Il Consiglio Comunale ha approvato (9 favorevoli, 1 contrario: Sacripanti, 1 astenuto: Olimpieri), l’Ordine del Giorno presentato dalla Cons. Lucia Vergaglia (M5S) relativo al cosiddetto “Baratto Amministrativo”, emendato dal contributo del gruppo “Per andare avanti” (approvato con lo stesso esito di voto) relativamente alla parte riguardante la premessa e il dispositivo, laddove si evidenzia che il Comune di Orvieto è in stato di predissesto, quindi ogni decisione che incida sul gettito delle entrate fiscali dovrà essere oggetto di valutazione sulla concreta fattibilità, sentito anche il parer della Corte dei Conti.
Il documento, impegna il Sindaco e la Giunta: a valutare preventivamente la concreta fattibilità del “Baratto Amministrativo”, in relazione allo stato di predissesto del Comune e al Bilancio di previsione del 2016, sentito anche il parere della Corte dei Conti e a definire un Regolamento Comunale (entro 120 giorni) che introduca la possibilità del “Baratto Amministrativo” inerente la collaborazione tra cittadini e amministrazione, e che ne definisca i criteri, le modalità e le reciproche garanzie.
Le attività individuate, a titolo esemplificativo, possono essere indicate tra quelle relative a: manutenzione ordinaria, pulizia e vigilanza dei parchi, giardini ed aiuole e dei luoghi pubblici, assistenza alle scolaresche, sgombero neve ecc. Il sistema di calcolo del valore economico delle ore di lavoro svolte potrà essere attuato in funzione del tipo di incarico e del relativo costo orario.
Illustrando l’argomento la Cons. Vergaglia ha evidenziato che “la legge statale 164/2014, prevede ‘Misure di agevolazione della partecipazione delle comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio’ e, in particolare, cita: ‘I comuni possono definire con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di interventi su progetti presentati da cittadini singoli o associati, purché individuati in relazione al territorio da riqualificare. Gli interventi possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l’abbellimento di aree verdi, piazze, strade ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso, con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati, e in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio urbano o extraurbano. In relazione alla tipologia dei predetti interventi, i Comuni possono deliberare riduzioni o esenzioni di tributi inerenti al tipo di attività posta in essere. L’esenzione è concessa per un periodo limitato e definito, per specifici tributi e per attività individuate dai Comuni, in ragione dell’esercizio sussidiario dell’attività posta in essere. Tali riduzioni sono concesse prioritariamente a comunità di cittadini costituite in forme associative stabili e giuridicamente riconosciute”.
“Ogni Amministrazione Pubblica – ha soggiunto – dovrebbe sensibilizzare i cittadini a rispettare e tutelare il territorio in cui vivono, invitandoli anche a migliorare il decoro urbano. La legge 164/2014, prevede che i Comuni definiscano criteri e condizioni per realizzare interventi su progetti presentati dai cittadini, deliberando riduzioni o esenzioni da tributi che, specialmente in questo particolare momento di crisi economica, sarebbero un chiaro segnale di vicinanza dell’Amministrazione ai problemi della cittadinanza tutta. La fattiva collaborazione tra Amministrazione e cittadini rappresenterebbe anche uno stimolo a diffondere maggiore senso civico e senso di appartenenza, fornendo un esempio di vicinanza delle Istituzioni alle problematiche quotidiane degli abitanti del territorio”.
Dibattito:
Dopo lettura dell’emendamento svolta dalla Cons. Roberta Cotigni, il capogruppo Cons. Alessandro Vignoli (Per andare avanti) che affermato che “la mozione è di grande attualità ed offre la possibilità di confrontare situazioni dei piccoli comuni come il nostro con quella di altre realtà, ad esempio Milano. Un concetto che appare generico ma in realtà non è troppo semplice in quanto al momento dell’attuazione pone problemi che vanno valutati. Questo strumento è stato declinato in forme diverse nelle varie realtà. La stringente attualità ci obbliga a confortarci con le problematiche che questo pone. L’ANCI ha emanato una nota per un presunto errore del Comune di Milano che sarà tenuto e rivedere il regolamento. Ben venga la mozione che non ci impone oggi di decidere le regole del baratto amministrativo, ma impegna la giunta a studiare un regolamento. Il nostro Comune si trova in una fase di predissesto quindi siamo favorevoli ma proponiamo in emendamento”.
Flavia Timperi (PD): “la proposta era in realtà prevista dal decreto ‘Sblocca Italia’ che introduce questo istituto giuridico. Un tema attuale perché introduce una premessa innovativa: la città come bene comune e la prospettiva, inedita, dello spazio urbano. Inoltre, i vincoli sempre più stringenti al patto di stabilità, il taglio di risorse statali ci impone di trovare soluzione alternative. Questo Consiglio aveva già adottato il regolamento sull’amministrazione condivisa che agiva in termini di sussidiarietà, resta quindi da capire quanto questa misura sia attuabile o solo un mero slogan. Dobbiamo verificare l’adottabilità di questo strumento. La soluzione dell’emendamento della mozione mi sembra la strategia migliore. Favorevole alla mozione emendata”.
Sacripanti (Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale): “l’idea contiene degli aspetti di principio e di merito molto importanti, ma non mi trova d’accordo per una serie di motivi. E’ una misura medievale dove c’è il cittadino suddito di fronte ad una autorità più alta. Rispetto a chi è in una situazione di indigenza temporanea e non può saldare il proprio debito, piuttosto che ricorrere alle prestazioni di opera, cosiddette ‘in natura’ il Comune poteva prendere in considerazione una proposta precedentemente approvata all’unanimità che impegnava la Giunta alla rateizzazione di Tari e Tosap con un piccolo intervento sull’accertato ma di pochissime rateizzazioni in più rispetto al passato. A cosa è servito allora uscire da Equitalia che dava la possibilità delle 72 rate? Dunque c’erano altri modi. Poi c’è una importante sentenza della Cassazione che ha assolto una azienda in difficoltà temporanea sospendendo il pagamento delle tasse nei confronti dello Stato. Infine, proporre ad un 80enne di pulire l’aiuola non mi sembra opportuno, se poi la condizione temporanea non fosse temporanea, tutti diverrebbero dipendenti del Comune? E’ evidente che si apre il tema della durata del beneficio”.
Tardani (Forza Italia): “penso che il Comune poteva aver già fatto le verifiche. Sono molte le cose dibattute in Consiglio e approvate che sono ancora ferme al palo. Il regolamento che dovrà essere redatto credo sarà piuttosto complesso. Quali tributi dovranno essere pagati? Per quanto tempo? I destinatari? Quali interventi? Vanno applicati criteri di ragionevolezza. Sicuramente è una misura da ricercare ma, perché queste agevolazioni diventino positive, bisogna lavorarci. Favorevole alla mozione emendata”.
Rosati (SEL): “l’assurdo è che ci asteniamo sul reddito minimo garantito e poi votiamo una misura che Sacripanti definisce, medievale. Questo è assistenzialismo. E’ triste parlare nel 2015 di baratto, paludato poi dal fatto che c’è la crisi economica. E’ una cosa assurda. Astensione sulla mozione e sull’emendamento”.
Di Bartolomeo (Per andare avanti): “il decreto ‘Sblocca Italia’ non dice che al cittadino che è in debito gli si propone una azione per la città, ma gli si da la possibilità di lavorare solo su base volontaria, nessun ritorno a Medioevo dunque. Il Comune dovrà concertare. Possiamo prendere degli spunti da chi ha già adottato il regolamento”.
Sindaco, Giuseppe Germani: “va colta l’opportunità di predisporre un regolamento su questa materia, consapevoli che è un percorso molto lungo da fare. Nel regolamento dovrà essere stabilita la temporaneità della misura. Una materia non solo della Giunta ma delle Commissioni e del Consiglio. Stiamo lavorando ad altre misure: nei giorni corsi è diventata operativa la convenzione per l’impiego di alcuni detenuti, ornai a fine pena, che stanno collaborando con nostri operatori e altri strumenti sono all’esame. Aderiremo a questo meccanismo e vedremo nel regolamento i vari aspetti sollevati dai consiglieri”.
Per dichiarazioni di voto, Vergaglia (M5S): “sono certa che l’emendamento proposto sia mosso dalla cautela. Io sono stata ampia perché giustamente la materia è da approfondire. Auguriamoci però che non sia un escamotage per non dare attuazione all’ordine del giorno. Lo strumento non è sciocco, perché il debito non pagato arriva ad elevare gli interessi a livelli usurari. Non sono lavori forzati ma di volontarietà da parte del cittadino. Trovo la cosa democratica e paritaria tra Comune e cittadino, il quale è ben conscio di quello che può realmente apportare alla comunità. La persona in difficoltà non va abbandonata. E’ un meccanismo che non ha nulla di mortificante, anzi le Amministrazioni Locali attivano strumenti di comprensione del bisogno. Favorevole all’emendamento”.
Sacripanti: “quale è l’aspetto dignitoso di questo strumento? Al contrario trovo quella misura altamente lesiva della dignità del cittadino. Penso che ci siano altri strumenti: la rateizzazione, la sospensione del pagamento stante la temporaneità dell’indigenza, quindi la morosità incolpevole. Sono sballati i presupposti. E’ evidente che il cittadino verrà spinto verso questo strumento perdendo sì la propria dignità. Quanti cittadini si sono fatti avanti per l’amministrazione condivisa? Facciamo attenzione a quello che stiamo facendo perché una misura fortemente connotata da elementi che portano indietro nel tempo. Contrario”.
Tardani: “ribadisco la mia posizione, penso che in un momento come questo garantire dei supporti a sostegno sia importante. Il cittadino può scegliere quindi non è lesivo perché volontario. La possibilità di scegliere al contrario salvaguarda l’identità dell’individuo”.
Vignoli: “a me duole che sia intervenuta l’Anci sulla indisponibilità dei crediti tributari comunali. Non trovo nessuna lesione della dignità perché il lavoro è un atto nobile. Potrebbe essere occasione per recuperare ingenti crediti difficili da recuperare se non attraverso ingenti costi espropriativi. Credo che potremmo beneficiare di una evoluzione di pensiero”.
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