Un saluto ai lettori, dopo oltre 13 anni insieme, è doveroso.
Nel 2002 decisi di fondare un giornale on line, recuperando una vecchia passione per il giornalismo.
Per motivi professionali mi occupavo del web da qualche anno, l’anno precedente era nato il mio concorrente orvietano di tutti questi anni, orvietonews, che aveva successo. Mi piaceva l’idea, sembrava potesse funzionare e quindi il 15 dicembre 2002 andai in rete con orvietosi.it..
Era domenica, ebbi centocinquanta contatti, come si diceva allora.
Per alcuni mesi collaborarono con me giornalisti ormai di fama, come Santelli e Corradino, ma ben presto si resero conto che i loro interessi erano più ampi e ora infatti sono giornalisti RAI.
Nel tempo i collaboratori sono stati molti, come redattori di rubriche e di redazione. Sempre con puntualità straordinaria curò la rubrica “Cerco Guai” Marco Sciarra, che poi si diede alla politica e lì i guai li trovò davvero. Poi Pier Luigi Leoni e Franco Raimondo Barbabella occuparono quello spazio, dal 2009, ogni lunedì, mai un appuntamento saltato. Hanno scritto tutto e se ci fermassimo a rileggere i loro articoli non avremmo più nulla da raccontare. Mi aiutarono per qualche tempo anche Vincenzo Carducci, Simona Coccimiglio, Flavia Timperi e Valeria Cioccolo.
Ma la ragione per cui orvietosi.it è ancora qui è stata la preziosa collaborazione di Stefania Tomba.
Brava, equilibrata, affidabile, è stata con me per dieci anni, fino a pochi mesi fa, quando ha deciso che Amos era più importante e quindi ha deciso di essere mamma e godersi a pieno quella gioia, maggiore di mille scoop.
Durante questi anni, qualche volta anche come nostro aiuto in redazione, ma soprattutto come corrispondente del Messaggero e curatrice di uffici stampa, è cresciuta la giornalista Sara Simonetti, con cui collaboro quotidianamente da due anni, da quando orvietosi.it e librosi.it sono entrati nella Cooperativa Elzevira.
Beh, non potevo lasciare la direzione a persona migliore, per le sue qualità professionali e l’esperienza, ma soprattutto per il carattere, la positività, la disponibilità.
Lascio a Sara un impegno gravoso, quotidiano, di grande responsabilità. L’impegno di raccontare a migliaia di lettori ogni giorno quello che sappiamo e quello che abbiamo capito, con onestà intellettuale e contemporaneamente con il dovere di costruirci una nostra idea. Le lascio il dovere di confezionare un giornale onesto che non sia qualunquista e prono assorbitore dell’aria che tira di qua o di là sui social o nella città.
Ho tentato di “disvelare la verità” dei fatti, che c’è ma che non sempre sappiamo scoprire e vedere, e di seguire questo principio etico con coscienza. Mi sono sbagliato qualche volta, qualche altra no.
L’impegno che richiede il giornale ogni giorno è troppo pesante per me oggi, ma certo non lascerò Sara con il solo aiuto della redazione che si sta costruendo e mi sono quindi assicurato uno strapuntino da “editorialista libero”.
Mi piace, perché mi sgancia dalla responsabilità di scrivere con l’occhio costantemente attento alla visione complessiva del giornale, al bisogno di confezionare un insieme rispettoso di tutte le “anime” della città e del territorio, che è compito del direttore.
Ora non dovrò smussare i miei tratti spigolosi e il direttore mi ha assicurato che sarà benevola, per affetto e per rispetto dell’ l’età.
In questi anni ho sempre offerto voce a tutti e Sara so che continuerà a farlo, senza soggezione, grazie alla sua solida e matura personalità. Essere equilibrati e disponibili costa molto e ci vogliono energie giovanili per pagare quel peso.
Infine, ringrazio tutti, collaboratori, lettori e inserzionisti pubblicitari che ci hanno permesso di essere qui, con la soddisfazione che migliaia di lettori del territorio ogni giorno dànno uno sguardo a quanto scriviamo. Da domani, nello spazio dove ci sono i riferimenti della redazione troverete scritto Sara Simonetti direttore responsabile e sotto Dante Freddi editorialista.
A presto. Dante Freddi
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Probabilmente era il momento di fare il grande passo, di diventare grande. Nove mesi fa la prima ad avermelo permesso è stata mia figlia Giorgia regalandomi la gioia di diventare madre, ora devo ringraziare un’altra persona, Dante Freddi che ha creduto in me, che crede in me affidandomi la direzione del suo giornale.
Quel giornale che ha accudito e nutrito per tredici anni come un figlio, riempiendolo ogni giorno di quell’amore e quella dedizione che solo un buon padre è in grado di fare senza volere nulla in cambio se non il rispetto dei suoi fedelissimi lettori.
Ora quel ruolo, Dante ha voluto affidarlo a me, una ragazza di 34 anni che dieci anni fa ha deciso che questa sarebbe stata la sua strada, il treno da cui continuare a guardare il mondo con occhio aguzzo e penna alla mano. Un cammino su una strada forse un po’ tortuosa, pieni di sacrifici, di rinunce e di appuntamenti mancati ma anche piena di tante storie raccontate, vite svelate e incontri “buoni”.
Ecco, è stato proprio uno di quegli incontri “buoni” quello con Dante. Sì, più o meno dieci anni fa. La redazione stava in via Velino 10, a Sferracavallo.
Ricordo ancora quando ogni mattina mi ritrovavo a fare le scale di quell’ufficio per andarmi a sedere in quella scrivania che dividevo con Stefania Tomba che con il cuore ringrazio per avermi sempre dato i suoi buoni consigli e per avermi fatto conoscere questa realtà come una mamma premurosa e servizievole, quella che adesso è. Allora però non collaboravo con Orvietosì. L’ufficio era quello ma lì mi appoggiavo con il mio pc e la mia voglia di fare per cercare di trovare notizie fresche per Il Giornale dell’Umbria, la mia prima scuola per cui mi corre l’obbligo morale di ringraziare Gianluigi Basilietti e Vincenzo Carducci che, da subito, mi fecero capire l’importanza di stare sempre sul pezzo, di capire la notizia, di non dare mai niente per scontato.
Ora la mia palestra di vita continua con Il Messaggero. Era il compianto Dante Ciliani l’allora direttore, con lui un rapporto a volte burrascoso ma sempre schietto. Mi ha fortificato, mi ha fatto capire che ogni giorno, anche se spesso la voglia di camminare è maggiore di quella di correre, e quando vorresti fossero gli altri a scrivere la tua di storia, quelle suole di gomma vanno consumate alla ricerca della storia mai raccontata. Grazie Dante, ovunque tu sia.
Ecco, arriviamo ad oggi. Da due anni la Cooperativa Elzevira (fondata, tra gli altri, da tre persone che ammiro molto Stefano Corradino, Tiziana Fedele e Giorgio Santelli) di cui mi pregio di essere socia, è diventata editrice di orvietosi.it.. Mano a mano ho cominciato a prendere sempre più confidenza con un giornale online per il quale non avevo mai scritto.
Il rapporto con la carta stampata è diverso da quello con il web, qui conta l’immediatezza, oserei dire quasi la prontezza di riflessi tanta è la rapidità con cui le notizie corrono su internet. Un impegno quotidiano per cui non esiste Pasqua, Natale, Ferragosto o qualsiasi altra festività. Il lettore deve essere informato sempre. Ed è proprio questo che cercherò di fare, che cercherò di continuare a fare seguendo fedelmente le orme di Dante. Orme un po’ ingombranti ma nelle quali voglio imprimere le mie, decisamente più piccole e fragili ma che, col tempo, diventeranno grandi e robuste, quasi quanto le sue.
Quando Dante mi ha chiesto di continuare a dirigere il suo giornale, non lo nego, ho avuto paura (ne ho tuttora), è un’eredità che pesa, tanto mentalmente quanto fisicamente. Ma sono fermamente convinta, scusate la retorica, che “da niente non nasce niente” e allora ho deciso di prendermela tutta questa responsabilità cercando di onorare al meglio il lavoro di Dante e soprattutto la fiducia che ha riposto in me. Accetto questo ruolo con l’umiltà di chi ancora ha tanto da imparare ma con la forza e la dedizione che da sempre, soprassedete la mia malcelata presunzione, mi contraddistingue.
Sbaglierò sicuramente. Non mettetemi subito alla gogna. Aiutatemi invece a non farlo più. A volte cadrò. Datemi una mano a farmi rialzare. Accanto a me, oltre ad una redazione in via di definizione, il mio amico Dante continuerà comunque ad esserci per darmi quel coraggio che non sempre avrò e per rassicurarmi ogni volta che ne avrò bisogno. Oltre, ovviamente, ad intrattenere i lettori con i suoi spigolosi editoriali. Dante Freddi, editorialista e Sara Simonetti, direttore responsabile. Buon lavoro a noi. Sara Simonetti