ORVIETO – In relazione all’invio di nuovi avvisi di pagamento da parte di INPA Spa, l’assessore al Bilancio e Tributi, Massino Gnagnarini dichiara:
“L’invio avvenuto in questi giorni da parte di INPA Spa, Concessionaria del Comune di Orvieto fino alla prossima data del 30 giugno 2015, degli ulteriori avvisi di accertamento ai contribuenti relativi alla tassa sui passi carrabili con l’applicazione di una tariffa diversa, in aggiunta e maggiorata rispetto a quella finora applicata è all’attenzione di questa amministrazione comunale che ne sta valutando gli aspetti di legittimità e congruità.
Si ritiene, in ogni caso, inopportuno tale modo di procedere da parte della Concessionaria a distanza di pochi giorni dalla data di scadenza dell’incarico e quindi dal divieto di emettere atti e dalla riconsegna al Comune del servizio di gestione, accertamento e riscossione della tassa”.
“In particolare – prosegue – suscita perplessità l’interpretazione che INPA Spa ha evidentemente voluto dare, ben oltre la mera giustificazione di un non meglio specificato ‘errore informatico’ come riportato sugli avvisi inviati, circa l’applicazione di tariffe maggiori rispetto a quelle che, pacificamente, aveva finora applicate in ragione del vigente Regolamento comunale approvato dal Consiglio comunale il 14 marzo 2011 che ha riclassificato i passi carrabili siti in Orvieto Scalo, Ciconia e Sferracavallo nella categoria III^ .
A tal proposito una eventuale omessa individuazione, con proprio atto, da parte della Giunta comunale dell’epoca, della zonizzazione completa di tutto il territorio comunale ai fini della applicazione della tassa non inficia la classificazione delle sopra citate frazioni comunali che invece restano già espressamente e distintamente regolate dalla norma generale contenuta all’Art 43 del Regolamento vigente”.
“Pertanto, da parte del Concessionario – conclude – aver ricondotto alla categoria I^ maggiormente onerosa la tariffa da applicare per le suddette Frazioni comunali così come era previsto nel precedente e vetusto Regolamento risalente al 30 aprile 1994, pone fondati dubbi di legittimità”.