di Valentino Saccà
ORVIETO – Il centro Caritas, della Diocesi Orvieto-Todi, è il nucleo dell’attività assistenziale della città che ramifica i propri centri di accoglienza delocalizzandoli anche presso altre città.
Abbiamo incontrato il Vicario episcopale per la carità Don Marco Gasparri, il quale ci ha fornito dei dati statistici sul trend della povertà sul territorio interessato e la conseguente richiesta di assistenza presso i centri di ascolto Caritas.
“Difficile dire se negli ultimi anni la povertà è in aumento a Orvieto – esordisce Don Marco – prima di tutto perchè le nostre attività assistenziali non sono limitate alla città di Orvieto ma estese capillarmente a diversi centri di ascolto legati alla Diocesi di Orvieto-Todi. E’ però possibile evincere dai dati statistici che ci sono forniti all’interno del 3° rapporto diocesano sulle povertà, anno 2015, che sono in aumento gli italiani tra gli assistiti che da 767 del 2014 sono arrivati a 801 nel 2015.
Seguendo sempre i dati del rapporto è possibile rilevare che dal 2014 al 2015 c’è stato un aumento riguardo a diverse macrovoci negli interventi: sostegno socio-assistenziale da 1 a 30, scuola-istruzione da 389 a 480, sanità da 79 a 353, beni e servizi materiali da 36001 a 90639, con la diminuzione della voce sussidi economici che è passata da 301 nel 2014 a 236 nel 2015.
Per entrare maggiormente nello specifico è possibile desumere alcuni dati riguardanti il centro di ascolto della città di Orvieto. Intanto è bene dire che è stato il primo centro di ascolto diocesano funzionante anche prima del 1998 ( anno di realizzazione definitiva del centro stesso ) e oggi è stata creata una diversificazioni di ruoli tra il centro di Orvieto e quello di Ciconia, il primo si occupa della distribuzione dei generi alimentari, mentre il secondo del vestiario.
Tra i servizi più recenti che offre la Caritas di Orvieto, quello della mensa ( nato nel 2011 ) che assicura un pasto caldo al giorno a chi ne ha bisogno. Per questo servizio abbiamo un 93% di persone dai 75 anni in su, in prevalenza italiani e di nazionalità non specificati con rispettivamente il 47 e il 101% e una minoranza di romeni solo il 16%.
Alcuni locali del centro di ascolto orvietano sono adibiti per l’accoglienza dei reclusi in permesso premio o familiari in visita. Gli ospiti vengono accolti per il pernottamento per chi non può permettersi gli alberghi. Questo servizio non ha la funzione di dormitorio ma oltre al letto ma infondere un senso di speranza e umanità, facendo vivere a queste persone un breve periodo con le persone a loro care. In questo caso i detenuti sono un 80% maschi e uno 0% femmine, con una fascia di età maggiore tra i 25 e i 44 anni che arriva al 19%.
Importante anche sottolineare che la nostra Diocesi ha accolto 120 immigrati nei vari centri di assistenza. Se dovessi spiegare che iter deve seguire un assistito – conclude Don Marco – direi dipende dal tipo di richiesta che fa presso i nostri centri di ascolto, quali sono le sue esigenze e di quale tipo di assistenza necessita. La cosa fondamentale che vale per qualsiasi persona bisognosa di assistenza è recarsi presso un nostro centro di ascolto e in base alla sua richiesta si cerca insieme una soluzione alla sua situazione “.