di Valentino Saccà
ORVIETO Altro sabato altra categoria e a, questo giro, per la rubrica “A tu per tu con…” tocca agli edicolanti di Orvieto, coloro che in prima linea si occupano della distribuzione di notizie dopo il megafono editoriale dei quotidiani.
Diamo voce agli edicolanti e tabaccai della città, coloro che insieme a baristi e parrucchieri gestiscono un punto di ritrovo e di scambio di opinioni, quale ritrovo di varia umanità sociale. “Orvieto offre sempre di più una scarsa presenza fisica di persone – dice Maria Elisa Borri dell’edicola tabaccheria di piazza del Popolo – Tante cose non vanno in questa città, la politica in generale, le amministrazioni, i servizi dovrebbero essere potenziati con tutti questi spazi dismessi tipo la caserma Piave oppure l’ospedale. Soddisfazioni non ne abbiamo per nulla ultimamente solo problemi purtroppo. Tasse, affitto, spese quotidiane che ci creano difficoltà ad andare avanti, inoltre con i turisti non si lavora“. Un quadro decisamente a tinte scure, lo stesso, che ha dipinto un altro edicolante di corso Cavour. “Negli ultimi cinque anni Orvieto ha registrato un calo – esclama Luca Cecci – il lavoro non è più come una volta. In generale cambierei diverse cose di questa città tipo il costo dei parcheggi che mi pare eccessivo, poi tra i problemi quotidiani c’è l’inciviltà dei proprietari dei cani che sporcano e non se ne preoccupano. Nemmeno la nettezza urbana si preoccupa di pulire le cacche dei cani e quelle dei piccioni davanti alla mia attività se non ci penso io, questo non mi pare civile nemmeno per i turisti e gli abitanti. Riuscire ad accontentare i clienti è una grande soddisfazione per il lavoro che svolgo, dato che è un lavoro a contatto con il pubblico“.
Anche Paolo Alievi dell’edicola tabaccheria Carbonari, parte dalla problematica lavorativa che affligge il settore a livello sia locale che nazionale. “La crisi dell’editoria è un problema nazionale ma ancora più sentito in una realtà locale come quella di Orvieto, soprattutto nel centro storico della città. Il discorso turistico non può limitarsi al settore della ristorazione, senza incrementare ad esempio il nostro settore. La nostra soddisfazione è che siamo un’attività che esiste da 75 anni e ancora lavoriamo“.
Abbiamo deciso di chiudere il giro recandoci all’edicola della stazione, per vedere un punto di vista di un edicolante al di fuori del centro storico. La proprietaria Miranda Curti si è espressa in questi termini: “Orvieto è uno schifo, non si può più lavorare specialmente qui alla stazione con dei fornitori che non ti accettano i resi. Non c’è nessuna soddisfazione, solo arrabbiature, anche perchè oltre al problema dei fornitori e alla crisi generale, si aggiunge anche quello della liberalizzazione che ha permesso la rivendita di riviste e giornali anche nei supermercati, creando grandi difficoltà al nostro settore“.