ORVIETO Furti di rame, recuperati quasi nove quintali. E’ questo il business del Ventunesimo secolo. Lo chiamano il nuovo oro. Rosso per la precisione. E nell’ultimo periodo in tutto l’Orvietano, sta andando a ruba, nel vero senso della parola. E’ il rame, il metallo più sonoro ed anche quello che fa più gola agli ambienti della criminalità considerando che il prezzo oscilla tra i 5 e gli 8 euro al chilo contro un ferro che ne vale appena un euro. Ne sono stati letteralmente spogliati addirittura i cimiteri di mezzo comprensorio.
L’ultimo a caderne “vittima” è stato quello di Carnaiola, a Fabro dove i ladri hanno addirittura portato via i canali di gronda e i discendenti. Ed è proprio nel corso di controlli mirati di contrasto e prevenzione di furti, che la polizia ferroviaria di Orvieto ha recuperato e riconsegnato alle Ferrovie dello Stato otto quintali e mezzo di rame in tutto.
Cinque quintali appena una settimana fa.
Il materiale, proveniente da cavi di telefonia, internet e messa a terra presente nei cunicoli vicino ai binari, è stato rinvenuto all’altezza del chilometro 128 della linea Direttissima, in prossimità della galleria “Fabro”. Dei ladri, al momento, non ci sono tracce ma pare si tratterebbe di una banda di etnia rumena proveniente dalla Capitale.
Lo confermerebbero anche gli indizi raccolti nel corso dei sopralluoghi effettuati dai carabinieri di Allerona. Anche per questo i controlli sono stati intensificati. Un lavoro che ha quindi permesso di stanare altro rame che era stato trafugato più o meno con le stesse modalità nel giugno scorso.
In questo caso si tratta di 350 chilogrammi che gli agenti della Polfer hanno ritrovato ben nascosti nel groviglio di un canneto sempre all’altezza della galleria di Fabro. Il rame era stato diviso ad arte in tredici bobine e accuratamente nascosto. Era praticamente pronto per essere rivenuto nel mercato nero. Gli agenti ne hanno fatto scoperta in questi giorni proprio durante i sopralluoghi preventivi. (Sa.Si)