ORVIETO – Il Consiglio Comunale ha approvato (9 favorevoli, 4 astenuti) la presa d’atto del documento preliminare di strategia dell’Area Sud Ovest Orvietano denominato “Una terra ricca di tempo tra borghi storici beni culturali e ambientali”.
L’idea guida e la filiera sulla quale i venti Comuni del territorio ricompreso nell’Area Interna: Città della Pieve, Monteleone di Orvieto, Montegabbione, Parrano, San Venanzo, Ficulle, Fabro, Allerona, Castel Viscardo, Castel Giorgio, Orvieto, Porano, Baschi, Montecchio, Guardea, Alviano, Lugnano in Teverina, Attigliano, Giove, Penna in Teverina intendono intervenire, si basano sulla consapevolezza del proprio patrimonio culturale, storico, e naturalistico connesso alla vivibilità e sostenibilità dei centri di media e piccola dimensione. L’agricoltura ed il paesaggio rurale rappresentano il filo rosso che unisce conoscenza, identità locale ed opportunità di sviluppo.
Il 6 maggio scorso il documento era stato approvato dall’Assemblea dei Sindaci a seguito del parere favorevole di condivisione espresso il 3 maggio dall’Unità Tecnica di Coordinamento della Regione Umbria, ora è stato inoltrato al Comitato ministeriale per la sua definita approvazione.
L’atto è stato illustrato dal sindaco, Giuseppe Germani, il quale ha parlato di “presa d’atto di un documento molto importante che oggi portiamo alla condivisione del Consiglio Comunale. A livello politico è un grande lavoro svolto per la prima volta da parte di 20 comuni, poiché al di là delle diversità politiche a amministrative di vari comuni si è raggiunta una significativa condivisione di intenti che affronta tanti temi del nostro territorio Strategia e che, dopo le funzioni associate protezione civile e catasto può vedere una ulteriore collaborazione ad esempio sul fronte urbanistico e del territorio.
Appena il MISE avrà dato il parere definitivo proporremo una iniziativa pubblica. Ci sono stati incontri con oltre 200 soggetti. Ringrazio gli uffici comunali che hanno lavorato fortemente per questo risultato in un confronto costruttivo con gli uffici regionali e ministeriali. Da questa programmazione usciranno a catena le programmazioni per gli enti di secondo livello: Gal, Patto 2000, PSR / piano sviluppo rurale che finanzierà il 100% per la rimessa in funzione del immobili nei centri minori delle frazioni, o la manutenzioni strade comunali e vicinali ad uso pubblico. Sotto la competenza dell’Assessore Vincenti e con funzionari del Comune, abbiamo costituito uno specifico ufficio che seguirà la programmazione europea, potrà avere anche funzioni di sportello Chiedo al consiglio di prendere atto di questa programmazione”.
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Dibattito
Andrea Sacripanti (Gruppo Misto): “mi asterrò rispetto a un documento e una procedura su cui ha scommesso questa Amministrazione a che, attualmente, non sta dando alcun tipo di risultato concreto, tangibile. E’ chiaro che è una procedura particolarmente lunga, farraginosa e complessa. Mettere insieme 20 comuni vicini totalmente diversi tra loro individuando una strategia che intercetti risorse europee ha richiesto due anni di lavoro e oggi siamo solo alla fase del preliminare di strategia. Faccio notare che mentre noi stiamo impegnando tutte le nostre energia per stare dietro a questa procedura complessa, ci stanno passando sopra tante opportunità di bandi per la PA, cittadini, imprese e che quando io presentai la mozione sull’Ufficio Europa volevo immaginarlo al fianco dei cittadini e delle imprese. Che significa aprire un ufficio una volta alla settimana, quando invece serve ascolto, aggiornamento ed attenzione costante? Il documento preliminare di strategia è vasto e non vorrei che per mettere a sistema tutto perdiamo di vista quello che serve veramente. Orvieto da sempre non è stato in grado di intercettare fondi comunitari. Non basta un visto del Ministero per dire che la cosa è valida. Quante occasioni perse in due anni. Sono scettico e non ci credo. Astensione”.
Andrea Taddei (PD): “il preliminare non è una volontà di sottrarre tempo ad altre iniziative è invece un passaggio obbligatorio previsto dal Ministero per attingere ai fondi. Infatti, per chiunque la condizione imprescindibile per accedere ai fondi è quella di fare rete. Il lavoro fatto in meno di due anni è stato molto importante perché è riuscito a portare a sintesi le aspettative di tutti i comuni i quali avevano numerosi piccoli aspettative interne, ma che con una operazione di maturità hanno prodotto tante piccole rinunce sulle cose parcellizzate per costruire una strategia comune. L’Ufficio dedicato sarà l’opportunità per avvicinare i cittadini. Favorevoli”.
Stefano Olimpieri (Identità e Territorio): “la nostra sarà una astensione benevola. Solo due convenzioni per le funzioni associate di Protezione civile e del Catasto sono un po’ poco per dire che queste aree interne avranno una prospettiva. Serve qualcosa di più rispetto ai vari progetti. Conosciamo bene i Sindaci di altri comuni e ci risulta che questo processo di Aree Interne è stato farraginoso con riunioni spesso poco concludenti. Si parla di 13 mln di euro. Vorrei anche sapere con quali aziende e imprese si confronta l’amministrazione. Vorremmo conoscere le fasi istruttorie di questo percorso. Noi come opposizione ne siamo completamente allo scuro. La cosa fondamentale è avere la certezza dei tempi per capire se è aria fritta o se si raggiungono degli obiettivi”.
Roberta Tardani (Forza Italia): “non ritengo che al momento questo atto possa indicare la strategia in grado rilanciare lo sviluppo delle aree interne, il documento è solo una fotografia della situazione ad oggi esistente senza intravedere le effettive azioni per sviluppare questo territorio. Quali sono i circa 100 progetti che, ci viene detto, sono stati presentati? Io noto una certa confusione e mi chiedo, se i progetti già ci sono, sono stati selezionati e ritenuti coerenti con la strategia di Area Interna, perché allora si continua ad invitare nuovi soggetti a presentare dei progetti? In vari incontri il Sindaco invita le persone a presentare progetti rimandando il finanziamento con lo strumento delle Aree Interne. Vorremmo che non fosse solo propaganda”.
Replica di Germani: “è una programmazione derivante da una legge nazionale che ha individuato 40 area individuate di cui 5 aree sono state selezionate come pilota. Orvieto lo è per la Regione Umbria la quale già stabilito che l’1,5% di tutte le risorse della programmazione finanziaria regionale viene assegnato alle aree interne. Ovvero nei prossimi 7 anni il rapporto è di circa 800 mln di euro. E’ stata fatta una grande programmazione, Orvieto oggi vale circa 50 mila abitanti ed è quello che andiamo a rappresentare nei vari incontri a cui partecipiamo. Le risorse previste per le Aree Interne vanno su azioni dedicate quali, sanità, istruzione, mobilità. Sono arrivate 150 schede progettuali perché gli imprenditori ci credono. Ci sono, ad esempio, aziende primarie del territorio che si stanno mettendo insieme a rete per intercettare i flussi turistici religiosi. Le schede progettuali sono state utili per chi ha scritto la strategia, ora con l’uscita dei bandi GAL si dovrà tenere conto di queste strategie. Tutte le aziende possono continuare a partecipare. Quanto ai tempi che ci siamo dati: entro fine anno deve essere fatto l’APQ dove verranno inserite tutte le priorità; mentre le proposte restanti saranno portate avanti nei prossimi anni ma all’interno di una rete. Noi stiamo entro questo sistema”.
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Sintesi del documento preliminare di strategia dell’Area Sud Ovest Orvietano
L’Idea Guida e la filiera sulla quale il territorio intende investire si basano sulla consapevolezza del proprio patrimonio culturale, storico e naturalistico connesso alla vivibilità e sostenibilità dei centri di media e piccola dimensione. L’agricoltura ed il paesaggio rurale rappresentano il “filo rosso” che unisce conoscenza, identità locale ed opportunità di sviluppo in armonia con il potenziamento dei servizi alla persona: SANITA’, MOBILITA’, ISTRUZIONE.
Il Documento Preliminare di Strategia riassume il Territorio di “Area Interna” e i sui caratteri identitari, le linee guida, la motivazione di scelte di condivisione di funzioni e servizi, gli attori, le potenziali linee di finanziamento e i risultati attesi attraverso le azioni che saranno attuate.
Nello specifico, la Strategia Aree Interne è stata interpretata come l’occasione per avviare una riflessione ampia e strutturata sul futuro dei 20 Comuni interessati. Una riflessione che ha portato amministratori e comunità locali a sperimentare nuove modalità di lavoro e di approccio alle problematiche del territorio. Un impegno che ha prodotto, prima una analisi e poi una visione condivisa, gettando le basi per un cambiamento, innanzi tutto di tipo gestionale e culturale.
Una sfida complessa, che ha avuto un primo esito concreto nella costruzione dell’idea comune di sviluppo territoriale, come occasione per politiche e strategie di area vasta (in ragione della dimensione territoriale interessata di 1.187 Kmq) superando i singoli confini amministrativi.
I centri umbri dell’orvietano, rappresentano fin dall’epoca medioevale piccole “città-stato” con un forte spirito autonomo ma spesso alleate o federate tra loro. Questi centri conservano, ancora oggi, un assetto policentrico gerarchizzato ed interconnesso, una forte struttura paesaggistica ed una rilevante tradizione storico culturale. Le principali criticità delle politiche del territorio sono state rappresentate dalla frammentazione delle decisioni e degli interventi, da processi territorialmente sbilanciati, dalla dualità tra percorsi di sviluppo e di valorizzazione ambientale.
I Comuni appartenenti a quest’area pur avendo già maturate interessanti esperienze di collaborazione nell’ambito dell’approccio Leader, il Piano di Zona, il Patto Territoriale, i Piani Urbani Complessi, il Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano (PAAO), si sono mantenuti per lo più su di una dimensione progettuale settoriale, dipendente da singoli strumenti di programmazione ed ancora distante da una visione strategica unitaria. Per questo che si è ripartiti dai “territori e dalla partecipazione con le comunità locali”, alla ricerca di elementi comuni ed unificanti interpretando bisogni e prospettive.
Nell’approccio alla Strategia dell’Area Interna è stata progressivamente maturata la consapevolezza di trovarsi di fronte ad una nuova generazione di strumenti di programmazione e d’intervento in grado di ribaltare il ciclo convenzionale finanziamenti-progetti-territorio in quello più consono territorio-progetti-finanziamenti.
Ad emergere, sin dalla prima bozza di strategia, è stata una trama sempre più leggibile di connessioni identitarie, in grado di collegare il patrimonio culturale, naturale e storico-produttivo, con un’esigenza di futuro e innovazione: un “filo rosso” tra territori e comunità.
I cardini della strategia sono stati identificati:
• nel patrimonio culturale un “vero museo diffuso”;
• nei centri ed i borghi storici ancora presidio di una elevata qualità della vita, tanto da essere eletti a residenza di molti stranieri che da turisti si trasformano nel tempo in abitanti;
• nel sistema agricolo, come collegamento con la tradizione alimentare e gastronomica, ma anche presidio attivo contro l’abbandono, il dissesto ed il rischio idrogeologico.
Attraverso la Strategia Nazionale Aree Interne il territorio intende garantire il mantenimento della elevata qualità della vita di questi luoghi, contribuire ad incrementare la nuova residenzialità, e ridare vita ai tanti centri e borghi del territorio.
Altra sfida sarà quella di attivare nuove opportunità di sviluppo economico, legate alla tradizione ed alla qualità dei prodotti, in un’ottica di innovazione e sperimentazione. Ridurre lo spopolamento e dare nuove opportunità alle giovani generazioni, in una terra ricca di tempo tra borghi storici, beni culturali e ambientali.
A Fronte di ciò, il documento indica risultati attesi ed azioni volte a:
• Migliorare il sistema di governance locale
Rafforzamento della partecipazione attiva di cittadini e stakeholder allo sviluppo del territorio (implementazione di forme di governance per il governo del territorio come i Contratti di Fiume e sperimentazione forme di partecipazione attiva dei cittadini e degli stakeholder alla programmazione e progettazione.
• Consolidare la gestione associata delle funzioni e servizi comunali
Interventi per favorire l’aumento dei servizi associati
• Valorizzare il patrimonio culturale ed ambientale per supportare una ricettività diffusa ed una nuova occupazione
Miglioramento delle condizioni e degli standard di offerta e fruizione del patrimonio culturale e ambientale dell’area; Aumento degli arrivi e della permanenza media dei turisti con particolare attenzione ai comuni minori; Consolidamento, modernizzazione e diversificazione dei sistemi produttivi dell’area legati alla filiera cultura-ambiente-turismo-prodotti tipici; Potenziamento del sistema/distretto turistico, culturale, storico ed ambientale PAAO; Diffusione della conoscenza del patrimonio culturale e ambientale (memoria e identità) presso la collettività locale.
• Recuperare e valorizzare i borghi, attraverso l’innovazione, la tecnologia, la creatività
Attrazione di nuovi residenti stabili e “temporanei” nei centri di media e piccola dimensione; Consolidamento di nuove modalità ricettive nell’ambito dei centri di media e piccola dimensione; Nascita di Urban Hub propulsori della ricerca e dell’innovazione.
• Aumentare la competitività delle filiere e dei sistemi produttivi in particolare agricoli e agro-alimentari, migliorare la corretta gestione delle risorse naturali e sostenere le comunità rurali:
Diffusione di un Sistema agricolo integrato che produce, trasforma e distribuisce prodotti in particolare a Km 0; Valorizzazione e promozione di un paniere di prodotti e eccellenze locali; Diffusione di modelli per una corretta gestione del percorso produzione/consumo dei prodotti locali delle filiere corte; Potenziamento del Turismo rurale elevando l’offerta e la qualità del servizio; Integrazione socio lavorativa dei soggetti svantaggiati (agricoltura sociale); Introduzione e miglioramento di servizi per la popolazione rurale.
• Garantire servizi socio-sanitari legati al mantenimento delle comunità sul territorio
Riduzione del numero di ricoveri inappropriati; Miglioramento dell’offerta dei servizi in particolare per le persone anziane e disabili; Potenziamento della rete assistenziale di prossimità; Miglioramento della erogazione del servizi.
• Valorizzare l’offerta di servizi educativi, di istruzione e formazione per fornire un presidio educativo di eccellenza a supporto delle politiche di sviluppo e della permanenza della popolazione nell’area
Potenziamento e attivazione di servizi educativi per il sistema 0-6 anni; Miglioramento della didattica e ampliamento dell’offerta formativa nella scuola primaria; Abbattimento dell’isolamento dei plessi scolastici collocati nelle aree più marginali; Riduzione del turn over dei docenti; Razionalizzazione e potenziamento dell’offerta formativa orientata verso le potenzialità occupazionali locali; Potenziamento dell’alternanza scuola lavoro per la costruzione delle competenze necessarie alla formazione di profili professionali spendibili nel territorio.
• Migliorare la mobilità esterna ed il sistema della rete di mobilità interna: dalle principali polarità verso i territori più interni laddove si percepisce la condizione di marginalità
Miglioramento della mobilità da e per l’area; Miglioramento del trasporto scolastico offerto dai Comuni ai bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado; Razionalizzazione ed efficientamento dei servizi di trasporto pubblico locale; Sviluppo sistemi complementari, integrativi ed alternativi al sistema trasporti stico; Promozione di reti di mobilità dolce (slow); Riqualificazione dei percorsi di viabilità secondaria.
Fonte: (Ufficio Stampa Comune di Orvieto)