di Valentino Saccà
ORVIETO – Questa settimana per il ciclo di interviste “A tu per tu con ..”, abbiamo deciso di dare la parola ad alcuni ristoratori della città. Tra i fumi appetitosi che riempiono la conviviale aria della sala ristorante ecco la voce di chef e ristoratori che dicono la loro sulla città in cui vivono e lavorano creando ricette sfiziose e particolari.
Iniziando dalla Rupe visitiamo uno dei must della ristorazione orvietana, “L’antica Rupe” chiedendo proprio alla titolare Angela Perisse cosa ne pensa di Orvieto riguardo al suo settore. “Sono orgogliosa di lavorare e vivere ad Orvieto. I mio lavoro mi dà tanta soddisfazione perché lo faccio con il cuore, Orvieto è una bella città ma il grosso problema sono i rifiuti per le strade, sembra di essere a Napoli”. “A parte questo problema legato alla spazzatura – continua la Perisse – non mi posso lamentare, anzi ho i miei due figli che mi aiutano con l’attività”.
Proseguiamo con un altro top della ristorazione ad Orvieto, parliamo ovviamente di “L’osteria numero uno”, in cui ci accoglie con la sua solita cortese ospitalità il titolare Angelo D’Acquisto.
“Orvieto è una bellissima cittadina turistica, culla della cultura italiana, in cui però manca un rinnovamento della diffusione culturale di tale città e quindi ci sarebbe qualcosa che cambierei per potenziarla”. “La soddisfazione quotidiana nel mio lavoro – prosegue Angelo D’Acquisto – è vedere il cliente con il sorriso quando gli stringi la mano per salutarlo, a riprova che è soddisfatto del servizio e questo significa che se ha mangiato bene tornerà ad Orvieto molto probabilmente, quindi in questo caso mi sento un po’ di rappresentare la città”.
Terza tappa è il ristorante “Cocco”. Il titolare Giancarlo Tittocchia esordisce così: “Ad Orvieto è cambiato il turismo, il turista medio si ferma poco e riparte subito. Quando c’erano le caserme era diverso, con i militari si lavorava tanto”. “E’ cambiato anche il mondo di mangiare qui ad Orvieto – prosegue Tittocchia- si è persa una certa convivialità, anche in una piccola città come questa i tempi frenetici del nuovo mondo del lavoro non permettono più un certo piacere dello stare a tavola”.
Terminiamo il giro dei ristoranti con il “Conte Adolfo” , nei pressi della stazione a Orvieto scalo. Il titolare Andrea Limongi alla domanda come vede la città di Orvieto negli ultimi anni risponde: “Male, c’è stato un calo pauroso di turismo, ad Orvieto dovrebbero sfruttare meglio le potenzialità dato che la città è un punto di snodo fra tre regioni, Lazio, Umbria e Toscana.
“Il grosso del problema riguarda il mal funzionamento dell’Ente del Turismo e del Comune – continua Limongi – anche gli eventi turistici tipo Umbria Jazz durano meno e quindi portano meno gente e meno lavoro di conseguenza e poi il grosso viene dislocato nel centro storico, mentre lo scalo viene un po’ dimenticato, ad esempio anche il grosso parcheggio bus quaggiù non viene sfruttato e ammassano gli autobus qui in piazza creando disagio alla mia attività”.