di ITW-LKW Geotermia Italia S.p.A.
In merito alle firme raccolte contro la geotermia ed inviate ai governatori di Umbria e Lazio, crediamo che mai come questa volta i numeri parlino da soli.
Dunque, facciamo una veloce disamina del numero degli abitanti del territorio di cui, i nostri detrattori, dicono essere TUTTI contro: solo i comuni di Castel Giorgio ed Acquapendente, in totale 7.500 abitanti circa (2.200 circa il primo e 5.300 circa il secondo), basterebbero a dimostrare che 800 firme sono appena poco più del 10% del totale della popolazione. Qualcuno potrà dire che non vanno calcolati tutta una serie di soggetti, ma se andiamo a vedere bene, in quelle 800 firme ci sono residenti anche in ben altri comuni della zona e certamente vi sono anche le firme di coloro che, continuando a fare il gioco dei veri inquinatori, risiedono in Toscana. Quindi, ad onestà del vero, solo parlando dell’intera zona (esclusi i toscani), parliamo di una popolazione che sta intorno ai 40.000 abitanti circa. Ecco che le 800 firme, raccolte per di più in un anno di tempo, rappresentano soltanto 1,5% della popolazione. Un po’ pochino per dire che TUTTI sono contro. Vero è che viviamo in un tempo in cui può essere un po’ faticoso a volte distinguere le minoranze dalle maggioranze, ma i numeri restano i numeri. E quelli sono. Non a caso, nel 2012, il TAR dell’Umbria ha ritenuto illegittimo, rigettandolo, un ricorso contro un impianto fotovoltaico presentato dalle stesse varie associazioni locali che oggi dicono no alla geotermia poiché non sono state ritenute rappresentative del territorio.
E questo lo ha sancito su carta bollata il tribunale.
A proposito di numeri. Quelli veri e dimostrabili, quelli che non hanno bisogno di firme e manifestazioni, quelli che portano i fatti: accendere la centrale geotermica di Castel Giorgio significa fornire alla sola Regione Umbria quasi il 50% del proprio fabbisogno elettrico.
Per il Lazio, con l’impianto di Acquapendente, la percentuale è più bassa rispetto al numero di abitanti e di utenze, ma siamo comunque intorno al 20%. E ricordiamolo: senza inquinare, senza alcun rischio di qualsiasi tipo per il territorio e senza depauperare la risorsa.
In entrambe i casi ognuno di questi impianti dà la possibilità di non emettere più 13.550 tonnellate l’anno di anidride carbonica (in totale oltre 27.000 tonnellate l’anno). Consentiranno di non bruciare più e non acquistare più 40.000 tonnellate l’anno di petrolio e di gas. E’ un vantaggio non solo per quelle zone ma per tutto il paese. Solo a leggere questi numeri, veri e dimostrabili, ci sarebbe da dire che gli ambientalisti siamo noi. Non solo, ma nei comuni di Castel Giorgio e di Acquapendente, gli impianti permettono di attivare il teleriscaldamento, certo, per una porzione piccola di territorio ma pur tuttavia consentendo di non inquinare più come si fa oggi con i camini a legna, con gli impianti a petrolio o a gas; potendo avere un risparmio notevole e palpabile sui costi per il riscaldamento per tutti gli abitanti e consentendo al territorio di attivarsi per far nascere attività imprenditoriali nel settore dell’agricoltura, sviluppando attività in serre, ma potendo sviluppare anche il turismo termale e quello socio-sanitario. In quelle zone ci saranno vapore e acqua calda per creare nuovi posti di lavoro. Per quanto riguarda l’elettricità, ognuna delle due centrali consentirà di fornire elettricità gratuita (poiché se ne produrrà in eccedenza), per un bacino di poco inferiore ai 30.000 abitanti. Solo il comune di Orvieto, solo di illuminazione pubblica, risparmierebbe ogni anno 750.000 euro. Quante cose può fare un comune con 750.000 euro ogni anno in più? Tutte cose che la buona politica, quella avveduta, saggia e intelligente, può riversare sugli abitanti e sui territori.