro territorio e di arrecare possibili danni alla persone.
Le scosse sismiche derivanti dal progetto e incidenti possibili di fuoriuscite di gas, come nel ’73 a Torre Alfina, non porteranno lavoro, ma al contrario metteranno a rischio le centinaia di posti esistenti nel settore del turismo, delle case di cura, dell’agricoltura. Vale infatti la pena di ricordare che nel comprensorio comunale, quindi a strettissimo “giro” attorno a Castel Giorgio, sono presenti una ventina tra Case per anziani, Agriturismi, Bed & Breakfast, Case vacanze, ecc. Con un indotto occupazionale variabile stagionalmente dalle cento alle duecento persone, considerando solo i “prestatori d’opera” all’interno delle attività descritte. Considerando Castel Giorgio un paese di meno di duemila abitanti è facile comprendere quale importanza abbia il comparto “ospitalità” in questa zona…”. E la situazione ad Acquapendente è molto simile lanciata come è verso iniziative sul turismo ed agricoltura con posti di lavoro veri creati con fatica e soldi negli anni.
Un solo incidente può far chiudere case di riposo, agriturismi, ristoranti, aziende agricole e tutto l’indotto di negozi, fornitori e attività varie. Oltre a ridurre a zero il valore degli immobili, col risultato di mettere in ginocchio la nostra comunità. E non a caso da parte di tutti i 25 consigli comunali dell’altopiano dell’Alfina (anche di diverso orientamento politico) è stata, a più riprese, espressa netta contrarietà alla geotermia e lo stesso parere ha espresso il Consiglio Regionale dell’Umbria a maggioranza.
Solo la Giunta Regionale presieduta dalla presidente Marini non ha ancora ancora ottemperato ad un suo preciso obbligo di rappresentanza istituzionale, bocciando l’impianto. Non c’è niente nella vicenda sulla geotermia che possa portare alla realizzazione del discutibile impianto geotermico e non si comprende cosa si aspetti a negare la famosa “intesa” necessaria al compimento del contestato e controverso iter procedurale di questo progetto.
Decidere su questo tema avrebbe dato una chiara, opportuna e inequivocabile indicazione ai cittadini che devono recarsi alle urne il prossimo 5 giugno. Tutto è ancora possibile!”