ORVIETO Cicogne a rischio al Santa Maria della Stella. Dopo la circolare dell’11 novembre scorso del ministero della Salute in cui si individua anche quella che è riconosciuta come un’eccellenza dell’ospedale di Orvieto, ovvero il punto nascite, tra i possibili a rischio chiusura perché al disotto dei 500 parti l’anno, ritorna la psicosi tra i corridoi del terzo piano.
Se, infatti, cinque anni fa il nosocomio orvietano era scampato indenne al piano di riordino nazionale che mirava inizialmente a chiudere i punti ospedalieri al di sotto delle mille nascite annue, ridotte in un secondo momento a cinquecento, questa volta potrebbe anche non essere così.
La decisione, sia bene inteso, spetta alla Regione sulla base, ovviamente, delle linee guida dettate dal ministero. «La chiusura dei punti nascita – spiega il direttore Ermete Gallo – segue però anche una sorta di disegno geografico e prima di tagliare quello di Orvieto ce ne sarebbero comunque altri che non raggiungono i nostri numeri».
Anche perché da una eventuale soppressione del punto nascita orvietano ne deriverebbe che quelli più vicini sarebbero Viterbo, Terni, Perugia o Narni-Amelia e, anche solo per cultura generale, si sa che con un parto aperto il neonato potrebbe venire alla luce nel giro di pochi minuti. La freddezza dei numeri, dunque, lascia il tempo che trova, anche perché ci sono stati anni in cui le nascite sono andate ben oltre le 500 unità.
«Quest’anno i nuovi nati sono stati 491 – dice Gallo – ma il trend di media è sempre intorno ai 500». Nel 2010 al Santa Maria della Stella era stato assegnato anche il bollino rosa con l’incremento del numero delle nascite che avevano raggiunto quota 501. La circolare del ministero, comunque, consente di mantenere in attività i punti nascita nelle aree montane e disagiate, anche se fanno meno di 500 parti, purché vengano mantenuti gli standard di qualità e di sicurezza.
Ora bisognerà vedere i passi della Regione se deciderà o meno, di concerto con il ministero, di usare la mannaia. Intanto, di certo c’è che, per la realizzazione del nuovo ospedale comprensoriale di Narni-Amelia, dando attuazione al programma degli investimenti per l’edilizia sanitaria, la Regione Umbria ha ottenuto lo sblocco dei finanziamenti dal Ministero della Salute.
Si tratta di un investimento complessivo di oltre 53 milioni di euro, di cui circa 18 milioni finanziati direttamente dallo Stato e i restanti da varie fonti di finanziamento regionale, che ne fanno il principale bando di lavori pubblici dei prossimi anni.
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