di Massimo Gnagnarini, assessore al Bilancio del Comune di Orvieto
In consiglio presentiamo il bilancio comunale 2015. Un documento complesso che però può essere riassunto in una “cartolina”.
La cartolina riassume i fatti. Si tratta di fatti positivi, molto positivi. Orvieto sta cambiando, può piacere o non piacere, ma questo è!
Ne hanno contezza i cittadini che ci hanno votato e che ci sostengono sulla base di un Programma di cose da fare che limpidamente avevamo presentato alle elezioni comunali e che altrettanto limpidamente stiamo attuando in questi mesi.
Forse rimangono delusi coloro che pensavano che non avremmo potuto dare corso agli impegni presi e che ci fossimo accomodati limitandoci, magari, solo a oliare le persiane del palazzo comunale.
Abbiamo le idee, abbiamo l’ottimismo, abbiamo le capacità e abbiamo la forza di fare quel che abbiamo promesso per rendere migliore la nostra città.
Tuttavia fare e decidere non è certo sinonimo di arroganza, non significa non tenere in considerazione altre opinioni o altri diversi appprocci ai problemi che abbiamo di fronte, significa semplicemente assumersi la responsabilità di governare anche quando non tutti sono d’accordo.
Ad esempio, invece, il
caso della protesta promossa in queste ore dall’associazione Abba, che riunisce le strutture orvietane di Bed and breakfast, contro il piano di riparto dei proventi della tassa di soggiorno adottato per il 2015 da questa Amministrazione comunale, rappresenta un vero passo avanti perchè entra nel merito delle questioni superando la fase demagogica e vana dei favorevoli e dei contrari alla tassa.
Siamo convinti che insieme ai nostri operatori economici del turismo dobbiamo fare un lungo percorso di condivisione di obbiettivi più ambiziosi e per questo ogni contrapposizione va superata e ogni dialogo ripreso e coltivato.
Nel merito, invece, della legittimità del piano di riparto messo in discussione e foriero di ricorsi giudiziali, questa Amministrazione ritiene di aver agito in assoluta coerenza e rispetto delle normative vigenti ed è in ciò confortata da una folta e recente giurisprudenza consolidata che ha già affrontato e risolto le questioni sollevate dall’associazione Abba.
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