di Gabriele Marcheggiani
MONTECCHIO – “Non è per niente semplice organizzare attività culturali nei piccoli paesi, anche a Montecchio ci confrontiamo molto spesso con ogni tipo di difficoltà: a volte la mancanza di fondi, altre la mancanza di partecipazione…Noi abbiamo deciso di partire dai bambini visto che purtroppo gli adulti non sembrano interessarsi più di tanto”.
Non usa mezzi termini per esprimere il proprio pensiero Paola Antonini, presidente dell’associazione culturale “I colori dell’Arte”, che opera già da diversi anni nel territorio montecchiese. Una fucina di idee, di proposte, di progetti realizzati e da realizzare in un contesto affatto semplice e con pochi soldi a disposizione, “I colori dell’Arte” rappresentano un’originale avanguardia nel panorama associativo di Montecchio.
Una biblioteca nata quasi per gioco, un periodico che raccoglie scritti e pensieri di chiunque abbia voglia di dire la propria, tante attività ludiche e didattiche rivolte ai più piccoli e, ultima, l’istituzione del museo della banda “Santa Cecilia” con la creazione di uno spazio apposito nell’Antiquarium comunale di Tenaglie.
“La banda di Montecchio è un’istituzione, ha centotrenta anni di vita e ha sempre rappresentato un valore sociale e culturale per il paese fin dalla sua nascita”, continua la Antonini. “Insieme a Quinto Moini, colonna della banda da oltre cinquant’anni, avevamo deciso due anni fa di istituire un museo che raccogliesse la storia e i cimeli di questa associazione; avevamo affittato un locale nel centro storico di Montecchio ma i costi erano divenuti insostenibili…Grazie alla collaborazione di diverse istituzioni, a cominciare dalla cooperativa Sistema Museo che gestisce l’Antiquarium e dall’amministrazione comunale, siamo riusciti a trovare uno spazio nel museo di Tenaglie”, conclude.
Non sempre è facile trovare collaborazione, coinvolgere le persone, reperire fondi; per dire, lo scorso 5 marzo “I colori dell’Arte” ha organizzato un convegno in occasione della festa della donna, c’erano una ventina di persone e Paola Antonini si è detta raggiante: «Non credevo ai miei occhi, una manifestazione ben riuscita, ricca di interventi e con molta più partecipazione del previsto».
Se venti persone ti fanno essere raggiante, significa che non deve essere affatto semplice coinvolgere le persone ma nonostante tutto, questa caparbia signora non si dà affatto per vinta. La biblioteca, nata qualche anno fa con un’idea e uno sforzo dell’associazione, ora è divenuta comunale e presto saranno svolti lavori che ne amplieranno gli spazi e ne consentiranno l’accesso direttamente dalle scuole.
“E’ un piccolo orgoglio per noi e per tutto il paese – aggiunge – Abbiamo iniziato qualche anno fa con poco più di mille libri, ora ne abbiamo oltre quattromila tant’è che dobbiamo ampliare gli spazi e mettere nuovi scaffali. Grazie all’amministrazione comunale e alla collaborazione di qualche insegnante, questa biblioteca ora diverrà parte integrante delle scuole e i ragazzi ne potranno usufruire quando vorranno”.
Un impegno in favore della cultura a 360 gradi, non solo libri, non solo musei ma tanti progetti rivolti soprattutto ai più piccoli perché i bambini, si sa, recepiscono meglio e perché saranno gli adulti di domani: occorre coinvolgerli, renderli protagonisti, dar loro gli strumenti fondamentali per conoscere il mondo che li circonda.
Ecco allora che vedono la luce i progetti “Nati per leggere”, “In vitro”, un corso di teatro dal titolo “Un libro in scena”, laboratori, attività ludiche, insomma obiettivi chiari e tanto, tanto impegno che richiederebbe una maggiore attenzione da parte delle istituzioni.
La parola cultura in fin dei conti deriva dal latino colere che significa “coltivare”, “avere cura”, bisognerebbe semplicemente ricordarsene a volte. Un’ultima curiosità…ma cosa leggono i montecchiesi? A dire il vero non sono mai abbastanza quelli che leggono, comunque le donne divorano libri più degli uomini, gli adolescenti vanno pazzi per i gialli e oltre i trenta anni sono i romanzi a farla da padrone, anche qualche classico, mentre di storia e saggistica vanno ghiotti solo gli uomini.