di Valentino Saccà
ORVIETO Raccoglie notizie sulla storia, la cultura e l’arte etrusca dell’antica Velzna. E’ Orvieto Caput Etruriae il titolo del volume realizzato con un sincretismo di diversi contributi eruditi sulla materia, presentato venerdì sera al palazzo del Gusto e prossimo ad arrivare anche al Parlamento Europeo a Bruxelles.
Il testo, edito Akebia con il sostegno Slow Food, risulta un dovizioso lavoro di equipe che si pone e si propone come sintesi del percorso Experience Etruria, percorso che (insieme a Slow Food) la scorsa estate si è occupato di valorizzare il territorio che va dalla bassa Toscana e arriva fino al Lazio passando per il cuore verde dell’Umbria, valorizzando specialmente la storia, l’arte, l’archeologia e la cultura autoctona della città di Orvieto.
Animatore della conferenza dagli arcaici echi etruschi, il giornalista Guido Barlozzetti ha esposto una probabile, e misconosciuta, etimologia del nome Orvieto che si affranca dalla più comune Urbs Vetus (città vecchia) legandosi all’olio d’oliva, richiamando poi l’attenzione degli uditori sulle parole esposte da alcuni degli autori del volume.
Claudio Bizzarri, autore di un capitolo del libro in collaborazione con Giuseppe Della Fina, ha sottolineato l’importanza della cultura greca come origine di quella etrusca, anche se quest’ultima si è poi distinta per propria originalità nel rivisitare la prima. A testimonianza di questo la testa della Gorgone esposta al museo Claudio Faina. Particolarmente approfondito anche l’intervento di Raffaele Davanzo, curatore del capitolo “Le vie dell’acqua”, che traccia un percorso acqueo partendo dal pozzo di Delfi per arrivare a quello di S. Patrizio. Acqua, olio, rimandi alla cultura greca, questo e altro sono i preziosi elementi che amalgamati insieme creano la cultura della città di Orvieto, cultura che Orvieto Caput Etruriae illustra e approfondisce con mirabile precisione e erudizione storica.