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Home Sette Giorni

Bilancio 2015. Assessore al Bilancio sintetizza i risultati del 1° anno di attività amministrativa

Stefania Tomba by Stefania Tomba
25 Luglio 2015
in Sette Giorni, Cronaca, Archivio notizie
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ORVIETO – Alla vigilia della discussione ed approvazione del Bilancio 2015 da parte del Consiglio Comunale nella seduta di giovedì 30 luglio, l’Assessore al Bilancio, Massimo Gnagnarini parla delle caratteristiche del documento politico contabile e della situazione finanziaria dell’Ente, del piano pluriennale di risanamento, dei nuovi oneri di spesa e dei correttivi; ma anche di tributi e tariffe, Partecipate, risorse umane e riorganizzazione della macchina amministrativa, Opere Pubbliche fondi strutturali europei:

“Risultati raggiunti
– Ad un anno dall’insediamento il risultato più evidente ottenuto dall’Amministrazione è stato l’abbattimento della massa passiva – da anni rimasta sostanzialmente invariata – che da 8.282.270,00 mln passa a 6.127.697,52 e, alla fine dell’esercizio 2015, risulterà ridotta a poco più di 5 mln.
In altre parole: abbiamo abbattuto di 3 mln il deficit che il Comune si portava appresso da almeno due quinquenni.

– Nella relazione previsionale e programmatica allegata al bilancio è riportato il trend storico delle entrate tributarie del Comune. Le tabelle mostrano il decremento del totale delle entrate tributarie che si sono ridotte da 16.335.856,00 Euro nel 2012 a 14.959.875,00 Euro nel 2015.

– Semmai un incremento della tassazione diretta è imputabile all’introduzione da parte dello Stato nel 2014 dell’IMU agricola che per Orvieto vale 720.000 Euro.
Nonostante 1 mln ed oltre di tagli per il 2015 ai trasferimenti erariali, il Comune mantiene inalterati i servizi erogati intervenendo sulla riduzione dei costi e una loro migliore organizzazione.

La relativa tranquillità con la quale chiudemmo il bilancio consuntivo del 2014 con un avanzo d’amministrazione di oltre 1 Mln di euro è stata compromessa da una grandinata di nuovi oneri straordinari che si sono aggiunti nel corso di questa annualità.

Lo stato di attuazione del Piano Pluriennale di Risanamento
La rata di abbattimento del deficit prevista dal Piano per il 2015 è di 1.047.000 euro ed è data da tre componenti pari a 200.000 euro di parte corrente, 597.557,96 euro di parte capitale e 235.252,70 di debiti fuori bilancio.
Siccome l’esercizio del 2014 lo abbiamo chiuso con un avanzo di gestione superiore al valore dell’intera rata prevista 2015 prevista nel Piano, abbiamo potuto per quest’anno non iscrivere in uscita, e quindi utilizzarla come risorsa disponibile, la quota di parte corrente della rata pari a 200.000 euro in quanto già coperta dal surplus precedente.
Tale manovra non compromette i saldi progressivi del Piano e, qualora se ne ravvisasse l’esigenza, si procederà, in sede di verifica semestrale della Corte dei Conti, a un restyaling del Piano stesso la cui rimodulazione in generale appare sempre più opportuna in ragione dei mutamenti finanziari e normativi introdotti dal legislatore.
Sono trascorsi appena dodici mesi dall’approvazione del Piano. Un tempo breve nel quale siamo passati da una situazione finanziaria ancora da stabilizzare a quella attuale che possiamo definire stabilizzata. In effetti l’eredità ricevuta da questa Amministrazione non è stata quella dei conti risanati, ma, piuttosto, quella di dover attuare il risanamento dei conti attraverso uno schema predefinito. L’adozione e l’approvazione del Piano e la sua successiva cooptazione da questa Amministrazione, non è stato un punto di arrivo è stato, semmai, un punto di partenza per iniziare a fare ciò che non si era fatto nella precedente consiliatura allorché ci si trovò costretti a prendere atto che nonostante gli sforzi profusi non si era riusciti a raggiungere l’obbiettivo del risanamento e della stabilizzazione dei conti del Comune.
Così, nelle ultime settimane utili, si misero su carta un elenco di cose da fare che non si era riusciti a fare o non si era voluto fare nel corso di un intero quinquennio.
In questi dodici mesi abbiamo dovuto trasformare delle mere indicazioni in altrettante misure concrete e puntuali da applicare sulla carne viva della comunità cittadina. Dalla tassa di soggiorno introdotta e rimasta inapplicata fino all’indomani delle scorse elezioni comunali, al vincolo di mantenimento delle aliquote tributarie nella misura massima consentita dalla legge. Dal vincolo sui tagli delle agevolazioni sui ticket delle mense scolastiche al vincolo sui maggiori introiti da ‘carta unica’ o a quello sui risparmi dell’energia elettrica. Certo non ci aspettavamo nel merito dell’attuazione del Piano l’opposizione di chi, quelle misure, le aveva concepite e approvate solo qualche mese prima. Tuttavia non ci siamo sottratti, anzi sui risultati raggiunti circa la previsione di abbattimento del deficit fissata dal Piano Pluriennale di Risanamento le cifre parlano chiaro:

I nuovi oneri di spesa per il 2015
Un tempo breve nel quale ci siamo ritrovati a far fronte, sia per il 2014 in sede di riaccertamento e sia per  il 2015 in sede previsionale, alla riscrittura in bilancio di quote associative arretrate per un valore di centinaia di migliaia di euro già maturate nel corso dei passati esercizi.
Un tempo breve nel quale abbiamo dovuto ripristinare lo stanziamento del maggiori contributo necessario a pagare il debito consolidato della T.E.M.A. per 120.000 euro annui. Contributo che era stato sospeso nel 2012 e nel 2014 dalla precedente amministrazione attraverso un accordo oneroso con la banca creditrice che acconsentì alla posticipazione delle rate delle due annualità da pagare in coda ai dieci anni previsti originariamente dal piano di ammortamento del relativo mutuo.
Un tempo breve nel quale abbiamo dovuto impegnare ulteriori risorse per adottare e rendere esecutivi  altri due distinti Piani di Rientro oltre  quello già adottato del Predissesto,  ovvero:
– il rientro trentennale dall’extra deficit derivante dalla cancellazione obbligatoria dei residui inesigibili che vale 3,2 Mln e che comporta un accantonamento annuo di (109.000 euro)
– il rientro trentennale dall’anticipazione di cassa della Cassa Depositi e Prestiti che fu erogata al Comune nel 2013 pari a  7.5 Mln e che comporta una rata di mutuo annua di (170.000 euro).
Un tempo breve nel quale abbiamo dovuto continuare ad accantonare risorse per 200.000 euro per salvaguardarci da un eventuale esito negativo della causa giudiziaria intentata contro BNL i cui derivati in essere, non più coperti da quelli transati cosiddetti mirror della RBS che in parte li  neutralizzavano, continuano a produrre flussi negativi, anche se sospesi, a carico del Comune di Orvieto.
Un tempo breve nel quale abbiamo voluto ripristinare i fondi per il salario accessorio ai nostri dipendenti impegnando per il 2015 nuove risorse per oltre 100.000 euro.
Un tempo breve nel quale abbiamo dovuto far fronte al riversamento obbligatorio dell’IVA a debito senza poter più ricorrere alla compensazione con quella a credito con un maggior impegno per quest’anno di 120.000 euro.
Un tempo breve nel quale abbiamo dovuto far fronte a oltre 1 Mln di euro di tagli secchi dei trasferimenti governativi a favore dell’Ente.

I Correttivi
Non ci piacciono ne le lacrime ne il sangue. Quindi non le promettiamo. La nostra passione, la politica che ci piace, la nostra visione non sta, non si conclude nella mera sfida della quadratura dei conti.  Non siamo ossessionati, ma sia chiaro che in questi dodici mesi il controllo della spesa è stato ferreo e rigoroso tanto da poter affermare senza dubbio alcuno che neanche un centesimo di euro è stato speso senza la più puntuale copertura.
Le cifre e i vincoli su cui abbiamo costruito questo bilancio li abbiamo avuti sempre ben presenti e, in questi mesi, anche rigorosamente applicati avendo dovuto, peraltro, correggere e integrare non poco là dove, chi ci aveva preceduto, si era quantomeno distratto e agito con una buona dose di pressappochismo. Quello che veramente ci appassiona è procedere con l’intento di abbandonare, almeno per ciò che ci compete, l’approccio recessivo che da troppo tempo caratterizza le politiche nazionali e locali sui temi economici e che, a Orvieto, era diventato l’alibi perfetto per la rassegnazione e l’immobilismo di chi pensava di governare senza assumersi il rischio politico di fallire. Eravamo convinti, e lo siamo oggi a maggior ragione dovendo metterlo in pratica, che il vero risanamento finanziario dell’Ente passa per decisioni capaci di valorizzare le entrate proprie del Comune e che oltre al rigore della spesa sia necessario anche un rigore delle entrate.
Di più, siamo certi di aver individuato e di poter lavorare su occasioni e situazioni che innescano processi economici i cui riflessi non riguardano solo le casse comunali, ma che sono in grado di intervenire positivamente anche sulla capacità del nostro tessuto produttivo locale di creare opportunità e nuovi posti di lavoro.
E ciò attraverso la promozione e la valorizzazione della città con particolare riguardo agli ambiti della cultura, del commercio, del suo patrimonio monumentale, del centro storico e dell’accoglienza turistica.
– In questa direzione sono andate le misure che sono già state attuate in questi ultimi dodici mesi e quelle che lo saranno di qui a poco tempo compresa la nuova gestione della Funicolare e l’ulteriore riassetto del sistema dei parcheggi. Misure che si inseriscono nel contesto delle politiche nazionali e regionali”.

 

 

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