CASTEL GIORGIO – Cade l’amministrazione Garbini: a Castel Giorgio si profila il secondo commissariamento in tre anni. La crisi era nell’aria da mesi. Almeno dalla fine del 2014. A marzo un primo epilogo, con le dimissioni dell’assessore, Cristiano Federici. Giovedì la resa di fronte ai numeri.
Di fronte allo scoglio del bilancio i nodi sono venuti definitivamente al pettine. Garbini non ce l’ha fatta per tre voti (quelli della Giunta) a tre (Gabriele Anselmi – area Pd, Andrea Corritore – area Sel e Federici) con l’astensione di Rodolfo Proietti. Altro ex della maggioranza che però fino a questo momento aveva scelto l’astensione.
Alla base della crisi – si dice – ci sarebbero screzi personali e una certa propensione di Garbini ad accentrare su di sé la gestione della cosa pubblica.
Ma al di là dell’ordinario, va ricordato che a Castel Giorgio c’è in ballo il progetto altamente divisivo sulla geotermia che, non a caso, proprio in queste settimane è arrivato ad una svolta sui tavoli decisivi.
E adesso? Intanto per il momento Garbini non intende dimettersi.
Dopo la reazione a caldo in consiglio per cui pareva fosse pronto a lasciare, ieri il sindaco deve aver pensato che vale la pena esperire almeno un altro tentativo. Forse anche alla luce delle aperture di credito esterne lanciate in questi mesi da Sel che pure sul bilancio ha votato contro, ma che appare assai preoccupata di fronte ad un nuovo commissariamento in una fase tanto delicata.
A Garbini infondo basta riguadagnare un voto per provare ad andare avanti. Un consiglio comunale sembra che sarà convocato per venerdì.
Diversamente si aprirà la strada del commissariamento. Il terzo, come si è detto, in tre anni.