Si torna a parlare di chiusura del ciclo dei rifiuti, tutti consapevoli che il ciclo in Umbria non è mai stato chiuso: la discarica “Le Crete” ne è la testimonianza! Come si fa? Si parte dal mondo delle “buone pratiche” e da un solido riferimento alle indicazioni delle leggi vigenti, non c’è niente da inventare, siamo in un mondo che offre esempi e che è in continua evoluzione.
Dovremmo dunque conoscere tutti, e inispecie i nostri amministratori e il personale competente della PA, che esiste l’art 179 del T.U dell’ambiente. Criteri di priorità nella gestione dei rifiuti, con la sua nota gerarchia:
a) prevenzione;
b) preparazione per il riutilizzo;
c) riciclaggio;
d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia;
e) smaltimento.
In questi anni abbiamo fatto proposte, progetti, abbiamo accompagnato amministratori dei vari Enti competenti in giro per l’Italia a vedere realtà virtuose nel ciclo dei rifiuti, ma niente, tutta la progettazione, dal Piano Regionale dei Rifiuti al Piano d’Ambito, si è preoccupata essenzialmente del raggiungimento degli obiettivi economici e finanziari, con costi e quindi tasse per il cittadino aldisopra degli importi medi nazionali invece di valorizzare e affrontare il tema del riciclo, con gli sprechi che ne derivano.
Dobbiamo avere perfettamente chiaro, non ci possiamo prendere in giro e non può essere presa in giro la cittadinanza (che paga silenziosa tutto, almeno per ora) che il mantenimento della attuale insostenibile politica dei rifiuti ad ogni livello, e i contratti che da questa politica sono derivati e sottoscritti inopinatamente da tutte le amministrazioni senza tenere conto dell’interesse generale, rendono necessaria e insostituibile la discarica.
Pertanto, se c’è una nuova consapevolezza della gravità della situazione, anche determinata da una fine probabile della discarica di Orvieto entro i 3-4 anni, e si vuole operare finalmente un cambio di passo nella gestione dei rifiuti in Umbria, aldilà delle parole o delle promesse, ci sembra che non si possa essere elusivi su una svolta radicale che debba prevedere:
1. aggiornamento/riformulazione del Piano Regionale dei rifiuti che deve prevedere almeno le seguenti condizioni:
a. escludere la termovalorizzazione o similare solo previa esclusione della discarica quale assetto portante. Questa potrà soddisfare unicamente le residualità una volta rispettate le condizioni di cui all’art. 179 del T.U. ambiente; che significa, per intendersi, che in discarica non può finire più del 3/5 % del rifiuto prodotto complessivamente;
b. riparametrazione degli obiettivi sulla base dei risultati relativi al recupero, riutilizzo, riciclo di qualità, e conseguente immediata applicazione della Tariffa Puntuale;
c. di conseguenza procedere con la pianificazione di tutte le misure a ciò finalizzate, a partire dalla infrastrutturazione industriale e funzionale;
d. presa in carico delle condizioni di salvaguardia per la sicurezza dei siti già utilizzati per le discariche e la tutela della salute pubblica;
2. riformulazione da parte dell’Auri dei piani di gestione, annullamento dei contratti in essere, da sostituire sulla base del nuovo Piano regionale, in conformità con le clausole già contemplate dagli stessi contratti.
Amici della Terra