Un documento programmatico pluriennale ed un bilancio come quello orvietano che è stato presentato, messo per iscritto, diffuso alla stampa e che andrà in discussione il 30 luglio ad una prima lettura sembra una minestra riscaldata e fa venire voglia di rispondere punto per punto smontandolo nelle sue articolazioni di dettaglio, spiegando che l’apparente taglio fiscale è finanziato spostando i soldi da partite poi, parrebbe, dimenticate e non trascritte, come quelle del lungo elenco dell’ex assessore pizzo che sicuramente da destra presenteranno nella più classica delle opposizioni, quella sui numeri.
Ad una seconda più approfondita lettura però viene tutt’altra voglia, cioè quella di chiamare il bilancio per quello che è: una presa in giro. E così ci siamo ritrovati, con il senso di distacco che ti viene dalla fatica di trovare un senso logico e razionale dove l’aderenza alle normative è utilizzata solo nell’italico modo di strumentalizzarle, dove si fanno palesi errori ed omissioni, stranamente sempre a favore dell’Amministrazione, con l’esperienza del politico navigato a cui è noto che andranno poi corretti dopo il richiamo degli enti preposti alla revisione nella finestra utile del prossimo settembre (od in sede consuntiva), dove il “tirare avanti” sostituisce del tutto la visione strategica e la capacità di controllo e di gestione di lungo periodo.
«Come facciamo a porre una critica seria ad un bilancio ed un documento di relazione programmatica essenzialmente costruiti per essere ridiscussi già tra due mesi, come facciamo a focalizzarci sulle cifre messe a caso per attrarre l’attenzione della categoria che, quegli sgravi tanto pubblicizzati, non li vedrà ne oggi ne mai con questi signori nella stanza dei bottoni. Quale contributo possiamo dare in sede consiliare emendando quello che è un documento già destituito di fondamento?»
Per spirito di servizio raccogliamo alcune semplici osservazioni e considerazioni che non sono il Bignami che Gnagnarini individua (parole sue) come testo di riferimento, ma una lista di basi per l’azione di sindacato ispettivo che seguirà la, purtroppo, scontata approvazione con i voti della maggioranza di questo sciagurato bilancio. Non ci sottraiamo alla discussione consiliare nella quale presenteremo anche altre osservazioni su argomenti che non intendiamo anticipare, che mostrano i limiti anche di competenza tecnica di quest’Amministrazione e per i quali chiederemo risposte immediate all’assessore competente. Non emenderemo questo testo minato da troppe lacune per essere salvato ma, presa in giro per presa in giro, vogliamo anche focalizzarci sulla pietra dello scandalo: l’assoluta assenza di un’agenda europea e di una visione mentre lo stato tagliava i trasferimenti che ormai non è più da denuncia. E’ solo da ridere.
Infatti non c’è nulla nel bilancio e nella programmazione, anche se nei comunicati stampa del Cmune appare la voce Fondi Strutturali, tra l’altro desueta ed erronea terminando con la programmazione 2013 ed ormai sostituiti dal Fondo di Coesione che nella nuova programmazione nel periodo 2014-2020 è accessibile Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Ungheria, le cui cifre sono anche state presentate in maniera ingannevole (circa 8 milioni per l’accesso a Fondi “ex Strutturali”, della vecchia programmazione, accessibili attraverso il maquiage del dispositivo Aree Interne andranno suddivisi con gli altri comuni che sono 20 e spalmati su più anni. Meglio che niente, ma nulla di risolutivo soprattutto). In ogni caso non farebbe comunque parte della progettazione comunale e presentarla prima del bilancio equivale .
In ordine alla programmazione pluriennale, che è il futuro della città, ci limiteremo in Consiglio a mostrare gli incipit dei capitoli di programmazione (consultabili qui: http://orvieto5stelle.com/
«Il bilancio e la relazione pluriennale dicono solo una cosa: Zero Fondi Europei per mancata progettazione.
Il Sindaco fa il giro delle sette chiese tra ditte ed associazioni che hanno fatto almeno un Erasmus per non restare col cerino accesso in mano ed avere qualche minima pezza d’appoggio. L’Assessore Gnagnarini in II Commissione lo scorso 27 luglio ha già addossato implicitamente la responsabilità all’Assessore Vincenti dato che ha lui la delega europea e non è della sua stessa parte politica.
Insomma il problema c’è, ci costa soldi, tempo, perdita di servizi ed opportunità, e non ci interessa se sia dovuto ad incuria, lassismo, incapacità gestionale, mancanza di visione e strategia, pura ignoranza oppure se ci sia chi ci marcia a non far funzionare a dovere la città nel tentativo di accedere a qualche bene a prezzo di saldo od ad essere chiamato con i crismi dell’emergenza scavalcando trasparenza e buone pratiche. Ci sarà tempo per approfondire le responsabilità dei singoli di nomina politica od istituzionale, e lo faremo, ma adesso semplicemente chiederemo:
“Siamo evidentemente senza risultati nonostante i tanti stimoli e gridi d’allarme.
Egregio Sindaco Giuseppe Germani, Lei non pensa che a questo punto si debba almeno fare qualche innesto in squadra, qualche sostituzione, per cambiare marcia o la cittadinanza orvietana deve accontentarsi di quel che c’è?”E poi bocceremo il bilancio.»
Lucia Vergaglia
portavoce e capogruppo Movimento 5 Stelle