I capigruppo dell’opposizione consiliare Andrea Sacripanti, Roberta Tardani, Stefano Olimpieri e Lucia Vergaglia intervengono in merito alle ultime dichiarazioni dell’assessore Massimo Gnagnarini.
ORVIETO – Le scomposte dichiarazioni rilasciate da Gnagnarini in merito al nuovo piano di riorganizzazione dell’Ente, dimostrano come l’Assessore non sia più in grado di assolvere al difficile compito di relazionarsi con chi quel piano sarà costretto a subirlo quotidianamente.
La sua conclamata avversità nei confronti del pubblico impiego e di tutti quelli che si permettono di criticare le sue scelte, emerge con tutta evidenza nelle ultime esternazioni a mezzo stampa che l’Assessore, soltanto dopo essere stato scoperto, ha ammesso di aver estrapolato da un precedente articolo il cui autore, sempre per stessa ammissione di Gragnarini, è consulente del suo assessorato e collaboratore con il CSCO. Ora, tralasciando il pur grave plagio compiuto dall’Assessore, ciò che emerge è che lo stesso Gnagnarini ha strumentalmente utilizzato le altrui considerazioni per sferrare l’ennesimo attacco, “bollando” come attori che giocano ad interpretare il ruolo di vittime, al solo scopo di mantenere non si sa quali privilegi e rendite di posizione, quei dipendenti che legittimamente hanno denunciato le carenze di un piano di riorganizzazione dell’ente comunale che rischia seriamente di incidere in modo negativo sulla qualità dei servizi offerti alla cittadinanza. Ora, il delirio di onnipotenza del quale è affetto l’Assessore, che troppo spesso lo induce a dichiarazioni ed azioni censurabili sotto ogni profilo, si leggano al riguardo pregressi comunicati stampa o post sui social, impedisce di affrontare con la giusta serenità l’adozione di un provvedimento che riguarda per sua natura vari aspetti, tutti ugualmente degni di considerazione, quali il potenziamento dei servizi offerti alla cittadinanza e la tutela dei diritti dei dipendenti comunali.
Chiediamo, quindi, al Sindaco di riappropriarsi delle deleghe al personale e di ristabilire un clima più sereno che consenta la fattiva collaborazione tra le parti in causa. Siamo convinti che soltanto in questo modo, si potrà riorganizzare l’Ente senza che nessuno tra Comune, dipendenti e cittadini, possa uscirne penalizzato.