ORVIETO- Come oramai consuetudine, riapre oggi, nel giorno il cui il quartiere festeggia la “Candelora”, il complesso archeologico sotterraneo del Pozzo della Cava. Completate le operazioni di smantellamento del presepio, manutenzione delle strutture, degli impianti e dei sistemi di sicurezza, il pozzo riprende il consueto orario di apertura dalle 9 alle 20, con pausa il lunedì. Già da oggi attivi anche il bar e il bookshop, da domani tornerà di nuovo in servizio la piccola trattoria annessa al percorso di visita.
Ben chiari gli obiettivi di questo nuovo anno di attività: in primo luogo festeggiare (in maniera piuttosto inusuale) il ventennale del ritrovamento della sorgente del Pozzo della Cava, avvenuta il 25 aprile 1996 ad opera degli speleologi che ne stavano curando lo svuotamento dai rottami e dai detriti accumulatisi nel corso dei secoli.
E poi lanciare in maniera sempre più forte la linea dei prodotti tipici legati a cinque personaggi cavajoli magistralmente illustrati da Alessandra Roticiani, in arte XaNa. Si tratta di quattro vini e un amaro con etichetta del Pozzo della Cava, legati a cinque personaggi le cui storie si intrecciano a quelle del pozzo e del quartiere:
– Papa Clemente VII che nel 1527 ordina lo scavo del Pozzo della Cava e del Pozzo di San Patrizio abbinato all’Orvieto Classico secco;
– Giacomo “Mai Non Suda” e la sua casa distrutta pochi anni dopo per lo scavo del pozzo per l’Orvieto Classico amabile,
– il cinquecentesco ceramista Mastro Giorgio, celebre per il suo color rosso rubino, chiamato a lavorare in una delle fornaci della Cava, abbinato ovviamente al Rosso Orvietano;
– uno dei fabbri della secentesca confraternita “Universitas Fabrorum” della Madonna della Cava per il passito dolce da dessert:
– conclude la serie l’Amaro del Pozzo (che qualche tempo fa la rivista Class ha collocato al terzo posto della classifica degli amari e liquori italiani) con l’immagine di una delle donne che cinque ufficiali francesi hanno tentato di violentare ad inizio Ottocento, finendo miseramente nel pozzo ad opera dei mariti e dei fidanzati delle giovani cavajole.