Il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità dei presenti la mozione di contrarietà all’impianto geotermico di Castel Giorgio presentata dai Cons.ri Tiziano Rosati (SEL) e Lucia Vergaglia (M5S) ed emendata dal contributo del Presidente del’Assemblea Pettinacci, al termine della riunione dei capigruppo consiliari.
In tal senso impegna il Sindaco e la Giunta:
– Ad esprimere la contrarietà dell’Assemblea Civica alla realizzazione sul territorio comunale di impianti geotermici elettrici a bassa, media e alta entalpia;
– Ad esprimere altresì contrarietà per quanto in suo potere, nelle forme e nei limiti previsti dalla legge, alla realizzazione sui territori dei Comuni limitrofi di impianti geotermici elettrici a bassa, media ed alta entalpia in quanto potenzialmente pericolosi anche per il proprio territorio;
– Ad impegnare il Comune di Orvieto a salvaguardare la salubrità e la sicurezza della comunità cittadina in relazione a possibili provvedimenti, anche di organi centrali in ordine alla realizzazione di impianti geotermici “pilota” sui territori comunali limitrofi;
– A sollecitare la Regione Umbria che deve dare il suo accordo al Ministero dello Sviluppo Economico per l’autorizzazione finale dell’impianto, ad esprimersi in maniera contraria a tale autorizzazione, coerentemente con quanto finora affermato in diverse sedi;
– A promuovere presso i competenti organi regionali una rivalutazione dell’attuale normativa regionale anche alla luce delle disposizioni comunitarie.
– Il Consiglio Comunale da mandato al Sindaco e alla Giunta di realizzare, insieme agli altri Sindaci del Comprensorio Orvietano e dei Comuni limitrofi interessati, lo Studio del Piano Energetico Territoriale relativo alle Energie Rinnovabili.
– A trasmettere tale deliberazione ai comuni limitrofi, alla Regione Umbria e al MISE.
Illustrando il documento, il Cons. Tiziano Rosati ha evidenziato che “il Consiglio Comunale è stato convocato per discutere e deliberare un indirizzo comune circa l’insediamento di impianti geotermici ‘pilota’ sull’Altopiano dell’Alfina, situato nel Comune di Castel Giorgio e quindi ai confini del territorio comunale di Orvieto. Sia l’attuale che la precedente amministrazione si sono più volte espresse in maniera contraria all’autorizzazione di tali impianti in quanto potenzialmente rischiosi non solo per il territorio sul quale essi verranno a trovarsi ma anche per i territori limitrofi. Tali impianti potrebbero causare sia fenomeni di sismicità indotta, sia provocare l’inquinamento dei bacini acquiferi vicini ai quali vengono realizzati”.
Il proponente ha quindi dettagliato il quadro normativo:
– direttiva 2009/28/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, che abroga le precedenti direttive 2001/77/CE e 2003//30/CE individuando obiettivi nazionali generali per la quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale di energia nel 2020;
– Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 10 settembre 2010 pubblicato nella G.U. n. 219/2010 recante le linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili;
– Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 10 settembre 2010. pubblicato in G.U. n. 219 del 19/10/2010 recante le linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili nonché l’allegato al medesimo decreto che fissa i criteri per l’individuazione di aree non idonee.
“Con questa mozione – ha soggiunto – facciamo nostre e diamo voce alle preoccupazioni manifestate dai cittadini del Comune di Orvieto e di numerosi altri Comuni del comprensorio in ordine alla realizzazione del suddetto impianto, ritenendo imprescindibile dovere di ciascun amministratore locale, profondere ogni sforzo per la salvaguardia della compatibilità ambientale, per la tutela da potenziali rischi per la salubrità dell’ambiente, per la tutela della salute pubblica, per la tutela della biodiversità, delle produzioni agricole DOP, biologiche e tipiche, per la tutela dei bacini idrici.
Il vicino territorio comunale di Castel Giorgio è interessato dalla domanda di autorizzazione di impianto geotermico pilota definito ‘Castel Giorgio’ presentato dalla Società ITW & LKW Geotermia Italia S.p.A. L’istanza veniva presentata in data 19 luglio 2011 al Ministero per lo Sviluppo Economico, Direzione Generale per le Risorse Minerarie ed Energetiche, ed approvata dalla Commissione per gli Idrocarburi e le Risorse Minerarie (CIRM) in data 14 luglio 2012 (BUIG n. 7 del 31 luglio 2012). In relazione a quest’ultimo progetto sia l’attuale Amministrazione Comunale che la precedente hanno più volte ed in diverse sedi ribadito gli elementi di criticità che il progetto proposto presenta; inoltre, sia l’attuale Sindaco Giuseppe Germani, che il precedente Antonio Concina, hanno inviato e firmato le osservazioni tecniche contrarie al progetto rispettivamente in data 5 agosto 2014 e 22 gennaio 2013. In definitiva, riteniamo necessario salvaguardare l’autonomia dei territori rispetto alle scelte fondamentali in materia di tutela e sviluppo economico, tutelando parimenti la salute pubblica e l’integrità naturalistica ed economica del territorio”.
“Potrà sembrare strano – ha concluso – che un rappresentante di SEL porti in Consiglio una mozione contro un sistema sulle fonti rinnovabili per le quali si batte ma, premesso che ancora non è dimostrato la bontà del geotermico, in questo caso questi impianti sono esclusivamente fatti per fare dei favori a scopo di lucro agli amici degli amici che investono nella produzione di energia”.
Sintesi del dibattito:
Lucia Vergaglia (M5S): “un tema molto ampio. Il secco NO alla geotermia è molto diffuso anche se la geotermia appare presentata in modo indolore mentre a distanza di tempo pone seri problemi legati alla sismicità. Già la relazione dell’Assessore Margottini nella passata amministrazione Concina aveva posto il problema. Questi impianti non sono nuovi ma frutto della dismissione di altri impianti dismessi. Sui territori resta invece l’incremento di fragilità del territorio (vedi il terremoto in Emilia Romagna). Il nostro territorio è interessato da alcune proposte di cui non sappiamo l’evoluzione e gli effetti a lungo termine di questo tipo di tecnologia, visto che non si può chiamare energia in senso stretto. C’è una protesta molto ferma dei cittadini della zona di San Quirico depredata della produzione di oliveti e preoccupati della futura installazione di un di geotermico. Chiedo una chiara espressione politica e sociale degli altri gruppi, ricordando che sul territorio c’è una ferma posizione della cittadinanza”.
Andrea Sacripanti (Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale): “tema complesso anche perché la discussione avviene con troppo ritardo. L’ultimo incontro al MISE con tutti i Sindaci che hanno espresso tutte le proteste delle comunità, ha dimostrato che lo stesso MISE non ha ascoltato queste ragioni ed ha deliberato l’avvio di questo esperimento pilota sull’Alfina. A nulla sono valse le proteste legittime dei Sindaci e dei cittadini coinvolti. Quindi il Governo centrale ci impone questo impianto. Il primo problema è dunque politico: il PD nazionale e locale sono in palese contraddizione. Ci si dice che il progetto non produrrà benefici per la comunità locale dell’altopiano Alfina già a rischio sismico. Sul territorio di questa provincia sono molte le minacce: dall’eolico sul monte Peglia, al geotermico che minaccia il sottosuolo di ulteriori rischi sismici, all’inceneritore, ad altri impianti di centrali a biomasse. Uno scenario che, al di là delle ideologie politiche, è molto realistico per la nostra realtà territoriale. La questione quindi non va slegata se vogliamo ottenere qualcosa. Il dispositivo della mozione, se coglie nel segno, è però mancante di una parte. Non possiamo non citare ciò che è avvenuto al MISE. Propongo di integrare il dispositivo non nella forma più accomodante ma dando mandato al Sindaco di coordinare una serie di azioni insieme agli altri Sindaci interessati per proporre il NO non solo al geotermico ma a tutti gli impianti che si prospettano. Altra battaglia va riproposta anche nei confronti della Regione dove va riaperto tutto il dossier sull’ambiente: tra il 2011/12 si chiuse velocemente la partita sulla aree idonee/non idonee nel senso che i Sindaci devono avere più voce in capitolo in termini decisionali”.
Alessandro Vignoli (Per andare avanti): “c’è comunanza di intenti. Sia l’Amministrazione precedente che quella attuale hanno espresso la loro contrarietà sulla base di una documentazione che comprova una forte criticità di questo territorio, attraverso ima sismicità monitorata nel tempo. E’ un atto dovuto esprimere la nostra contrarietà. Le relazioni parlano di forte contrarietà degli impianti anche ai nostri strumenti urbanistici. Attendiamo la dichiarazione del Sindaco. La discussione dovrebbe avvenire con dei tavoli tecnici anche all’interno di Aree Interne”.
Stefano Olimpieri (Identità e Territorio): “ci sono due aspetti: quello tecnico-operativo e quello politico. La premessa è quella della difesa incondizionata del nostro territorio che è ancora abbastanza incontaminato. La società che propone l’insediamento ha sede legale in un piccolo paese tra Francia e Germania ed ha solo solo 200 mln di capitale sociale, che è una inezia rispetto a quello che invece richiede l’investimento. Quindi: chi c’è dietro? Deve essere trasparente chi c’è dietro. Enel ha già fatto delle valutazioni per capire la compatibilità di questo impianto? Chi è capace di controllare cosa avviene quando viene attivata una trivella di profondità? C’è poi il problema delle falde acquifere non meno preoccupante. La nostra acqua buona va ad alimentare anche l’Amerino. Il rischio sarebbe incommensurabile. Mi spiace contraddire il collega Sacripanti ma il Ministero dell’Ambiente ha dato parere favorevole alla compatibilità ambientale dell’impianto, mentre il MISE non si è ancora pronunciato. E questo per certi aspetti è ancora più grave! Noi non possiamo perennemente subire. Concordo su un documento omnibus che non affronti solo la questione del geotermico, da cui emerga la posizione ferma sulla difesa dell’identità del nostro territorio che si sostiene prevalentemente con: turismo, ambiente, agricoltura. Vanno trovate delle sinergie comuni come è la difesa dell’ambiente. Il vero rischio è quello politico: i Sindaci fanno battaglie oneste, mentre su altri tavoli si giocano altre partite trasversali. Altro rischio è la battaglia sulle scelte per la discarica ‘Le Crete’. Basta subire le scelte regionali! ‘Casa nostra’ è la storia che si è costruita nel corso dei secoli! Non si vedono imprenditori che creano posti di lavoro (anche pochi), vengono solo a sfruttare il territorio! Dobbiamo dire un NO al geotermico. Penso infine che il coordinamento del tavolo tecnico si debba fare a Castel Giorgio perché è lì che si farebbe l’impianto”.
Claudio Di Bartolomeo (Per andare avanti): “pensiamo di costituire una commissione in cui il nostro Sindaco sia attivo sulla selezione delle energie da mettere sul territorio; personalmente io sono favorevole alle biomasse. Per rafforzare quanto detto da Olimpieri, l’impianto a Castelgiorgio significa arrivare alle falde acquifere anche trasversalmente. Bolsena è quella più interessata e si è mossa verso la Comunità Europea che ha preso in considerazione le problematiche che verranno rappresentante al nostro governo”.
Donatella Belcapo (PD): “dobbiamo trovare una condivisione netta sull’indirizzo energetico per il nostro territorio che è già segnato. La politica deve iniziare a dare delle regole. Un territorio così importante come quello dell’Alfina non deve essere compromesso da impianti di cui non si conoscono ancora le conseguenze. Ricordiamo le battaglie sulla cava di Benano che partivano dalla tutela delle acque. Un impianto sperimentale in un’area incontaminata è inconcepibile. Il messaggio non è che noi non siamo per le energie rinnovabili, ma queste devono essere sostenibili per le famiglie e i cittadini. Le scelte energetiche non devono prescindere dalle persone, dall’ambiente e dalla salute dei cittadini”.
Martina Mescolini (PD): “siamo tutti d’accordo nel dire un NO netto a un tipo di progetto geotermico che ci viene presentato sul territorio di Castel Giorgio. Il nostro non è un NO netto al geotermico a prescindere, ma siamo in presenza di zero ritorni per la comunità. Altra cosa sono gli impianti piccoli di biomasse ad esempio per il riscaldamento delle scuole. Intendo dire che dobbiamo essere in grado di governare i processi in termini di sviluppo economico e posti di lavoro. La Regione non si è ancora espressa e questo ci fa sperare. Non siamo imbarazzati ad avere una posizione diversa dal governo nazionale, se soprattutto questo posizione va nella direzione di tutelare i cittadini”.
Roberto Meffi (Forza Italia): “la strada da percorrere è quella di fare pressioni sul governo. Chi amministra decide anche su come sviluppa il territorio. I Comuni sono uniti nel dire NO a questo impianto, Provincia e Regione cosa dicono al riguardo? Sarebbe opportuno alzare il livello della discussione anche minacciando le dimissioni di massa di Sindaci e amministratori. Probabilmente la cosa non passerebbe inosservata. Ci siamo dati dei modelli di sviluppo basati su turismo e agroalimentare che cozzano con questa proposta”.
Presidente Assemblea, Angelo Pettinacci (PD): “c’è da mandare un segnale a vari soggetti: Regione e Ministero dell’Ambiente. Dobbiamo dire che ‘per questa tipologia di interventi sull’ambiente in questo territorio abbiamo già dato!’. Perché questo territorio viene preso in considerazione solo quando c’è da partire con qualche progetto che sfrutta l’ambiente? La politica si oppone perché non si avanzano proposte di nuovi insediamenti aziendali che portino posti di lavoro. Sulle politiche energetiche di questo territorio la strada deve essere quella del rispetto ambientale, questa è la linea politica data da due amministrazione, quella precedente e quella attuale. Avere un ‘impianto pilota’ ed essere ‘zona pilota’ non è sempre premiante. Almeno in questo caso. Infatti, una cosa sono le ‘Aree Interne’ che mettono risorse e dove l’Orvietano è ‘area pilota’, altra cosa è essere ‘zona pilota’ di attività che ipotecano il futuro dei prossimi anni. I cittadini e le generazioni ci chiedono di impegnarci nella direzione della contrarietà a questo impianto”.
Andrea Taddei (PD): “mi rivolgo ai Sindaci e mi rifaccio alla condizioni necessarie e sufficienti. I pareri tecnici dati per quel tipo di progetto sono stati ad oggi positivi; quindi in un ipotetico scenario i punti di forza sarebbero quelli della nuova tecnologia, mentre i punti di debolezza sono diversi a partire da nessuna ricaduta sul territorio. A livello di fabbisogno energetico la Regione parte da un fabbisogno regionale fatto da tecnici qualificati. Le minacce poi non sono da poco: falde idriche, rischio sismico. Ciò significa che per non subire dobbiamo avere la capacità di non stare sempre in difesa ma anche di proporre, esporci e esprimerci. Allo stato non sappiamo quale sarà il risultato. Non dobbiamo solo dire dei No perché l’innovazione non sempre cozza con questo. Invito quindi a porci il problema che il geotermico è una parte del pacchetto delle rinnovabili e fonti energetiche. Sosteniamo i Sindaci nell’azione che hanno intrapreso con la programmazione e la progettualità di Aree Interne”.
Sindaco, Giuseppe Germani: “la mia Giunta come ho ribadito alla Conferenza dei Servizi presso il Ministero è contraria a questo impianto pilota che, essendo pilota, non da garanzie necessarie, e perché vogliamo essere noi a determinare il futuro sviluppo dei nostri territori. Per questo abbiamo scelto un’altra strada a cui crediamo profondamente. Non possiamo permetterci di fare diversamente. Lo abbiamo detto alla Regione e al Ministero. C’è bisogno di alzare il livello della proposta politica per questo nell’incontro fatto a Castel Giorgio, nei giorni scorsi, come Sindaci abbiamo preso una decisione: fare una iniziativa congiunta di tutti i Consigli Comunali il 9 ottobre prossimo al Palazzo del Popolo (con i nostri Gonfaloni e tutti i Consiglieri Comunali) per esprimere una posizione univoca. Su questo vorrei un mandato chiaro da parte di tutto il Consiglio Comunale”.
“Probabilmente paghiamo una azione dove non siamo stati puntuali a decidere quale sviluppo vogliamo rispetto alle questioni energetiche – ha concluso – la prima responsabilità è della Regione perché non ha discusso nel tempo di varie proposte di sfruttamento del territorio regionale. Al Ministero tutti i Sindaci hanno espresso parere negativo ma i funzionari dello stesso Ministero hanno manifestato grande sufficienza rispetto alle nostre posizioni. Dunque dobbiamo farci sentire anche attraverso i rappresentanti politici in Parlamento”.
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