ORVIETO –Nella seduta del Consiglio Comunale di ieri, la prima dopo la pausa estiva, il sindaco, Giuseppe Germani ha comunicato brevemente all’assemblea lo stato di attuazione degli indirizzi generali di governo. Di seguito si riporta il testo integrale:
“Dopo 15 mesi dall’inizio del mandato posso dire di aver concluso la prima fase di impostazione degli indirizzi generali di governo, che sono la riproduzione del programma elettorale con il quale mi ero presentato agli elettori e in base al quale ho ottenuto la fiducia.
In termini aziendali oggi si direbbe che abbiamo concluso la fase di start up, cioè la fase di avvio di questa nuova impresa durante la quale abbiamo cercato di rendere redditizia un’idea attraverso processi ripetibili.
Due erano gli obiettivi primari che ci eravamo prefissati: cercare la migliore soluzione per uscire quanto prima dal predissesto finanziario e cercare la più idonea soluzione per l’uso del patrimonio immobiliare.
Entrambi gli obiettivi sono stati raggiunti perché entrambe le soluzioni sono state trovate.
Da qui la necessità che ho sentito di comunicare lo stato dell’arte al Consiglio Comunale. Si tratta naturalmente di tutti atti che individualmente sono già ben noti ai Consiglieri.
Abbiamo lavorato con impegno, in un clima di grande collaborazione e di forte coesione. Tutti i componenti della Giunta hanno preso il proprio incarico con forte senso di responsabilità e lo stanno adempiendo con la massima diligenza.
Analogamente posso dire dei Consiglieri Comunali, di maggioranza e di minoranza. I ruoli sono certamente diversi ma l’obiettivo è comune: quello della migliore gestione possibile della cosa pubblica.
Su questo comune obiettivo ovviamente tutti convergiamo; sulle soluzione per arrivarci abbiamo idee diverse e del resto non potrebbe che essere così, altrimenti saremmo stati dalla stessa parte il giorno delle elezioni.
Noi abbiamo l’idea che nella gestione della cosa pubblica la politica si distingue dalla burocrazia essenzialmente per le prospettive di crescita e di sviluppo che può dare alla propria collettività. Dalla situazione in cui siamo partiti nel giugno dello scorso anno queste prospettive sarebbero impensabili se non avessimo avviato una fase polarizzata ad uscire quanto prima dal predissesto finanziario. Tutti sanno che il predissesto impone un forte vincolo agli Amministratori: l’avanzo di gestione non può essere usato per fare investimenti ma solo per ripianare il deficit, il che significa che pur avendo amministrato con oculatezza e con la diligenza del buon padre di famiglia non posso usare quanto ho risparmiato per fare politica di sviluppo. Se non usciamo da questa situazione poca differenza ci corre tra la politica e la burocrazia.
Per questo abbiamo impostato la fase di avvio dell’Amministrazione con questo primario obiettivo. Per arrivarci stiamo usando tutti gli strumenti di cui disponiamo: dal lato delle entrate i parcheggi, il recupero dei crediti, la lotta all’evasione, la messa a reddito del patrimonio; dal lato delle uscite la razionalizzazione della spesa, l’uscita dalle aziende partecipate non direttamente funzionali all’amministrazione della città, come per esempio l’ATC, la riorganizzazione della macchina amministrativa.
I risultati ci sono già: in meno di 18 mesi abbiamo dimezzato il deficit che il Comune di trascinava da un decennio e con il quale ci è stato consegnato l’ente dalla precedente amministrazione. Da 9 Mln di euro siamo scesi a 5 Mln di euro. Se riusciremo a mantenere questo trend usciremo dallo stato di predissesto finanziario con molti anni di anticipo rispetto a quel che prevedeva il Piano di Risanamento e di dedicare le risorse disponibili esclusivamente alla politica di sviluppo, rendendo proficui i numerosi asset di cui la città dispone e che oggi sono solo parzialmente utilizzati nel loro enorme potenziale di crescita economica.
L’ente pubblico per avere ragione della sua stessa esistenza deve poter fare gli investimenti, soprattutto quelli a redditività differita come la cultura per esempio, cui al momento non possiamo dedicare che poche risorse.
Il secondo obiettivo era quello dell’uso del patrimonio immobiliare. Anche in questo caso la fase di start up si è conclusa.
Abbiamo spostato il Centro Studi nell’edificio dell’ex Tribunale, favorendo in tal modo il potenziamento dell’Istituto che ha potuto così sottoscrivere un accordo con l’Università di Perugia per un corso di alta formazione in sicurezza alimentare.
Abbiamo chiuso la questione dell’ex Ospedale in Piazza Duomo permettendo così ai proprietari, ASL e Regione dell’Umbria, di disporne per la più opportuna valorizzazione.
Abbiamo sottoscritto un protocollo di intesa con la Cassa Depositi e Prestiti per la ex Caserma Piave: l’immobile è stato inserito nel fondo SGR della Cassa che a sua volta si è assunto l’incarico di predisporre un piano di fattibilità per la valorizzazione. Il primo step sarà a metà ottobre quando ci presenteranno la prima fase del loro programma di attuazione. A quel punto sarà messo a disposizione del Consiglio comunale per la relativa valutazione.
L’edificio della ex mensa, come stabilito nell’accordo quadro regionale, sarò oggetto di trasformazione per diventare la ‘Casa della Salute’, vale a dire l’insieme dei servizi socio-assistenziali del territorio, così come previsto dai piani di investimento della ASL 4 dell’Umbria.
In tal modo sarà liberato l’edificio di Via Postierla, attualmente occupato dalla ASL. Sarà destinato ad uso residenziale per le giovani coppie, analogamente all’edificio ex INAPLI per il quale c’è già un progetto da parte del fondo della Consulta delle Fondazioni Casse di Risparmio dell’Umbria.
Altro prestigioso immobile che stiamo cercando di riutilizzare è la Palazzina Comando, attualmente occupata dall’Istituto Artistico, che stiamo cercando di riportare alla tradizionale sede di Palazzo Clementini utilizzando i fondi dell’8 per mille destinati alla Chiesa Cattolica: con la Diocesi di Orvieto-Todi abbiamo già fatto un accordo di programma.
L’edificio del Belvedere attraverso un bando pubblico è stato assegnato ad una gestione privata, che sta funzionando perfettamente con soddisfazione dei gestori e della collettività.
Per quanto riguarda infine il Palazzo del Capitano del Popolo si sta concludendo l’adeguamento alla nuova normativa per gli edifici destinati all’attività congressuale e, presumibilmente, per la fine di novembre sarà possibile pubblicare un bando per la sua assegnazione.
Sono praticamente conclusi i lavori di ristrutturazione dell’edificio ex scuola elementare di Orvieto Scalo che, come previsto dal progetto, sarà destinato ad ospitare i servizi assistenziali per una parte significativa del terzo settore.
Parallelamente abbiamo impostato l’azione politico-amministrativa verso una serie di obiettivi, tutti in grado di produrre effetti economici di rilievo:
a) attraverso il GAL la valorizzazione dei beni culturali, in particolare gli scavi del Campo della Fiera e la Necropoli del Crocifisso del Tufo;
b) attraverso il Patto 2000 la progettazione del marchio di area e i lavori di adeguamento del Pozzo di San Patrizio, che, già finanziati, inizieranno a breve;
c) attraverso i fondi regionali sposteremo a breve l’ufficio turistico nella ex Chiesa di San Giacomo;
d) abbiamo ottenuto l’approvazione del preliminare da parte del Ministero dello Sviluppo Economico e stiamo rapidamente definendo il piano strategico delle aree interne; questa è stata una forte operazione politica di questi primi 15 mesi del nostro mandato, in quanto per la prima volta 20 Comuni coinvolti stanno lavorando verso un unico obiettivo, come dimostrano i due atti che oggi abbiamo in approvazione: funzione associata del catasto e funzione associata della protezione civile;
e) il prossimo 15 ottobre presenterò a Milano EXPO il nostro Contratto di fiume, che è stato definito dal Comitato Nazionale dei contratti di fiume uno tra i più avanzati nella fase di attuazione; nello stesso mese di ottobre saranno pubblicati i bandi per l’assegnazione dei lavori relativi alla messa in sicurezza del Fiume Paglia nel tratto di competenza del nostro Comune;
f) con l’Assessore Regionale allo Sviluppo Economico Fabio Paparelli abbiamo iniziato l’iter procedurale per l’individuazione del cluster dell’elettronica sul nostro territorio, che vanta già numerose eccellenze ma che vorremmo fosse ulteriormente sviluppato in questo settore ad alta tecnologia;
g) abbiamo messo a disposizione i terreni di proprietà comunale per il progetto dell’agricoltura sociale, favorendo l’inserimento di cooperative di giovani in questo settore; l’operazione è in collaborazione con il piano di sviluppo rurale regionale che metterà a disposizione le necessarie risorse;
h) abbiamo confermato l’impegno dell’Amministrazione per la realizzazione degli eventi degli anni precedenti (Gelati d’Italia, Umbria Folk Festival, Umbria Jazz) e stiamo lavorando per realizzarne di nuovi.
Abbiamo concluso in tempi da record due Memorandum d’Intesa di Amicizia e Cooperazione.
Il primo con il Municipio di Praga1, la cui sproporzione con Orvieto in termini di numero di abitanti e di importanza è evidente a tutti; nonostante ciò, lavorando con l’Ambasciata della Repubblica Ceca a Roma e l’Ambasciata d’Italia a Praga, siamo riusciti a concludere questo accordo. Anche questa è una start up, cui seguirà, mi auguro, una proficua fase operativa. Era un sogno che la Città rincorreva da anni e che dà finalmente completezza alla ormai tradizionale relazione della staffetta Praga-Orvieto per il Corpus Domini.
Il secondo Memorandum addirittura con uno Stato, la Slovacchia, attraverso la sua Rappresentanza Diplomatica a Roma: si tratta di un unicum in Italia.
L’idea di città era ben delineata nel programma elettorale, è stata riproposta negli indirizzi generali di governo e la ribadisco oggi: trasformare Orvieto in un eccellente luogo per vivere, ed è tale quella città dove a tutti è data la possibilità di studiare, di lavorare e di essere assistiti nel momento del bisogno. Per arrivare a questo però bisogna produrre ricchezza.
Voi tutti potete condividere o meno quello che io vi dico, fa parte delle idee personali di ciascuno e della visione delle cose che ognuno può legittimamente avere, ma non si può dire che non vi sia un progetto e che non vi siano azioni in corso per la sua realizzazione.
Avevo detto che avrei voluto aumentare l’imponibile e non le imposte: non era uno slogan, era un punto programmatico. Non ho aumentato le imposte e dovrei aver già aumentato l’imponibile a giudicare dalla crescita del turismo in Città, lo vedremo con i dati di fine anno.
Ma per raggiungere risultati più soddisfacenti ho bisogno di portare in città investimenti, di aumentare i flussi turistici, di creare le condizioni di interesse.
Appunto, le condizioni di interesse. A chi volete che interessi una città ingolfata di auto, scarsamente accogliente, con una scarsa capacità ricettiva? Come pensate che si possano riempire ristoranti e soprattutto alberghi se non si riescono ad organizzare eventi, che sono l’unico valido motivo per rimanere almeno due giorni?
Certo sono consapevole che eventi di alta qualità danno lustro e decoro alla Città, ma ne abbiamo visti di flop per eventi di altissimo livello musicale, artistico, culturale. Non ce lo possiamo più permettere, perché non possiamo più finanziarli con soldi pubblici. Le manifestazioni devono potersi ripagare da sole, gli eventi devono essere il risultato di progetti sostenibili, le iniziative devono poter marciare con le proprie gambe.
Noi non abbiamo il mare, non abbiamo la montagna, non siamo un luogo di villeggiatura: perché qualcuno dovrebbe venire ad Orvieto per qualche giorno se non ha un motivo su cui costruire tempi lunghi di permanenza. Ecco perché stiamo puntando sugli eventi, sul Centro Studi, sui festival di approfondimento culturale, sulle eccellenze di cui disponiamo.
Sia chiama banalmente indotto quello a cui stiamo puntando, ma non si crea dall’oggi al domani e la strada per raggiungere la meta è piena di difficoltà: non solo per le scarse risorse disponibili, ma anche per la concorrenza delle altre Città che hanno puntato sulla qualità come elemento che fa la differenza. E la qualità la fa certamente l’organizzazione di una città, ma anche la vivibilità, l’accoglienza, la ricettività, l’offerta commerciale.
La città non è di chi vince le elezioni, è dei cittadini. Noi la nostra parte la stiamo facendo e chiedo a ciascuno di fare
la propria”